Dizionario Biblico
Concezione filosofica che usa due principi opposti e inconciliabili per spiegare una determinata situazione. Si suddivide, principalmente in tre branchie: 1) metafisico (es. mente e materia); epistemologico (analisi del processo della conoscenza – idea e oggetto reale) ed etico-religioso (il bene ed il male, la luce e le tenebre, il sacro e il profano).
Il dubbio è la condizione in cui, non potendo affermare con sicurezza, si scade nell’incertezza. La Parola ci offre due preziosi consigli: abbiate rispetto per il dubbioso (Gd 221) e non giudicate gli scrupoli dei deboli nella fede (Ro 14:12). Quando gli eventi sfuggono alla nostra comprensione, il dubbio è una reazione umana (Lc 24:3-4, 36-38; At 2:12; 10:19-203) e può suscitare perplessità (Ga 4:204) ma quando ci sono l’ausilio della fede e l’esortazione della saggezza (Pr 8:8-95), le parole di Giacomo (Gm 1:66) e di Paolo (Ro 14:237) trovano piena giustificazione. Gesù è stato esplicito (Mt 21:21-228): niente è impossibile con Dio (Mt 19:269)!
Giuda 22 Abbiate pietà di quelli che sono nel dubbio;
Romani 14:1 Accogliete colui che è debole nella fede, ma non per sentenziare sui suoi scrupoli.
Luca 24:3 Ma quando entrarono non trovarono il corpo del Signore Gesù. 24:4 Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti; Luca 24:36 Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 24:37 Ma essi, sconvolti e atterriti, pensavano di vedere uno spirito. 24:38 Ed egli disse loro: «Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Atti 2:12 Tutti stupivano ed erano perplessi chiedendosi l'uno all'altro: «Che cosa significa questo?» Atti 10:19 Mentre Pietro stava ripensando alla visione, lo Spirito gli disse: «Ecco tre uomini che ti cercano. 10:20 Àlzati dunque, scendi e va' con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io».
Galati 4:20 … oh, come vorrei essere ora presente tra di voi e cambiare tono, perché sono perplesso a vostro riguardo!
Proverbi 8:8 Tutte le parole della mia bocca sono conformi a giustizia, non c'è nulla di ambiguo o di perverso in esse. 8:9 Sono tutte rette per l'uomo intelligente, giuste per quelli che hanno trovato la scienza.
Giacomo 1:6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un'onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là.
Romani 14:23 Ma chi ha dei dubbi riguardo a ciò che mangia è condannato, perché la sua condotta non è dettata dalla fede; e tutto quello che non viene da fede è peccato.
Matteo 21:21 Gesù rispose loro: «Io vi dico in verità: Se aveste fede e non dubitaste, non soltanto fareste quello che è stato fatto al fico; ma se anche diceste a questo monte: "Togliti di là e gettati nel mare", sarebbe fatto. 21:22 Tutte le cose che domanderete in preghiera, se avete fede, le otterrete».
Matteo 19:26 Gesù fissò lo sguardo su di loro e disse: «Agli uomini questo è impossibile; ma a Dio ogni cosa è possibile».
Nel chiesa cattolica è il culto di devozione riservato ai santi e agli angeli distinto dal culto di latria destinato unicamente a Dio. Il termine fu introdotto da Agostino da Ippona agli inizi de V secolo (De civitate Dei) e successivamente sviluppato da Tommaso d’Aquino nella seconda metà del XIII secolo. Il concilio di Trento del 1546 ne sancì l’istituzione vincolante. La teologia protestante lo considera un’eresia al pari dell’idolatria negando una distinzione tra venerazione e adorazione.
È la definizione delle due nature di Gesù: vero Dio e vero uomo. A seguito dell’eresia di Eutiche (monofisismo*) che negava la doppia natura di Cristo, il papa Leone I convocò il concilio di Calcedonia (451) che sancì la doppia natura di Gesù. Parte della chiesa orientale non accettò ma con la mediazione dell’imperatore Giustiniano (519) la frattura si ricompose. Tutt’oggi sopravvivono tre comunità che lo praticano: quella copta (egiziana ed etiopica), la siriaca giacobita e quella armena.
