Dizionario Biblico

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Maldicenza (dal latino maledicentia(m) comp. di male - male e dicere - dire)    vedi: Calunnia  Menzogna  Diffamazione  Bugia  Inganno  Ipocrisia  Malafede  Falsità  

La maldicenza è il vizio di diffondere chiacchere malevoli e calunniose nei confronti di altri. L’origine e certamente dettata dall’orgoglio (1 Ti 6:41) padre di tutti i vizi, infatti è dal cuore che nascono le discordie (Mt 15:192). Calunniare è certamente da stolti (Pr 10:83), però, non bisogna mai offrire il fianco alla maldicenza (1 Ti 5:144) anche se si confida nell’opera di Dio (Sl 31:205). Il Suo popolo, infatti, può esserne soggetto (Ez 36:3; Sl 31:136) e, a volte persino autore (Gr 6:28; 2 Co 12:207). È terribile costatare che le calunnie arrivino dalle persone più fidate (Gr 9:48), infatti, la Parola le definisce: “… una sinagoga di Satana” (Ap 2:99). Sbarazziamocene (1 Pt 2:110)! Vedi Calunnia*, Menzogna*, Falsità*, Diffamazione*, Bugia*, Inganno*, Ipocrisia*, Malafede*

Malignità (dal latino malignitate(m) da malignus - maligno)    vedi: Perfidia  

La malignità è la disposizione a pensare o a giudicare male con l’intento di nuocere. Geremia, nell’osservare la nazione di Giuda, concluse che tutti si comportavano da ribelli insensibili al richiamo di Dio (Gr 6:281) al punto da affermare che non ci si poteva fidare neppure del fratello (Gr 9:4-52). La Parola asserisce che chi sparge calunnie è uno stolto (Pr 10:183) mentre il puro non scende a tali compromessi (Sl 15:2-34), pur soffrendone le conseguenze (Sl 31:135). L’invito a rinunciare a tale pratica è pressante (Co 3:86) proprio a causa della nostra natura (Mc 7:20-227), perciò il castigo sarà consono (Ro 1:28-328). Vedi Perfidia*

Malizia (dal latino malitia(m) – malizia)

Propensione dell’animo umano all’uso della disonestà e dell’ingiustizia per ottenere tornaconti personali. La bibbia ci presenta continui moniti in tal senso (Pr 11:6; Pr 12:21) perché la considera la porta dell’empietà (Gb 15:35; Sl 7:14-162), infatti, chi trama il male è chiamato “esperto in malizia” (Pr 24:83). Tanto Gesù (Mt 22:16-214), quanto Paolo la condannarono aspramente (At 13:6-115). La Parola ci invita costantemente a rifuggirla perché non proviene da Dio (Gm 1:21; 1 Pt 2:166).

Malvagità (dal latino malifatium - cattivo destino - comp. da malus - cattivo - e fatum - destino)

La malvagità è la natura di chi o di ciò che è perfido o maligno. Poiché per natura l’indole dell’uomo è malvagia (Sl 51:5; Mc 7:21-231), Dio maledice tale comportamento (De 28:202) riprovandolo anche nelle leggi morali mosaiche (Es 23:73). Ezechiele ben descrive l’amarezza dell’Eterno per l’infedeltà del Suo popolo (Ez 16:22-254). La Parola accerta che tale peccato sarà sempre perseguito (Is 13:115). Molte sono le invocazioni in favore dei giusti (Sl 28:13; 35:17; 55:106) o a danno degli empi (Sl 7:9; 10:13-14; 28:14; 55:15; 56:7; 94:23; Pr 24:27), infatti la purificazione (Is 1:168) e il ravvedimento (At 8:229) sono giustificati proprio dalla natura della nostra lotta (Ef 6:1210).

