Dizionario Biblico

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Controriforma cattolica (dal latino contra – contro e reformâre – riformare - dal greco katholikos - universale)

È il movimento con cui la Chiesa cattolica, nel XVI e XVII secolo, reagì alla riforma protestante. In seguito alle contestazioni di M. Lutero si cercò di arginare il diffondersi del protestantesimo. Fu convocato il concilio di Trento (1537), istituito il Sant’uffizio inquisitore (1542) cercando un’ipotesi d’intesa nei colloqui di Ratisbona (1541-43). Il concilio fallì, sviluppando, in seguito, la preminenza della gerarchia. Proibì la diffusione delle Scritture in lingua volgare (1564) riformando il Catechismo (1566), il Breviario (1568) e il Messale (1570). Fu istituito l’indice dei libri proibiti (1571).

Controversia ariana    vedi: Arianesimo  
Controversia donatista    vedi: Donatismo  

Corrente religiosa, decisamente anticattolica, sorta nei IV secolo a Cartagine da Donato vescovo della città. Da puristi, non accettavano il rientro nella chiesa dei “lapsi* - caduti”, cioè quanti avevano abiurato in seguito alla persecuzione di Diocleziano. Il battesimo ministrato da questi “traditori” doveva essere rifatto da un ministro rimasto fedele. Combattuti da Ottato di Milevi e Agostino, questi insegnamenti furono respinti nel concilio di Cartagine del 411 d.C.

Controversia pelagiana    vedi: Pelagianesimo  

Eresia diffusasi nella prima metà del V secolo ad opera del monaco Pelagio (forse originario della Britannia). Riteneva che l’uomo avesse la capacità di salvarsi grazie alla forza morale (le opere) datagli da Dio senza il bisogno della grazia. Negava la trasmissione del peccato originale, ritenendo, perciò, inutile il battesimo dei bambini. Avversata da Agostino, fu condannata nel concilio di Cartagine del 418 d.C.

Controversia religiosa (dal latino controversia(m))

Conflitto di opinioni e convinzioni religiose derivanti da differenti interpretazioni, spesso gravissime, della Parola di Dio, che possono ingenerare dispute e discussioni a più livelli.

Controversia sul battesimo dei bambini    vedi: Pedobattesimo  

Questa prassi si è instaurata tra il 2°e il 3° secolo favorita da Origene, giustificando l’urgenza della grazia. Combattuta da Tertulliano sostenendo la necessità di una “conoscenza personale di Cristo”. 1) Biblicamente è privo di un esplicito fondamento. (Mc 16:161) indica che bisogna prima credere per, poi, essere battezzati; 2) Porta a diventare cristiani per “nascita o appartenenza”; 3) È inidoneo proprio perché privo dell’elemento più importante: il discepolato (Mt 28:192).

Marco 16:16 Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato.

Matteo 28:19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,

Controversia sul filioque

Formula dogmatica del credo niceno (325), cui è rimasta fedele la Chiesa orientale, in cui si afferma che: lo Spirito Santo “procede dal Padre” che è l’origine di tutto (Figlio e S.S. compresi). Il Figlio è generato dal Padre mentre lo S.S. procede (per evitare una doppia derivazione) dal Padre. La chiesa occidentale, a partire dal IX secolo, approfondì il pensiero affermando che lo S.S. procede dal Padre e dal Figlio (filioque in latino); quindi una “doppia processione”. Inevitabile lo scisma (1054).

Conversione (dal latino conversione(m) – da convertere – rivoltare, convertire)

È il primo passo del peccatore verso Dio. Oltre a essere necessaria per raggiungere la salvezza (Gv 3:31) può avvenire solo per grazia, per fede e per l’opera potente dello Spirito Santo (At 11:212). L’uomo, schiacciato dal peccato (Ef 2:13), può solo sperare nella bontà di Dio per giungere al ravvedimento (Ro 2:44). La confessione del peccato (At 3:195), il proponimento e il cambiamento di vita possono farci divenire nuove creature (2 Co 5:16-176) tramite la nuova nascita (Mt18:37).

Giovanni 3:3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio».

Atti 11:21 La mano del Signore era con loro; e grande fu il numero di coloro che credettero e si convertirono al Signore.

Efesini 2:1 Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati,

Romani 2:4 Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?

Atti 3:19 Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati

2Corinzi 5:16 Quindi, da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista umano; e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così. 5:17 Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.

