Dizionario Biblico
In pratica sono manoscritti del N.T. su cui, con alterne fortune, si è molto dibattuto. Una parte è stata, alfine, accettata: Lettere di Giuda, Giacomo, 2° e 3° Giovanni, 2° Pietro e Apocalisse di Giovanni. Una seconda parte, dopo attento vaglio, è stata rifiutata perché priva dei requisiti necessari: Didachè, Atti di Paolo, Il pastore di Erma, Apocalisse di Pietro, Lettera di Barnaba e Vangelo degli Ebrei. Una terza parte, infine, non è stata neppure presa in considerazione vista l’evidente erroneità ed ereticità: Vangelo di Pietro, Vangelo di Tommaso, Vangelo di Mattia, Atti di Andrea, Atti di Giovanni e Protovangelo di Giacomo.
In teologia questo termine indica l’assoluta superiorità della grazia e della Parola sulla legge, specie quella espressa nell’A.T. Fu Lutero a coniare questo termine in polemica con J.Agricola arroccato su posizioni ancor più estreme. Già Paolo dovette affrontare questi pensieri devianti (1 Co cap. 51 ► cap. 62). La fede non vanifica la legge (Ro 3:313) poiché interviene positivamente nella vita del cristiano (Ro cap. 74) spingendolo a rispettare il comando di Dio proprio perché riflette il Suo carattere.
1Corinzi 5:1 Si ode addirittura affermare che vi è tra di voi fornicazione; e tale immoralità, che non si trova neppure fra gli stranieri; al punto che uno di voi si tiene la moglie di suo padre! 5:2 E voi siete gonfi, e non avete invece fatto cordoglio, perché colui che ha commesso quell'azione fosse tolto di mezzo a voi! 5:3 Quanto a me, assente di persona ma presente in spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha commesso un tale atto. 5:4 Nel nome del Signore Gesù, essendo insieme riuniti voi e lo spirito mio, con l'autorità del Signore nostro Gesù, 5:5 ho deciso che quel tale sia consegnato a Satana, per la rovina della carne, affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signore Gesù. 5:6 Il vostro vanto non è una buona cosa. Non sapete che un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta? 5:7 Purificatevi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. 5:8 Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità. 5:9 Vi ho scritto nella mia lettera di non mischiarvi con i fornicatori; 5:10 non del tutto però con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i ladri, o con gl'idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo; 5:11 ma quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare. 5:12 Poiché, devo forse giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? 5:13 Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi.
1Corinzi 6:1 Quando qualcuno di voi ha una lite con un altro, ha il coraggio di chiamarlo in giudizio davanti agli ingiusti anziché davanti ai santi? 6:2 Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? Se dunque il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare delle cose minime? 6:3 Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le cose di questa vita! 6:4 Quando dunque avete da giudicare su cose di questa vita, costituite come giudici persone che nella chiesa non sono tenute in alcuna considerazione. 6:5 Dico questo per farvi vergogna. È possibile che non vi sia tra di voi neppure una persona saggia, capace di pronunciare un giudizio tra un fratello e l'altro? 6:6 Ma il fratello processa il fratello, e lo fa dinanzi agl'infedeli. 6:7 Certo è già in ogni modo un vostro difetto che abbiate fra voi dei processi. Perché non patite piuttosto qualche torto? Perché non patite piuttosto qualche danno? 6:8 Invece siete voi che fate torto e danno; e per giunta a dei fratelli. 6:9 Non sapete che gl'ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, 6:10 né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. 6:11 E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio. 6:12 Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla. 6:13 Le vivande sono per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Dio distruggerà queste e quello. Il corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il corpo; 6:14 Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza. 6:15 Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo per farne membra di una prostituta? No di certo! 6:16 Non sapete che chi si unisce alla prostituta è un corpo solo con lei? «Poiché», Dio dice, «i due diventeranno una sola carne». 6:17 Ma chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui. 6:18 Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo. 6:19 Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. 6:20 Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.
Romani 3:31 Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge.
