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Geremia, libro di (Geremia = Yahweh innalza)

In pratica è un’autobiografia (1:11) in cui espone il suo messaggio. È considerato il profeta che soffre e geme per l’ipocrisia del suo popolo (3:8-102). Esercita il ministero tra il 627 e il 582 a.C. sotto il regno di Giosia fino alla deportazione finale in Babilonia (1:2-33). Si dispera per l’orrore che si va addensando (9:1; 13:17; 14:17; 15:10; 20:14-184) ed è perplesso sulla giustizia di Dio (12:1-25), Per il messaggio di rovina che annuncia, è odiato dal suo popolo; subisce prigionia (37:1-216), percosse, scherno (20:1-107) e attentati (38:1-68) ma è lo stesso nemico a soccorrerlo (39:11-14; 40:1-69). Oltre alla restaurazione (30:7-1010), annuncia l’avvento del Messia (23:5-8; 33:14-2611).

Geremia 1:1 Parole di Geremia, figlio di Chilchia, uno dei sacerdoti che stavano ad Anatot, nel paese di Beniamino.

Geremia 3:8 Benché io avessi ripudiato l'infedele Israele a causa di tutti i suoi adulteri e le avessi dato la sua lettera di divorzio, ho visto che sua sorella, la perfida Giuda, non ha avuto alcun timore, ed è andata a prostituirsi anche lei. 3:9 Con il rumore delle sue prostituzioni Israele ha contaminato il paese; ha commesso adulterio con la pietra e con il legno; 3:10 nonostante tutto questo, la sua perfida sorella non è tornata da me con tutto il suo cuore, ma con finzione», dice il SIGNORE.

Geremia 1:2 La parola del SIGNORE gli fu rivolta al tempo di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda, l'anno tredicesimo del suo regno, 1:3 e al tempo di Ieoiachim, figlio di Giosia, re di Giuda, sino alla fine dell'anno undicesimo di Sedechia, figlio di Giosia, re di Giuda, fino a quando Gerusalemme fu deportata, il che avvenne nel quinto mese.

Geremia 9:1 Oh, fosse la mia testa piena d'acqua, e i miei occhi una fonte di lacrime! Io piangerei giorno e notte gli uccisi della figlia del mio popolo! Geremia 13:17 Ma se voi non date ascolto, io piangerò in segreto, a causa del vostro orgoglio; gli occhi miei piangeranno a dirotto, si scioglieranno in lacrime, perché il gregge del SIGNORE sarà deportato. Geremia 14:17 «Di' loro dunque questa parola: "I miei occhi si sciolgano in lacrime giorno e notte, senza posa, poiché la vergine figlia del mio popolo è stata stroncata in modo straziante, ha ricevuto un colpo tremendo. Geremia 15:10 Me infelice! o madre mia, perché mi hai fatto nascere uomo di lite e di contesa per tutto il paese! io non do né prendo in prestito, eppure tutti mi maledicono. Geremia 20:14 Maledetto sia il giorno che io nacqui! Il giorno che mia madre mi partorì non sia benedetto! 20:15 Maledetto sia l'uomo che portò a mio padre la notizia: «Ti è nato un maschio», e lo colmò di gioia! 20:16 Sia quell'uomo come le città che il SIGNORE ha distrutte senza pentirsene! Oda egli grida al mattino e clamori di guerra a mezzogiorno. 20:17 Perché non sono morto quando ero ancora nel grembo materno? Così mia madre sarebbe stata la mia tomba e la sua gravidanza senza fine. 20:18 Perché sono uscito dal grembo materno per vedere tormento e dolore, per finire i miei giorni nella vergogna?

Geremia 12:1 Tu sei giusto, SIGNORE, quando io discuto con te; tuttavia io proporrò le mie ragioni: perché prospera la via degli empi? perché sono tutti a loro agio quelli che agiscono perfidamente? 12:2 Tu li hai piantati, essi hanno messo radice, crescono e, inoltre, portano frutto; tu sei vicino alla loro bocca, ma lontano dal loro intimo.