Antica setta d’origine giudaica sorta all’inizio dell’era cristiana. In essa si affermava che Gesù era un semplice essere umano, figlio di mortali, anche se dotato di particolari carismi che lo differenziavano dagli altri uomini. Usavano un Vangelo simile a quello di Matteo (vangelo degli ebioniti) e avversavano fortemente Paolo e i suoi scritti. Era la parte opposta del docetismo*.
Vi sono non poche incertezze sull’autore, sulla provenienza e sul motivo per cui fu scritta questa epistola diretta ai cristiani ebraici intorno al 68-69 d.C.. In un certo senso possiamo considerarla la “summa” delle dottrine dell’incarnazione (2: 16-181), morte vicaria (9:11-15, 24-282) e sacerdozio regale (6:19-20; 7:15-17, 22-273) di Gesù Cristo. Ogni singolo credente, e quindi la chiesa, è chiamato a un’evoluzione continua (4:1-164; 6:1; 12:1-2, 12-17, 25-285; 13:1-176) avendo come esempi quanti, per la fede, sono degni di nota fin dall’antichità (11:1-207 ►21-408). Di una cosa vi è certezza: fede, sofferenza e disciplina possono essere artefici di vittoria (12:1-139).
Ebrei 2:16 Infatti, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza di Abraamo. 2:17 Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo. 2:18 Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati.
Ebrei 9:11 Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei futuri beni, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione, 9:12 è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna. 9:13 Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurar la purezza della carne, 9:14 quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì sé stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente! 9:15 Per questo egli è mediatore di un nuovo patto. La sua morte è avvenuta per redimere dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, affinché i chiamati ricevano l'eterna eredità promessa. Ebrei 9:24 Infatti Cristo non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano d'uomo, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi; 9:25 non per offrire sé stesso più volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel luogo santissimo con sangue non suo. 9:26 In questo caso, egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla creazione del mondo; ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio. 9:27 Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, 9:28 così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza.
Ebrei 6:19 Questa speranza la teniamo come un'àncora dell'anima, sicura e ferma, che penetra oltre la cortina, 6:20 dove Gesù è entrato per noi quale precursore, essendo diventato sommo sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec. Ebrei 7:15 E la cosa è ancor più evidente quando sorge, a somiglianza di Melchisedec, un altro sacerdote 7:16 che diventa tale non per disposizione di una legge dalle prescrizioni carnali, ma in virtù della potenza di una vita indistruttibile; 7:17 perché gli è resa questa testimonianza: «Tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec». Ebrei 7:22 Ne consegue che Gesù è divenuto garante di un patto migliore del primo. 7:23 Inoltre, quelli sono stati fatti sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare; 7:24 egli invece, poiché rimane in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette. 7:25 Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro. Ebrei 7:26 Infatti a noi era necessario un sommo sacerdote come quello, santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli; 7:27 il quale non ha ogni giorno bisogno di offrire sacrifici, come gli altri sommi sacerdoti, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo; poiché egli ha fatto questo una volta per sempre quando ha offerto sé stesso.