Romani 7:1 O ignorate forse, fratelli (poiché parlo a persone che hanno conoscenza della legge), che la legge ha potere sull'uomo per tutto il tempo ch'egli vive? 7:2 Infatti la donna sposata è legata per legge al marito mentre egli vive; ma se il marito muore, è sciolta dalla legge che la lega al marito. 7:3 Perciò se lei diventa moglie di un altro uomo mentre il marito vive, sarà chiamata adultera; ma se il marito muore, ella è libera da quella legge; per cui non è adultera se diventa moglie di un altro uomo. 7:4 Così, fratelli miei, anche voi siete stati messi a morte quanto alla legge mediante il corpo di Cristo, per appartenere a un altro, cioè a colui che è risuscitato dai morti, affinché portiamo frutto a Dio. 7:5 Infatti, mentre eravamo nella carne, le passioni peccaminose, risvegliate dalla legge, agivano nelle nostre membra allo scopo di portare frutto alla morte; 7:6 ma ora siamo stati sciolti dai legami della legge, essendo morti a quella che ci teneva soggetti, per servire nel nuovo regime dello Spirito e non in quello vecchio della lettera. 7:7 Che cosa diremo dunque? La legge è peccato? No di certo! Anzi, io non avrei conosciuto il peccato se non per mezzo della legge; poiché non avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: «Non concupire». 7:8 Ma il peccato, còlta l'occasione, per mezzo del comandamento, produsse in me ogni concupiscenza; perché senza la legge il peccato è morto. 7:9 Un tempo io vivevo senza legge; ma, venuto il comandamento, il peccato prese vita e io morii; 7:10 e il comandamento che avrebbe dovuto darmi vita, risultò che mi condannava a morte. 7:11 Perché il peccato, còlta l'occasione per mezzo del comandamento, mi trasse in inganno e, per mezzo di esso, mi uccise. 7:12 Così la legge è santa, e il comandamento è santo, giusto e buono. 7:13 Ciò che è buono, diventò dunque per me morte? No di certo! È invece il peccato che mi è diventato morte, perché si rivelasse come peccato, causandomi la morte mediante ciò che è buono; affinché, per mezzo del comandamento, il peccato diventasse estremamente peccante. 7:14 Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato. 7:15 Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio. 7:16 Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona; 7:17 allora non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me. 7:18 Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no. 7:19 Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. 7:20 Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me. 7:21 Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio fare il bene, il male si trova in me. 7:22 Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l'uomo interiore, 7:23 ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra. 7:24 Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 7:25 Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato.
L’Antinomismo era una dottrina che riteneva che l’obbedienza alla legge dell’A.T. non fosse del tutto necessaria per la vita del cristiano. In pratica, si riteneva che, per i credenti di un gruppo, non vi fosse l’obbligo di osservare determinati precetti etici e morali. Lo stesso Paolo ebbe ad affrontare tale comportamento, tant’è che, rivolgendosi ai Corinti, così scrisse: (1Co 5:61). Anche per i romani ebbe parole dure in tal senso (Ro 3:312). Questo perché la grazia non cancella la legge etico-morale ma educa a un comportamento che rispetti maggiormente Dio.
1Corinzi 5:6 Il vostro vanto non è una buona cosa. Non sapete che un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta?
Romani 3:31 Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge.
L’antitesi è una figura retorica che crea un antagonismo tra due unità sintattiche: [Il Signore] … ha colmato di beni gli affamati, e ha rimandato a mani vuote i ricchi (Lc 1:531). Ma tu, quando digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia … (Mt 6:172). Io detesto gli uomini non sinceri, ma amo la tua legge. (Sl 119:1133). Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia (Sl 126:54).
Luca 1:53 ha colmato di beni gli affamati, e ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Matteo 6:17 Ma tu, quando digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia,
Salmi 119:113 Io detesto gli uomini non sinceri, ma amo la tua legge.
Salmi 126:5 Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia.
Scienza che studia l’uomo dal punto di vista delle Scritture, rispondendo alla domanda: “Che cos’è l’uomo …?”. Ne esamina l’origine (creazionismo o evoluzione), la natura (il suo essere a immagine e somiglianza di Dio), il destino (morte, risurrezione), la distinzione di sesso e la definizione di spirito, anima e corpo (dicotomia o tricotomia). Di solito si collega con lo studio del peccato (amartologia*) con l’uomo nel suo stato di corruzione, e con la salvezza (soteriologia*).
L’uomo, incapace di concepire l’aspetto di Dio, è costretto a raffigurarlo con forme che gli siano congeniali, dandogli, quindi, aspetto fisico e sentimenti umani. Dio stesso, per essere compreso dall’uomo, si presenta con sembianze fisiche, qualità intellettuali e morali simili a quelle umane, per cui si parla del Suo occhio, bocca, braccio, ecc.
L’autore è l’apostolo Giovanni e il testo è scritto durante l’esilio sull’isola di Patmos tra gli anni 95-96 d.C. Lo scopo è la rivelazione di avvenimenti futuri sul ritorno di Cristo. Il contenuto è un inno alla simbologia perciò presta il fianco a più forme d’interpretazione. Attraverso una serie di quindici visioni spazia dalla gloria di Dio (4:1-111) all’annuncio di una serie di giudizi dell’ira divina (14: 6-132; 16:1-213); dalla vittoria dell’Agnello (19:1.64) alle Sue nozze (19:7-95); dalla temporanea carcerazione del demonio (20:1-36) al regno milleniale sulla terra (20:4-67); dalla liberazione e definitiva sconfitta di Satana e dei suoi accoliti (20:7-108) al giudizio finale (20:11-159); dalla visione di nuovi cieli e nuova terra (21:1-210) a quella finale del trono di Dio (22:1-511).