Geremia 37:1 Il re Sedechia, figlio di Giosia, regnò al posto di Conia, figlio di Ioiachim, e fu costituito re nel paese di Giuda da Nabucodonosor, re di Babilonia. 37:2 Ma né egli, né i suoi servitori, né il popolo del paese diedero ascolto alle parole che il SIGNORE aveva pronunziate per mezzo del profeta Geremia. 37:3 Il re Sedechia mandò Ieucal, figlio di Selemia, e Sofonia, figlio di Maaseia, il sacerdote, dal profeta Geremia, per dirgli: «Prega per noi il SIGNORE, nostro Dio». 37:4 Geremia andava e veniva in mezzo al popolo, e non era ancora stato messo in prigione. 37:5 L'esercito del faraone era uscito d'Egitto; e quando i Caldei che assediavano Gerusalemme ne ebbero la notizia, tolsero l'assedio a Gerusalemme. 37:6 Allora la parola del SIGNORE fu rivolta al profeta Geremia, in questi termini: 37:7 «Così parla il SIGNORE, Dio d'Israele: Dite così al re di Giuda che vi ha mandati da me per consultarmi: "Ecco, l'esercito del faraone, che era uscito in vostro soccorso, è tornato nel suo paese, in Egitto; 37:8 i Caldei torneranno e combatteranno contro questa città, la conquisteranno e la daranno alle fiamme". 37:9 Così parla il SIGNORE: Non ingannate voi stessi dicendo: "Certo, i Caldei se ne andranno da noi"; perché non se ne andranno. 37:10 Anzi, anche se voi sconfiggeste tutto l'esercito dei Caldei che combatte contro di voi, e non rimanessero che degli uomini feriti, questi si alzerebbero, ciascuno dalla sua tenda, e darebbero questa città alle fiamme». 37:11 Quando l'esercito dei Caldei si fu ritirato davanti a Gerusalemme a causa dell'esercito del faraone, 37:12 Geremia uscì da Gerusalemme per andare nel paese di Beniamino e ricevervi la sua porzione in mezzo al popolo. 37:13 Ma quando fu alla porta di Beniamino, c'era là un capitano della guardia, di nome Ireia, figlio di Selemia, figlio di Anania, il quale arrestò il profeta Geremia, dicendo: «Tu vai ad arrenderti ai Caldei». 37:14 Geremia rispose: «È falso; io non vado ad arrendermi ai Caldei»; ma l'altro non gli diede ascolto; arrestò Geremia e lo condusse dai capi. 37:15 I capi si adirarono contro Geremia, lo percossero e lo misero in prigione nella casa di Gionatan, il segretario; perché di quella avevano fatto un carcere. 37:16 Quando Geremia fu entrato nella prigione sotterranea fra le segrete, e vi fu rimasto molti giorni, 37:17 il re Sedechia lo mandò a prendere, lo interrogò in casa sua, di nascosto, e gli disse: «C'è qualche parola da parte del SIGNORE?» Geremia rispose: «Sì, c'è»; e aggiunse: «Tu sarai dato in mano del re di Babilonia». 37:18 Geremia disse inoltre al re Sedechia: «Che male ho commesso contro di te o contro i tuoi servitori o contro questo popolo, perché mi abbiate messo in prigione? 37:19 Dove sono ora i vostri profeti che vi profetizzavano dicendo: "Il re di Babilonia non verrà contro di voi né contro questo paese?" 37:20 Ora ascolta, ti prego, o re, mio SIGNORE; la mia supplica giunga ben accolta in tua presenza; non mi far tornare nella casa di Gionatan lo scriba, in modo che io vi muoia». 37:21 Allora il re Sedechia ordinò che Geremia fosse custodito nel cortile della prigione, e gli fosse dato tutti i giorni un pane dalla via dei fornai, finché tutto il pane della città fosse consumato. Così Geremia rimase nel cortile della prigione.