Matteo 18:3 «In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.

Cooperazione divina (dal latino cooperatione(m) - cooperazione)

La cooperazione è la condivisione di un’azione per il raggiungimento di un beneficio comune. Applicata a Dio è il modo con cui Egli continua a rendere attive le azioni delle Sue creature facendo sì che vi siano anche altre forze coinvolte nell’operatività come, ad esempio, le leggi della natura e della volontà dell’uomo sempre e comunque sotto il Suo controllo tanto nel bene quanto nel male. Questo fa sì che ogni azione sia, nel contempo, opera di Dio e dell’uomo. Ovviamente questo esclude ogni responsabilità divina per il peccato (De 8:18; Sl 104:20-21; Am 3:6; Mt 5:45; Fl 2:131).

Deuteronomio 8:18 Ricòrdati del SIGNORE tuo Dio, poiché egli ti dà la forza per procurarti ricchezze, per confermare, come fa oggi, il patto che giurò ai tuoi padri. Salmi 104:20 Tu mandi le tenebre e si fa notte; in essa si muovono tutte le bestie della foresta. 104:21 I leoncelli ruggiscono in cerca di preda e chiedono a Dio il loro cibo. Amos 3:6 Squilla forse la tromba in una città, senza che il popolo tremi? Piomba forse una sciagura sopra una città, senza che il SIGNORE ne sia l'autore? Matteo 5:45 … affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Filippesi 2:13 … infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo.

Coppiere (deriv di coppa)

Il coppiere era un ufficiale di corte che aveva l’esclusivo compito di assaggiare e servire il vino al sovrano. Nella Bibbia ne troviamo riscontro nell’episodio di Giuseppe che interpreta i sogni dei servitori personali, prigionieri, del faraone (Ge 40:1-111); Neemia stesso era stato coppiere del re Artaserse (Ne 1:11; 2:12). Accedere a tale compito comportava, oltre che una fiducia smisurata da parte del sovrano, anche un elevato rischio. Anche se la Bibbia non ce ne riporta esempi, chi voleva attentare alla vita del sovrano doveva considerare l’ostacolo del coppiere facendone, pertanto, o un complice o un “martire”.

Genesi 40:1 Dopo queste cose, il coppiere e il panettiere del re d'Egitto offesero il loro signore, il re d'Egitto. 40:2 Il faraone s'indignò contro i suoi due ufficiali, contro il capo dei coppieri e il capo dei panettieri; 40:3 e li fece mettere in carcere nella casa del capo delle guardie, nella stessa prigione dove Giuseppe stava rinchiuso. 40:4 Il capitano delle guardie li affidò alla sorveglianza di Giuseppe, il quale li serviva. Essi rimasero in prigione per un certo tempo. 40:5 In una medesima notte, il coppiere e il panettiere del re d'Egitto, che erano rinchiusi nella prigione, ebbero tutti e due un sogno, un sogno per uno, e ciascun sogno aveva il suo significato particolare. 40:6 Giuseppe, venuto la mattina da loro, li guardò e li vide tutti turbati. 40:7 Interrogò allora gli ufficiali del faraone che erano con lui in prigione nella casa del suo padrone, e disse: «Perché oggi avete il viso così triste?» 40:8 Quelli gli risposero: «Abbiamo fatto un sogno e non c'è nessuno che ce lo interpreti». Giuseppe disse loro: «Le interpretazioni non appartengono a Dio? Raccontatemi i sogni, vi prego». 40:9 Allora il capo dei coppieri raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli disse: «Nel mio sogno, mi stava davanti una vite; 40:10 in quella vite c'erano tre tralci; mi pareva che essa germogliasse, poi fiorisse, e desse infine dei grappoli d'uva matura. 40:11 Io avevo in mano la coppa del faraone; presi l'uva, la spremetti nella coppa del faraone e diedi la coppa in mano al faraone».

Neemia 1:11 Signore, te ne prego, siano i tuoi orecchi attenti alla preghiera del tuo servo e alla preghiera dei tuoi servi, che vogliono temere il tuo nome; e concedi oggi, ti prego, successo al tuo servo, e fa' che egli trovi pietà presso quest' uomo». A quel tempo io ero coppiere del re. Neemia 2:1 Nel mese di Nisan, il ventesimo anno del re Artaserse, il vino stava davanti al re; io lo presi e glielo versai. Io non ero mai stato triste in sua presenza.




 
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