Apocalisse 4:1 Dopo queste cose vidi una porta aperta nel cielo, e la prima voce, che mi aveva già parlato come uno squillo di tromba, mi disse: «Sali quassù e ti mostrerò le cose che devono avvenire in seguito». 4:2 Subito fui rapito dallo Spirito. Ed ecco, un trono era posto nel cielo e sul trono c'era uno seduto. 4:3 Colui che stava seduto era simile nell'aspetto alla pietra di diaspro e di sardonico; e intorno al trono c'era un arcobaleno che, a vederlo, era simile allo smeraldo. 4:4 Attorno al trono c'erano ventiquattro troni su cui stavano seduti ventiquattro anziani vestiti di vesti bianche e con corone d'oro sul capo. 4:5 Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni. Davanti al trono c'erano sette lampade accese, che sono i sette spiriti di Dio. 4:6 Davanti al trono inoltre c'era come un mare di vetro, simile al cristallo; in mezzo al trono e intorno al trono, quattro creature viventi, piene di occhi davanti e di dietro. 4:7 La prima creatura vivente era simile a un leone, la seconda simile a un vitello, la terza aveva la faccia come d'un uomo e la quarta era simile a un'aquila mentre vola. 4:8 E le quattro creature viventi avevano ognuna sei ali, ed erano coperte di occhi tutt'intorno e di dentro, e non cessavano mai di ripetere giorno e notte: «Santo, santo, santo è il Signore, il Dio onnipotente, che era, che è, e che viene». 4:9 Ogni volta che queste creature viventi rendono gloria, onore e grazia a colui che siede sul trono, e che vive nei secoli dei secoli, 4:10 i ventiquattro anziani si prostrano davanti a colui che siede sul trono e adorano colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo: 4:11 «Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza: perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono».
Apocalisse 14:6 Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo, recante il vangelo eterno per annunziarlo a quelli che abitano sulla terra, a ogni nazione, tribù, lingua e popolo. 14:7 Egli diceva con voce forte: «Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l'ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque». 14:8 Poi un secondo angelo seguì dicendo: «Caduta, caduta è Babilonia la grande, che ha fatto bere a tutte le nazioni il vino dell'ira della sua prostituzione». 14:9 Seguì un terzo angelo, dicendo a gran voce: «Chiunque adora la bestia e la sua immagine, e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, 14:10 egli pure berrà il vino dell'ira di Dio versato puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all'Agnello». 14:11 Il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli. Chiunque adora la bestia e la sua immagine e prende il marchio del suo nome, non ha riposo né giorno né notte. 14:12 Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù. 14:13 E udii una voce dal cielo che diceva: «Scrivi: beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono».
Apocalisse 16:1 Allora udii dal tempio una gran voce che diceva ai sette angeli: «Andate e versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio». 16:2 Il primo andò e versò la sua coppa sulla terra; e un'ulcera maligna e dolorosa colpì gli uomini che avevano il marchio della bestia e che adoravano la sua immagine. 16:3 Poi il secondo angelo versò la sua coppa nel mare; esso divenne sangue simile a quello di un morto, e ogni essere vivente che si trovava nel mare morì. 16:4 Poi il terzo angelo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti; e le acque diventarono sangue. 16:5 Udii l'angelo delle acque che diceva: «Sei giusto, tu che sei e che eri, tu, il Santo, per aver così giudicato. 16:6 Essi infatti hanno versato il sangue dei santi e dei profeti, e tu hai dato loro sangue da bere; è quello che meritano». 16:7 E udii dall'altare una voce che diceva: «Sì, o Signore, Dio onnipotente, veritieri e giusti sono i tuoi giudizi». 16:8 Poi il quarto angelo versò la sua coppa sul sole e al sole fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco. 16:9 E gli uomini furono bruciati dal gran calore; e bestemmiarono il nome di Dio che ha il potere su questi flagelli, e non si ravvidero per dargli gloria. 16:10 Poi il quinto angelo versò la sua coppa sul trono della bestia. Il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il dolore, 16:11 e bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei loro dolori e delle loro ulcere, ma non si ravvidero dalle loro opere. 16:12 Poi il sesto angelo versò la sua coppa sul gran fiume Eufrate, e le sue acque si prosciugarono perché fosse preparata la via ai re che vengono dall'Oriente. 16:13 E vidi uscire dalla bocca del dragone, da quella della bestia e da quella del falso profeta tre spiriti immondi, simili a rane. 16:14 Essi sono spiriti di demòni capaci di compiere dei miracoli. Essi vanno dai re di tutta la terra per radunarli per la battaglia del gran giorno del Dio onnipotente. 16:15 io vengo come un ladro; beato chi veglia e custodisce le sue vesti perché non cammini nudo e non si veda la sua vergogna). 16:16 E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Harmaghedon. 16:17 Poi il settimo angelo versò la sua coppa nell'aria; e dal tempio uscì una gran voce proveniente dal trono, che diceva: «È fatto». 16:18 E ci furono lampi, voci, tuoni e un terremoto così forte che da quando gli uomini sono sulla terra non se n'è avuto uno altrettanto disastroso. 16:19 La grande città si divise in tre parti, e le città delle nazioni crollarono e Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle la coppa del vino della sua ira ardente. 16:20 Ogni isola scomparve e i monti non furono più trovati. 16:21 E cadde dal cielo sugli uomini una grandine enorme, con chicchi del peso di circa un talento; gli uomini bestemmiarono Dio a causa della grandine; perché era un terribile flagello.