Geremia 20:1 Pascur, figlio d'Immer, sacerdote e capo-sovrintendente della casa del SIGNORE, udì Geremia che profetizzava queste cose. 20:2 Pascur percosse il profeta Geremia e lo mise nei ceppi nella prigione che era presso la porta superiore di Beniamino, nella casa del SIGNORE. 20:3 Il giorno seguente, Pascur liberò Geremia dai ceppi. Geremia gli disse: «Il SIGNORE non ti chiama più Pascur, ma Magor-Missabib. 20:4 Poiché così parla il SIGNORE: "Io ti renderò un oggetto di terrore a te stesso e a tutti i tuoi amici; essi cadranno per la spada dei loro nemici e i tuoi occhi lo vedranno; darò tutto Giuda in mano al re di Babilonia, che li deporterà a Babilonia, e li colpirà con la spada. 20:5 Darò tutte le ricchezze di questa città, tutto il suo guadagno e tutte le sue cose preziose, darò tutti i tesori dei re di Giuda in mano dei loro nemici, che ne faranno loro preda, li piglieranno e li porteranno via a Babilonia. 20:6 Tu, Pascur e tutti quelli che abitano in casa tua, sarete deportati; tu andrai a Babilonia e là morirai; là sarai sepolto con tutti i tuoi amici, ai quali hai profetizzato menzogne"». 20:7 Tu mi hai persuaso, SIGNORE, e io mi sono lasciato persuadere, tu mi hai fatto forza e mi hai vinto; io sono diventato, ogni giorno, un oggetto di scherno, ognuno si fa beffe di me. 20:8 Infatti ogni volta che io parlo, grido, grido: Violenza e saccheggio! Sì, la parola del SIGNORE è per me un obbrobrio, uno scherno di ogni giorno. 20:9 Se dico: «Io non lo menzionerò più, non parlerò più nel suo nome», c'è nel mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzo di contenerlo, ma non posso. 20:10 Poiché odo le diffamazioni di molti, lo spavento mi viene da ogni lato: «Denunziatelo, e noi lo accuseremo». Tutti quelli con i quali vivevo in pace spiano se io inciampo e dicono: «Forse si lascerà sviare, noi prevarremo contro di lui e ci vendicheremo di lui».

Geremia 38:1 Sefatia figlio di Mattan, Ghedalia figlio di Pascur, Iucal figlio di Selemia, e Pascur figlio di Malchia, udirono le parole che Geremia rivolgeva a tutto il popolo, dicendo: 38:2 «Così parla il SIGNORE: "Chi rimarrà in questa città morirà di spada, di fame, o di peste; ma chi andrà ad arrendersi ai Caldei avrà salva la vita; la vita sarà il suo bottino, e vivrà". 38:3 Così parla il SIGNORE: "Questa città sarà certamente data in mano dell'esercito del re di Babilonia, che la prenderà"». 38:4 I capi dissero al re: «Quest'uomo sia messo a morte, poiché rende fiacche le mani degli uomini di guerra, che rimangono in questa città, e le mani di tutto il popolo, tenendo loro tali discorsi; quest'uomo non cerca il bene, ma il male di questo popolo». 38:5 Allora il re Sedechia disse: «Ecco, egli è in mano vostra; poiché il re non può nulla contro di voi». 38:6 Allora essi presero Geremia e lo gettarono nella cisterna di Malchia, figlio del re, che era nel cortile della prigione; vi calarono Geremia con delle funi. Nella cisterna non c'era acqua ma solo fango, e Geremia affondò nel fango.

Geremia 39:11 Nabucodonosor, re di Babilonia, aveva dato a Nebuzaradan, capo delle guardie, quest'ordine riguardo a Geremia: 39:12 «Prendilo, veglia su di lui, e non gli far del male, ma compòrtati verso di lui com'egli ti dirà». 39:13 Così Nebuzaradan, capo delle guardie, Nebusazban, capo degli eunuchi, Nergal-Sareser, capo dei magi, e tutti i capi del re di Babilonia 39:14 mandarono a prendere Geremia e lo fecero uscire dal cortile della prigione; lo consegnarono a Ghedalia figlio di Aicam, figlio di Safan, perché fosse condotto a casa; così egli abitò fra il popolo. Geremia 40:1 Ecco la parola che fu rivolta dal SIGNORE a Geremia, dopo che Nebuzaradan, capo delle guardie, l'ebbe rimandato libero da Rama. Quando questi lo fece prendere, Geremia era incatenato in mezzo a tutti quelli di Gerusalemme e di Giuda, che dovevano essere deportati a Babilonia. 40:2 Il capo delle guardie prese dunque Geremia, e gli disse: «Il SIGNORE, il tuo Dio, aveva pronunziato questo male contro questo luogo; 40:3 il SIGNORE l'ha fatto venire e ha fatto come aveva detto, perché voi avete peccato contro il SIGNORE e non avete dato ascolto alla sua voce; perciò questo vi è avvenuto. 40:4 Ora ecco, io ti sciolgo oggi dalle catene che hai alle mani; se ti piace di venire con me a Babilonia, vieni; io avrò cura di te; ma se non gradisci di venire con me a Babilonia, rimani qui; ecco, tutto il paese ti sta davanti; va' dove ti piacerà e ti converrà di andare». 40:5 Poiché Geremia non si decideva ad andare con lui, l'altro aggiunse: «Torna da Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan, che il re di Babilonia ha stabilito sulle città di Giuda, e abita con lui in mezzo al popolo; oppure va' dovunque ti piacerà». Il capo delle guardie gli diede delle provviste e un regalo, e lo accomiatò. 40:6 Geremia andò da Ghedalia, figlio di Aicam, a Mispa, e abitò con lui in mezzo al popolo che era rimasto nel paese.

