Dizionario Biblico
Se riferita a Dio, è il soccorso che il Creatore, nel Suo grande amore, dispone per l’intera Sua opera (Sl 36:5-9; 104:27-28; 136:25-26;145:8-10; Mt 6:25-26; 10:29-311) che ne è letteralmente pervasa (Sl 139:1-72). Essa veglia del continuo (Sl 121:1-83) sul bene dei Suoi figli (Sl 37:25-28; 91:1-16; 140:6-74) ne soddisfa i bisogni primari (Sl 104:10-15; 136:255), esercita il Suo controllo sulla natura (Ge 8:22; Gb 37:9-136) fin nelle cose più insignificanti (Mt 10:29-30; Lc 21:17-186). La vita stessa ne dipende (Sl 31:15; 39:4-57).
L’uomo prudente è colui che pondera prima di parlare e agire, che evita le inutili contrapposizioni e i pericoli che ne possono insorgere. La Bibbia si esprime con dovizia di particolari sulle qualità che l’uomo assennato deve avere o dimostrare; eccone alcune: in primo luogo deve saper discernere la propria strada (Pr 15:211) facendo attenzione ai propri passi (Pr 14:152). Deve agire con conoscenza (Pr 13:163) al fine di aumentare la sua scienza (Pr 14:18; 18:154) senza mettere in piazza le sue conoscenze (Pr 12:235). Oltre a essere un lavoratore infaticabile (Pr 10:56) deve essere calmo (Pr 17:277), capace di tacere (Pr 11:12; Am 5:138) frenare le sue labbra (Pr 10:199) e dissimulare gli affronti subiti (Pr 12:1610).
La prudenza è la qualità di chi sa evitare inutili rischi agendo con cautela e assennatezza. La Bibbia ci fornisce moltissimi proverbi su tale materia (Pr 6:32; 7:6-9; 9:4-6, 16-17; 10:13, 21; 11:12; 12:8-11 ;1 ►13:15; 15:21, 32; 16:22; 17:16, 18; 18:2; 19:8, 11; 23:9; 24:3, 30-31;28:16; Ec 7:7; 10:32). Giosafat, rivolgendosi ai giudici, la raccomandò nell’amministrare la giustizia (2 Cr 19:5-73). Daniele usò gran tatto nel rivolgersi ad Arioc, capo delle guardie, uscito per uccidere i saggi che non avevano saputo interpretare il sogno del re (Da 2:16-184). Davide elogia Abigail per il suo senno (1 Sa 25:335), cosa che fece, altresì, Coram re di Tiro nei confronti di Salomone (2 Cr 2:11-126): Conoscendone l’importanza, il giusto supplica il Signore di concederglielo in abbondanza (Sl 119:65-687).
La pseudo-epigrafia, per alcuni, era un’antica pratica “frodatoria” con la quale un anonimo scrittore, convinto di essere sospinto dallo Spirito Santo, scriveva attribuendo la paternità dell’opera a uno scrittore molto noto. Per i fautori, invece, era giustificata perché non implicava una sostituzione di persona, bensì, identificava la linea di pensiero cui lo scrittore riteneva di appartenere. Con questa pratica, infatti, s’intendeva dare sostegno o enfatizzare il pensiero dell’autore più noto.
La psicologia e la scienza che studia il comportamento e i processi mentali dell’uomo. Prevede. tra l’altro, uno studio sull’intima conoscenza dell’anima umana. Si suddivide in diverse branchie: 1) – analitica (di cui C.G. Jung è uno degli esponenti maggiori); 2) – filosofica (studia i problemi dell’essenza dell’anima); 3) - della forma (gestaltismo – studio dei fenomeni psichici nel loro complesso); 4) - evolutiva (studia lo sviluppo evolutivo dell’uomo come singolo e come gruppo); 5) – del profondo (studia i processi inconsci, non coscienti); del lavoro (psicotecnica, applicazione di procedimenti psicologici nella vita economica commerciale e industriale); sociale (studia il comportamento degli individui nella società).
La psicosomatica è lo studio che riguarda gli effetti dei fenomeni psichici sull’organismo, in pratica ciò che riguarda l’interazione tra mente e corpo, cioè, delle disfunzioni o delle lesioni che hanno, come origine o concausa, fattori psicologici. Esempi classici sono l’ulcera gastroduodenale, l’ipertensione arteriosa, l’emicrania e l’asma.
La psicoterapia è una scienza estremamente personale, infatti, cura i disturbi mentali e del disadattamento con una tecnica psicologica in cui è fondamentale il rapporto di fiducia tra medico e paziente. La psicoterapia può essere di tipo analitico (psicoanalisi), non analitico (con terapie suggestive) e a indirizzo relazionale. Può interessare il singolo soggetto in sé oppure all’interno di un gruppo. Può usare l’ipnosi, terapie comportamentali o liberatorie dell’espressività corporea.
Detti anche gabellieri*, erano gli esattori delle imposte (Lc 5:27-291). In proprio o in consorteria riscuotevano, per conto delle autorità romane, i tributi imposti ai territori occupati. Di certo non erano molto amati dagli Ebrei, vuoi per il tipo di lavoro svolto, che per l’impurità che ne derivava; tanto per la drasticità (Lc 3:132) quanto per l’usura spesso praticata (Lc 19:2, 83). Eppure Gesù ha un plauso per loro (Mt 21:31-32; Lc 3:12-134) e li usa spesso come termine di paragone nella Sua diatriba con i farisei (Mt 11:19; 21:31-32; Mc 2:15-16; Lc 5:29-30; 7:34; 15:1-25).
La pubertà è quella fase dello sviluppo umano, particolarmente delicata, compresa tra gli undici e i quindici anni circa, in cui avvengono fondamentali cambiamenti ormonali, biologici e psicologici che indirizzano il pubescente verso l’età riproduttiva. Biblicamente, con l’adolescenza si entra a pieno titolo nel mondo delle responsabilità individuali (Ge 8:21; Gr 22:21; 32:301), anche se è ancora considerata vanità (Ec 11:102). Di certo è il miglior momento per ricercare Dio (Ec 12:13) e a tal proposito Gesù ci offre un prezioso scorcio della Sua pubertà (Lc 2:42-49, 524).
Il pudore è un atteggiamento di riserva e vergogna nell’esibire la propria intimità corporale e nell’affrontare, con altri, argomenti scabrosi, specie per quanto attiene la sfera sessuale. Proprio per la delicatezza di tale argomento la Bibbia pone molti veti (Le 18:7-20; 20:17-21; etc.1) fino a rasentare quasi l’eccesso (Es 20:26; 28:42-432). Metaforicamente, per il suo peccato, Gerusalemme è descritta come senza pudore (La 1:8; Ez 16:36-373). L’apostolo Paolo, oltre alla modestia, raccomanda alle donne la ricerca di