Ebrei 4:1 Stiamo dunque attenti: la promessa di entrare nel suo riposo è ancora valida e nessuno di voi deve pensare di esserne escluso. 4:2 Poiché a noi come a loro è stata annunziata una buona notizia; a loro però la parola della predicazione non giovò a nulla non essendo stata assimilata per fede da quelli che l'avevano ascoltata. 4:3 Noi che abbiamo creduto, infatti, entriamo in quel riposo, come Dio ha detto: «Così giurai nella mia ira: "Non entreranno nel mio riposo!"» E così disse, benché le sue opere fossero terminate fin dalla creazione del mondo. 4:4 Infatti, in qualche luogo, a proposito del settimo giorno, è detto così: «Dio si riposò il settimo giorno da tutte le sue opere»; 4:5 e di nuovo nel medesimo passo: «Non entreranno nel mio riposo!» 4:6 Poiché risulta che alcuni devono entrarci, e quelli ai quali la buona notizia fu prima annunziata non vi entrarono a motivo della loro disubbidienza, 4:7 Dio stabilisce di nuovo un giorno - oggi - dicendo per mezzo di Davide, dopo tanto tempo, come si è detto prima: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!» 4:8 Infatti, se Giosuè avesse dato loro il riposo, Dio non parlerebbe ancora d'un altro giorno. 4:9 Rimane dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio; 4:10 infatti chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue. 4:11 Sforziamoci dunque di entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza. 4:12 Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. 4:13 E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto. 4:14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 4:15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 4:16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.
Ebrei 6:1 Perciò, lasciando l'insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo a quello superiore e non stiamo a porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio, Ebrei 12:1 Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, 12:2 fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio. Ebrei 12:12 Perciò, rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti; 12:13 «fate sentieri diritti per i vostri passi», affinché quel che è zoppo non esca fuori di strada, ma piuttosto guarisca. 12:14 Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore; 12:15 vigilando bene che nessuno resti privo della grazia di Dio; che nessuna radice velenosa venga fuori a darvi molestia e molti di voi ne siano contagiati; 12:16 che nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura. 12:17 Infatti sapete che anche più tardi, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, sebbene la richiedesse con lacrime, perché non ci fu ravvedimento. Ebrei 12:25 Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d'ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo; 12:26 la cui voce scosse allora la terra e che adesso ha fatto questa promessa: «Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo». 12:27 Or questo «ancora una volta» sta a indicare la rimozione delle cose scosse come di cose fatte perché sussistano quelle che non sono scosse. 12:28 Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore!
Ebrei 13:11 Infatti i corpi degli animali il cui sangue è portato dal sommo sacerdote nel santuario quale offerta per il peccato, sono arsi fuori dell'accampamento. 13:12 Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, soffrì fuori della porta della città. 13:13 Usciamo quindi fuori dall'accampamento e andiamo a lui portando il suo obbrobrio. 13:14 Perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura. 13:15 Per mezzo di Gesù, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome. 13:16 Non dimenticate poi di esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete; perché è di tali sacrifici che Dio si compiace. 13:17 Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per la vostra vita come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità.
Ebrei 11:1 Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono. 11:2 Infatti, per essa fu resa buona testimonianza agli antichi. 11:3 Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti. 11:4 Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per mezzo di essa gli fu resa testimonianza che egli era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa, benché morto, egli parla ancora. 11:5 Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio. 11:6 Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano. 11:7 Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò un'arca per la salvezza della sua famiglia; con la sua fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha per mezzo della fede. 11:8 Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava. 11:9 Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, abitando in tende, come Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa, 11:10 perché aspettava la città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e costruttore è Dio. 11:11 Per fede anche Sara, benché fuori di età, ricevette forza di concepire, perché ritenne fedele colui che aveva fatto la promessa. 11:12 Perciò, da una sola persona, e già svigorita, è nata una discendenza numerosa come le stelle del cielo, come la sabbia lungo la riva del mare che non si può contare. 11:13 Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse, ma le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra. 11:14 Infatti, chi dice così dimostra di cercare una patria; 11:15 e se avessero avuto a cuore quella da cui erano usciti, certo avrebbero avuto tempo di ritornarvi! 11:16 Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, poiché ha preparato loro una città. 11:17 Per fede Abraamo, quando fu messo alla prova, offrì Isacco; egli, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito. 11:18 Eppure Dio gli aveva detto: «È in Isacco che ti sarà data una discendenza». 11:19 Abraamo era persuaso che Dio è potente da risuscitare anche i morti; e riebbe Isacco come per una specie di risurrezione. 11:20 Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose future.