Geremia 30:7 Ahimé, perché quel giorno è grande; non ce ne fu mai altro di simile; è un tempo di angoscia per Giacobbe; ma tuttavia egli ne sarà salvato. 30:8 In quel giorno", dice il SIGNORE degli eserciti, "io spezzerò il suo giogo dal tuo collo, e romperò le tue catene; gli stranieri non ti faranno più loro schiavo; 30:9 ma quelli d'Israele serviranno il SIGNORE, il loro Dio, e Davide loro re, che io susciterò loro. 30:10 Tu dunque, Giacobbe, mio servitore, non temere", dice il SIGNORE; "non ti sgomentare, Israele; poiché, ecco, io ti salverò dal lontano paese, salverò la tua discendenza dalla terra di schiavitù; Giacobbe ritornerà, sarà in riposo, sarà tranquillo, e nessuno più lo spaventerà.

dimora; questo sarà il nome con il quale sarà chiamato: SIGNORE nostra-giustizia. 23:7 Perciò, ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE, «in cui non si dirà più: "Per la vita del SIGNORE che condusse i figli d'Israele fuori dal paese d'Egitto", 23:8 ma: "Per la vita del SIGNORE che ha portato fuori e ha ricondotto la discendenza della casa d'Israele dal paese del settentrione, e da tutti i paesi nei quali io li avevo cacciati"; ed essi abiteranno nel loro paese». Geremia 33:14 «"Ecco, i giorni vengono", dice il SIGNORE, "in cui io manderò ad effetto la buona parola che ho pronunziata riguardo alla casa d'Israele e riguardo alla casa di Giuda. 33:15 In quei giorni e in quel tempo, io farò germogliare per Davide un germoglio di giustizia, ed esso eserciterà il diritto e la giustizia nel paese. 33:16 In quei giorni, Giuda sarà salvato e Gerusalemme abiterà al sicuro; questo è il nome con cui sarà chiamata: SIGNORE nostra giustizia". 33:17 Poiché così parla il SIGNORE: "Non verrà mai meno a Davide chi sieda sul trono della casa d'Israele, 33:18 ai sacerdoti levitici non verrà mai meno, in mia presenza, chi offra olocausti, chi faccia fumare le offerte, e chi faccia tutti i giorni i sacrifici"». 33:19 La parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia in questi termini: 33:20 «Così parla il SIGNORE: "Se voi potete annullare il mio patto con il giorno e il mio patto con la notte, in maniera che il giorno e la notte non vengano al tempo loro, 33:21 allora si potrà anche annullare il mio patto con Davide mio servitore, in modo che egli non abbia più figlio che regni sul suo trono, e con i sacerdoti levitici miei ministri. 33:22 Come non si può contare l'esercito del cielo né misurare la sabbia del mare, così io moltiplicherò la discendenza di Davide, mio servitore, e i Leviti che fanno il servizio in mio onore"». 33:23 La parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia in questi termini: 33:24 «Non hai posto mente alle parole di questo popolo quando va dicendo: "Le due famiglie che il SIGNORE aveva scelte, le ha rigettate"? Così disprezzano il mio popolo, che agli occhi loro non è più una nazione. 33:25 Così parla il SIGNORE: "Se io non ho stabilito il mio patto con il giorno e con la notte, e se non ho fissato le leggi del cielo e della terra, 33:26 allora rigetterò anche la progenie di Giacobbe e di Davide mio servitore, e non prenderò più dai suoi discendenti coloro che governeranno la discendenza d'Abraamo, d'Isacco e di Giacobbe! poiché io farò tornare i loro esuli, e avrò pietà di loro"».




 
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