Dizionario Biblico

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Vizio (dal latino vitiu(m) – difetto)

IL vizio è l’abitudine inveterata a praticare il male. Con il peccato originale, la corruzione, di cui il vizio è un’espressione, dilagò nel mondo (Ge 6:11-12; Gr 6:281) La Parola, non solo biasima chi lo pratica (Pr 11:3; 12:82), ma lo condanna con forza (Is 5:18; Gr 5:28-29; Ez 7:22-24; 9:9-103). Il credente, quindi, proprio perché ama Dio (Pr 3:32; 8:134), non solo lo rifiuta (Pr 4:245) ma si propone attivamente nella lotta (Sl 101:1-86). Guai agli impenitenti (Ro 1:28-327).

Volpe (dal latino volpe(m) - volpe)

La volpe è un canide carnivoro (Sl 63:101) di medie dimensioni con muso affusolato, trono slanciato, zampe robuste e pelliccia di valore. Di origine eurasiatica vive in coppie riproduttive ed è presente nell'intero emisfero boreale. Nella Bibbia simboleggia i falsi profeti, distruttori spirituali con le loro mistificazioni (Ez 13:42). Gesù paragonando Erode a una volpe asserisce, senza fraintendimenti, la sua astuzia subdola (Lc 13:31-323). Rappresenta la distruttività dei rapporti (Cc 2:154) e, nel contempo, la saggezza spirituale e il discernimento (Lc 9:585).

Vulgata (dal latino eccles. editionem vulgatam - edizione diffusa)

Una versione della Bibbia scritta in Latino da Girolamo (c. 347-420) che divenne la versione ufficiale della Chiesa cattolica romana. Nonostante sia un’ottima traduzione, specialmente se si considera il periodo in cui fu redatta, contiene errori che hanno segnato la storia della stessa chiesa, come, p. e., l’esortazione “ravvedetevi” tradotta con “fate penitenza”, che ha portato a pensare che il sacrificio di Gesù sulla croce non sia sufficiente per salvare appieno.

Xenoglossia (dal greco xènos - straniero e glôssa - lingua)

La xenoglossia è un miracolo dello Spirito Santo che permette di parlare in modo corretto e sciolto, una o più lingue realmente note ma completamente sconosciute a chi le proferisce (At 2:4-81). È, pertanto, un aspetto del dono delle lingue diretto verso l’esterno, quale segno per i non credenti (1 Co 14:222). Non è da confondere con la glossolalia, il “parlare in lingue” espresso da Paolo poiché questo è diretto verso l’interno, cioè per il bene della comunità tramite l’interpretazione (1 Co 14:5, 13, 27-283) o verso Dio (1 Co 14:24) come espressione estatica personale.

Xilofago (composto da xilo e fago - mangiatore di legno - tarlo)

È questo il nome attribuito a ogni insetto le cui larve rodendo il legno vi scavano ramificate gallerie. In senso figurato, il tarlo rappresenta il male (Pr 12:4; 14:301) , il disfacimento (Gb 13:282) , il pungolo (Os 5:123) , il tormento del castigo (Gb 4:19; Gb 27:18; Sl 39:114) , l’angoscia che pervade l’animo di chi ne è preda (Is 51:8; Ac 3:165) . È, altresì, sinonimo di dubbio (Ge 3:1-6; 1Ti 6:20-21; Gm 1:13-146) e rancore (Mc 6:18-197) .

YHWH    vedi: Tetragrammaton  
Yom kippur (dall"ebraico Yom haKippurim - giorno di quanti espiano)

Lo Yom Kippur celebra il giorno dell’espiazione delle colpe d’Israele (Es 30:10; Le 23:27-31; 25:9; Nu 29:7-111). Si celebra il decimo giorno di tishri (settembre – ottobre) ed è considerato il giorno più importante pur non essendo tra le feste principali. Con l’espiazione delle colpe, si può accedere alla riconciliazione con Dio e ciò è consentito dal rito del sangue espiatorio operato dal Sommo Sacerdote all’interno del “Luogo Santissimo”, per sé e l’intera nazione, un’unica volta l’anno. Digiuno e astinenza totali sono inderogabili. Gesù, però, è garante di un sacerdozio migliore (Eb 7:17, 26-272).

Zaccaria, libro di (Zaccaria = l"Eterno s"è ricordato)

In sintesi, se per Aggeo, suo coevo e collaboratore (Ed 5:1-21), il messaggio divino è: “Non temete, ogni risorsa mi appartiene! Io sono con voi!” (4:62), per Zaccaria (1:13), invece, s’identifica in un accorato invito al ravvedimento – “Tornate a me … e io tornerò a voi!” (1:2-64). Con una serie di otto visioni escatologiche (inizio 519 a.C.) annuncia l’avvento del regno messianico (1:7-21; 2:1-105); (3:1-10; 4:1-146); (5:1-11; 6:1-87). Con evidente accuratezza descrive gli appellativi qualificanti il futuro Messia (3:1-8; 4:7; 9:9-10; 11:7-14; 12:8-108), ne predice il prezzo del tradimento (11:12-239) e ne prefigura l’atto del trionfo finale (14:3-1610).

Zelo (dal greco zêlos - entusiasmo)

Lo zelo è quella forza interiore che spinge, senza sosta, al perseguimento di un preciso obiettivo. Biblicamente può anche acquisire il significato di “geloso” (Es 20:4-61) e può essere messo in relazione all’amore, alla misericordia e alla giustizia di Dio per il Suo popolo (Gs 24:16-24; Is 26:11; 63:7-15; Ez 36:5-62). Quanto al credente, egli lo fa suo unendosi al grido del Salmista (Sl 69:6-9; 119:137-1423). Certamente da solo non basta (Pr 19:24) ma, di sicuro, è condizionante (Ef 6:12-185) perciò caldamente consigliato (Ro 2:6-11; Ap 3:18-196).

Zeloti (dal greco zelotes da zêlos - zelo)

Gli zeloti erano i membri di una fazione politico-religiosa molto attiva in Palestina alla fine del I° secolo a.C. Animati da un grande fervore per Dio e da un profondo nazionalismo, si opposero in ogni modo al dominio romano (specie nella rivolta tra il 66-70 d.C.) fino a giungere al massacro della loro ultima roccaforte: Masada (73 d.C.). Erano chiamati anche “sicari” per la corta spada (sica) che portavano celata tra le vesti. L’apostolo Simone era chiamato così (Lc 6:12-15; At 1:131). Lo stesso Barabba (Mc 15:6-11; Lc 23:17-252), pare ormai accertato, era un fervente zelota.




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