Mammona (dall"aramaico māmōnā - ricchezza, guadagno)

Questo termine definisce tutto ciò che può essere, a qualunque titolo, ricchezza e il conseguente piacere che ne può derivare. L’uomo la brama senza pensare che è ingannevole (Mt 13:221), vana (1 Pt 1:182) e fonte di ribellione (Ne 9:25-263). Molti sono i moniti che ci sono rivolti (So 1:18; Mc 10:23-25; 1 Ti 6:9-104), infatti, può portarci a dimenticare Dio (De 8:13-145) proprio perché nessuno può servire due padroni (Mt 6:246). Gli sviluppi di una parabola possono aprirci gli occhi (Lc 16: 19:267).

Mancanza (da mancante)

In genere la mancanza, ossia il non disporre di qualcosa è quasi sempre vissuta con un senso di disagio più o meno grave secondo l’importanza attribuitagli. La Parola ci fa sapere che non sempre il popolo d’Israele ha avuto la giusta disposizione per le sue guide (Gr 18:181), d'altronde anche loro, alle volte hanno trascurato i loro compiti suscitando l’ira del Signore (Ez 34:2-102). L’empio, per mancanza di correzione sarà prigioniero della sua iniquità (Pr 22-233) al pari dello stolto per mancanza di senno (Pr 10:214) e del disonesto (Pr 13:235).

Mangione (dal verbo mangiare - dal latino manducare da mandere - masticare)

Il mangione è colui che mangia molto o avidamente. Godere della buona tavola è lecito (Ec 2:24; 3:12-131), non si può dire altrettanto per chi scade nell’eccesso, infatti, la Parola c’invita a essere sobri (1 Pt 4:72), a evitare ogni abuso, al punto da usare una frase molto forte (Pr 23:23). Un esempio lampante lo troviamo nell’episodio delle quaglie nel deserto in cui l’ingordigia del popolo fu punita duramente (Nu 11:32-34; Sl 78:29-314). Purtroppo il pensiero imperante oggi è raggiungere il massimo piacere (Is 22:12-135) senza pensare che il regno di Dio consiste in ben altro (Ro 14:16-176)!

Manicheismo ( dal persiano Manii)

Dottrina sorta ad opera del principe persiano Mani (216-277 d.C.). Sostiene la contrapposizione continua del bene e del male, identificati con la Luce e le Tenebre. In contrasto con il cristianesimo ritiene che la materia sia fondamentalmente maligna per cui il compito dell’uomo è di liberare in sé, a costo di grandi privazioni, la componente divina. Sono stati avversati da Agostino da Ippona.

Manna (dal greco mánna – manna)

Specie di resina zuccherina trasudata dalla corteccia di alcuni frassini della famiglia delle oleacee. Biblicamente è l’alimento che Dio fece miracolosamente piovere dal cielo come nutrimento (chiamato anche pane dal cielo) per gli Ebrei erranti nel deserto (Es 16:2-5, 13-16, 31-32; Nu 11:7-91). Cessò il giorno dopo che il popolo aveva festeggiato la Pasqua a Ghilgal nelle pianure di Gerico mangiando i prodotti del paese (Gs 5:10-122). Vi si fa spesso riferimento per esaltare la misericordia di Dio (Ne 9:18-213) e raffigurare Gesù qual “pane venuto dal cielo” (Gv 6:30-414).

Mano secca o atrofica (dal greco atrophia – comp. di a – avversativo - e tréphô – io nutro)

L’atrofia della mano è una malattia che colpisce i muscoli dell’organo causando perdita di forza, diminuzione di volume, forma (mano ad artiglio) e riduzione, se non l’impossibilità, delle sue capacità funzionali. Le cause possono essere dovute a traumi gravi o a forme molto serie di artrite. Gesù andò a Gerusalemme dove vi era una festa dei Giudei e si diresse verso la piscina chiamata, in ebraico, Betzaetà (casa delle olive) e ivi notò un uomo che da 38 anni era infermo (Gv 5:1-181). «Vuoi guarire?» Titubante fu la risposta (Gv 5:72), al che Gesù, nonostante fosse sabato e i Giudei rumoreggiassero, operò con potenza (Gv 5:83). Questo per sottolineare ancora una volta l’importanza della carità e la conoscenza divina sull’aridità della ritualità (Os 6:64).

 

 




 
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