11:21 Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e adorò appoggiandosi in cima al suo bastone. 11:22 Per fede Giuseppe, quando stava per morire, fece menzione dell'esodo dei figli d'Israele e diede disposizioni circa le sue ossa. 11:23 Per fede Mosè, quando nacque, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello, e non ebbero paura dell'editto del re. 11:24 Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, 11:25 preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato; 11:26 stimando gli oltraggi di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto, perché aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa. 11:27 Per fede abbandonò l'Egitto, senza temere la collera del re, perché rimase costante, come se vedesse colui che è invisibile. 11:28 Per fede celebrò la Pasqua e fece l'aspersione del sangue affinché lo sterminatore dei primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti. 11:29 Per fede attraversarono il mar Rosso su terra asciutta, mentre gli Egiziani che tentarono di fare la stessa cosa, furono inghiottiti. 11:30 Per fede caddero le mura di Gerico dopo che gli Israeliti vi ebbero girato attorno per sette giorni. 11:31 Per fede Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, avendo accolto con benevolenza le spie. 11:32 Che dirò di più? Poiché il tempo mi mancherebbe per raccontare di Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide, Samuele e dei profeti, 11:33 i quali per fede conquistarono regni, praticarono la giustizia, ottennero l'adempimento di promesse, chiusero le fauci dei leoni, 11:34 spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, guarirono da infermità, divennero forti in guerra, misero in fuga eserciti stranieri. 11:35 Ci furono donne che riebbero per risurrezione i loro morti; altri furono torturati perché non accettarono la loro liberazione, per ottenere una risurrezione migliore; 11:36 altri furono messi alla prova con scherni, frustate, anche catene e prigionia. 11:37 Furono lapidati, segati, uccisi di spada; andarono attorno coperti di pelli di pecora e di capra; bisognosi, afflitti, maltrattati 11:38 loro il mondo non era degno), erranti per deserti, monti, spelonche e per le grotte della terra. 11:39 Tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza per la loro fede, non ottennero ciò che era stato promesso. 11:40 Perché Dio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, in modo che loro non giungessero alla perfezione senza di noi.
Ebrei 12:1 Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, 12:2 fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio. 12:3 Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate perdendovi d'animo. 12:4 Voi non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato, 12:5 e avete dimenticato l'esortazione rivolta a voi come a figli: «Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d'animo quando sei da lui ripreso; 12:6 perché il Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli». 12:7 Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga? 12:8 Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli. 12:9 Inoltre abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo forse molto di più al Padre degli spiriti per avere la vita? 12:10 Essi infatti ci correggevano per pochi giorni come sembrava loro opportuno; ma egli lo fa per il nostro bene, affinché siamo partecipi della sua santità. 12:11 È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recar gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa. 12:12 Perciò, rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti; 12:13 «fate sentieri diritti per i vostri passi», affinché quel che è zoppo non esca fuori di strada, ma piuttosto guarisca.
Diversamente noto anche come “Qohélet” (colui che si rivolge all’assemblea (1:1, 12; 12:11-121), pare identificare Salomone (1:1, 12, 16; 2:4-9, 262) come autore dello scritto. Il filo conduttore dall’inizio (1:23) alla fine (12:14) del testo è l’affermazione della futilità e transitorietà di ogni cosa (1:14; 2:11, 17, 265) persino della stessa vita (3:19-22; 7:1, 156). Nulla di ciò che, della vita terrena, è buono e onorevole è degno di considerazione ai suoi occhi (2:1-2, 15, 26; 6:2; 8:14; 12:27), neppure quanto avviene dopo la morte (11:88). Eppure, nel suo profondo, dimostra di confidare in Dio (2:24-26; 3:14; 7:189) cui tutti devono rendere conto (3:17; 5:2; 12:910). Pare scritto intorno al 350 - 250 a.C.
Ecclesiaste 1:1 Parole dell'Ecclesiaste, figlio di Davide, re di Gerusalemme. Ecclesiaste 1:12 Io, l'Ecclesiaste, sono stato re d'Israele a Gerusalemme, Ecclesiaste 12:11 L'Ecclesiaste, oltre a essere un saggio, ha anche insegnato al popolo la scienza, e ha ponderato, scrutato e messo in ordine un gran numero di sentenze. 12:12 L'Ecclesiaste si è applicato a trovare parole gradevoli; esse sono state scritte con rettitudine, e sono parole di verità.