Apocalisse 19:1 Dopo queste cose, udii nel cielo una gran voce come di una folla immensa, che diceva: «Alleluia! La salvezza, la gloria e la potenza appartengono al nostro Dio, 19:2 perché veritieri e giusti sono i suoi giudizi. Egli ha giudicato la grande prostituta che corrompeva la terra con la sua prostituzione e ha vendicato il sangue dei suoi servi, chiedendone conto alla mano di lei». 19:3 E dissero una seconda volta: «Alleluia! Il suo fumo sale per i secoli dei secoli». 19:4 Allora i ventiquattro anziani e le quattro creature viventi si prostrarono, adorarono Dio che siede sul trono, e dissero: «Amen! Alleluia!» 19:5 Dal trono venne una voce che diceva: «Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servitori, voi che lo temete, piccoli e grandi». 19:6 Poi udii come la voce di una gran folla e come il fragore di grandi acque e come il rombo di forti tuoni, che diceva: «Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l'Onnipotente, ha stabilito il suo regno.
Apocalisse 19:7 Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello e la sua sposa si è preparata. 19:8 Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi». 19:9 E l'angelo mi disse: «Scrivi: "Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell'Agnello"». Poi aggiunse: «Queste sono le parole veritiere di Dio».
Apocalisse 20:1 Poi vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell'abisso e una grande catena in mano. 20:2 Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni, 20:3 e lo gettò nell'abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni; dopo i quali dovrà essere sciolto per un po' di tempo.
Apocalisse 20:4 Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. 20:5 Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima risurrezione. 20:6 Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni.
Apocalisse 20:7 Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione 20:8 e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare. 20:9 E salirono sulla superficie della terra e assediarono il campo dei santi e la città diletta; ma un fuoco dal cielo discese e le divorò. 20:10 E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli.
Apocalisse 20:11 Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro. 20:12 E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. 20:13 Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e il soggiorno dei morti restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. 20:14 Poi la morte e il soggiorno dei morti furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco. 20:15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.
Apocalisse 21:1 Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c'era più. 21:2 E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scender giù dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Apocalisse 22:1 Poi mi mostrò il fiume dell'acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. 22:2 In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l'albero della vita. Esso dà dodici raccolti all'anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell'albero sono per la guarigione delle nazioni. 22:3 Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello; i suoi servi lo serviranno, 22:4 vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte. 22:5 Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.
Genere letterario che presenta la rivelazione, tramite visioni, dei segreti degli ultimi tempi (vedi escatologia*). Tipici sono i libri di Daniele e l’Apocalisse di Giovanni. Ha anche l’accezione di catastrofico, funesto.
Dottrina religiosa che prevede la rigenerazione (reintegrazione o nuova creazione messianica) di tutto il creato alla fine dei tempi. Origene, prima, e Gregorio Nisseno, poi, la consideravano come la riconciliazione di ogni cosa con Dio, compreso Satana e la morte. Dottrina fortemente contrastata e condannata nel secondo concilio di Costantinopoli (553 d.C.).
Chiamati anche deuterocanonici (aggiunti in un secondo momento al canone ebraico), i libri apocrifi sono: Giuditta, Tobia, Primo e Secondo libro dei Maccabei, Sapienza di Salomone, Siracide (o Ecclesiastico), Baruc, Lettera di Geremia, Preghiera di Azaria, Cantico dei tre giovani nella fornace, Storia di Susanna, Bel e il drago e la versione greca di Ester. Oltre a questi ci sono altri 8 testi nella LXX* ma non inclusi nelle versioni cattoliche (p.e. altri 2 libri dei Maccabei e dei salmi).