Ecclesiaste 1:1 Parole dell'Ecclesiaste, figlio di Davide, re di Gerusalemme. Ecclesiaste 1:12 Io, l'Ecclesiaste, sono stato re d'Israele a Gerusalemme, Ecclesiaste 1:16 Io ho detto, parlando in cuor mio: «Ecco io ho acquistato maggiore saggezza di tutti quelli che hanno regnato prima di me a Gerusalemme; sì, il mio cuore ha posseduto molta saggezza e molta scienza». Ecclesiaste 2:4 Io intrapresi grandi lavori; mi costruii case; mi piantai vigne; 2:5 mi feci giardini, parchi, e vi piantai alberi fruttiferi di ogni specie; 2:6 mi costruii stagni per irrigare con essi il bosco dove crescevano gli alberi; 2:7 comprai servi e serve, ed ebbi dei servi nati in casa; ebbi pure greggi e armenti, in gran numero, più di tutti quelli che erano stati prima di me a Gerusalemme; 2:8 accumulai argento, oro, e le ricchezze dei re e delle provincie; mi procurai dei cantanti e delle cantanti e ciò che fa la delizia dei figli degli uomini, cioè donne in gran numero. 2:9 Così divenni grande e superai tutti quelli che erano stati prima di me a Gerusalemme; la mia saggezza rimase essa pure sempre con me. Ecclesiaste 2:26 Poiché Dio dà all'uomo che egli gradisce, saggezza, intelligenza e gioia; ma al peccatore lascia il compito di raccogliere, di accumulare, per lasciare poi tutto a colui che è gradito agli occhi di Dio. Anche questo è vanità e un correre dietro al vento.
Ecclesiaste 1:2 Vanità delle vanità, dice l'Ecclesiaste, vanità delle vanità, tutto è vanità.
Ecclesiaste 12:10 «Vanità delle vanità», dice l'Ecclesiaste, «tutto è vanità».
Ecclesiaste 1:14 Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento. Ecclesiaste 2:11 Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevan fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole. Ecclesiaste 2:17 Perciò ho odiato la vita, perché tutto quello che si fa sotto il sole mi è divenuto odioso, poiché tutto è vanità, un correre dietro al vento. Ecclesiaste 2:26 Poiché Dio dà all'uomo che egli gradisce, saggezza, intelligenza e gioia; ma al peccatore lascia il compito di raccogliere, di accumulare, per lasciare poi tutto a colui che è gradito agli occhi di Dio. Anche questo è vanità e un correre dietro al vento.
Ecclesiaste 3:19 Infatti, la sorte dei figli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l'uno,
Ecclesiaste 2:1 Io ho detto in cuor mio: «Andiamo! Ti voglio mettere alla prova con la gioia, e tu godrai il piacere!» Ed ecco che anche questo è vanità. 2:2 Io ho detto del riso: «È una follia»; e della gioia: «A che giova?» Ecclesiaste 2:15 Perciò ho detto in cuor mio: «La sorte che tocca allo stolto toccherà anche a me; perché dunque essere stato così saggio?» E ho detto in cuor mio che anche questo è vanità. Ecclesiaste 2:26 Poiché Dio dà all'uomo che egli gradisce, saggezza, intelligenza e gioia; ma al peccatore lascia il compito di raccogliere, di accumulare, per lasciare poi tutto a colui che è gradito agli occhi di Dio. Anche questo è vanità e un correre dietro al vento. Ecclesiaste 6:2 eccone uno a cui Dio dà ricchezze, tesori e gloria, al punto che nulla gli manca di tutto ciò che può desiderare, ma Dio non gli dà il potere di goderne; ne gode uno straniero. Ecco una vanità, un male grave. Ecclesiaste 8:14 C'è una vanità che avviene sulla terra; ed è che vi sono dei giusti i quali sono trattati come se avessero fatto l'opera degli empi, e ci sono degli empi i quali sono trattati come se avessero fatto l'opera dei giusti. Io ho detto che anche questo è vanità. Ecclesiaste 12:2 Bandisci dal tuo cuore la tristezza, e allontana dalla tua carne la sofferenza; poiché la giovinezza e l'aurora sono vanità.
Ecclesiaste 11:8 Se dunque un uomo vive molti anni, si rallegri tutti questi anni e pensi ai giorni delle tenebre, che saranno molti; tutto quello che avverrà è vanità.
Ecclesiaste 2:24 Non c'è nulla di meglio per l'uomo del mangiare, del bere e del godersi il benessere in mezzo alla fatica che egli sostiene; ma anche questo ho visto che viene dalla mano di Dio. 2:25 Infatti, chi senza di lui può mangiare o godere? 2:26 Poiché Dio dà all'uomo che egli gradisce, saggezza, intelligenza e gioia; ma al peccatore lascia il compito di raccogliere, di accumulare, per lasciare poi tutto a colui che è gradito agli occhi di Dio. Anche questo è vanità e un correre dietro al vento. Ecclesiaste 3:14 Io ho riconosciuto che tutto quel che Dio fa è per sempre; niente c'è da aggiungervi, niente da togliervi; e che Dio fa così perché gli uomini lo temano. Ecclesiaste 7:18 È bene che tu ti attenga fermamente a questo, e che non allontani la mano da quello; chi teme Dio infatti evita tutte queste cose.
Ecclesiaste 3:17 e ho detto in cuor mio: «Dio giudicherà il giusto e l'empio poiché c'è un tempo per il giudizio di qualsiasi azione e, nel luogo fissato, sarà giudicata ogni opera». Ecclesiaste 5:2 Non essere precipitoso nel parlare e il tuo cuore non si affretti a proferir parola davanti a Dio; perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra; le tue parole siano dunque poche; Ecclesiaste 12:9 prima che la polvere torni alla terra com'era prima, e lo spirito torni a Dio che l'ha dato.
L’ecclesiologia, o dottrina della chiesa, è quella branca della teologia che contrappone, confronta e sviluppa la forza della sua origine, natura e attributi in relazione al continuo mutamento imposto da varie problematiche (controversie, eresie) e dai cambiamenti derivanti dai tempi, dai rapporti sociali (es. la schiavitù) e da altre circostanze sia in seno alla chiesa, sia con altri credi. Proprio per la grande diversità di maturità spirituale dei singoli, Agostino da Ippona ricorda che l’indegnità personale non compromette l’insegnamento della Chiesa perché basato sulla persona di Gesù.
Termine biblico che denota un’unità composta da più elementi. Esempi tipici: “un grappolo d’uva”, “una congregazione composta da molte persone” oppure “I due diverranno una sola carne” (Ge 2:24; cf Mc 12:291) dove Gesù non usa mono (uno numerico) bensì hen (che indica pluralità nell’unità. Echad è diverso dall’ebraico yachid che è l’uno numerico (Ho letto un libro). Echad si trova in De 6:42con il significato di “unico”. Vedi Trinità*
Genesi 2:24 Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne. Marco 12:29 Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l'unico Signore:
Deuteronomio 6:4 Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l'unico SIGNORE.
È un tentativo ideologico volto a ricercare l’unità di tutti i credenti superando i contrasti dottrinali, facendo leva sui valori comuni dell’universalità della predicazione del Vangelo (Mt 24:141). Nasce dalla Conferenza Mondiale di Edinburgo (1910) e, negli anni, registra l’adesione di molte chiese sulla base sia di una collaborazione sociale sia su un’espressione di fede comune. Si può certamente plaudere al tentativo ma che ne è, alla fine, della VERITÀ scritturale posta in secondo piano per esigenze di convivenza?
Matteo 24:14 E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine.