Dizionario Biblico

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Paradiso (da para-daeza – recinto – tratto dall’“Avesta”, un arcaico libro della religione zoroastriana, la cui lingua iranica si parlava nella regione omonima)

Dal N.T. è il luogo, o meglio, la condizione di eterna beatitudine, in cui le anime di quanti sono salvati, godono della presenza e completa comunione con Dio (Ap 2:71) in cui la Sua gloria compenetra e si esprime, in ogni atto, con un flusso di lode continua e adorazione eterna. Gli Ebrei non avevano dogmi in merito, alcuni, però, lo concepivano in due stadi in cui il primo, lo sheol o “seno di Abramo” (Lc 23:432), accoglieva le anime dei giusti appena defunti (Lc 16:223), in attesa della resurrezione. Gesù stesso vi andò (Ef 4:9-10; At 2:27, 31-324) ma … (At 10:40-41; 1 Co 15:205).

Apocalisse 2:7 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò da mangiare dell'albero della vita, che è nel paradiso di Dio.

Luca 23:43 Gesù gli disse: «Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso».

Luca 16:22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto.

Efesini 4:9 Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra? 4:10 Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa. Atti 2:27 perché tu non lascerai l'anima mia nel soggiorno dei morti, e non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione. Atti 2:31 previde la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subito la decomposizione. 2:32 Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni.

Atti 10:40 Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e volle che egli si manifestasse 10:41 non a tutto il popolo, ma ai testimoni prescelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. 1Corinzi 15:20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti.

Paradossi di Paolo nella 2a lettera ai Corinzi (dal greco parádoxon – contrario alla comune opinione comp. da para – presso, accanto e dóxa - opinione)

Leggendo in (2 Co 4:16-181) scopriamo che Dio usa l’afflizione per modellare Paolo e questi la muta in momentanea leggera sofferenza (1 Pt 4:1, 13-14; 2 Co 1:42). Ecco la stranezza: le sofferenze sono poca cosa se paragonate al peso eterno della gloria. In 2 Co 6:8-103. sono elencati nove paradossi. Paolo, privo di tutto, sopporta ogni cosa perché Dio lo sostiene (2 Co 4:7-94), nondimeno arricchisce molti (Ef 3:85). Sempre in (2 Co 12:106) scopriamo che nella debolezza, per la forza di Cristo, Paolo si sente spiritualmente forte. La potenza di Cristo (v. 97) contrapposta alla debolezza umana (2 Co 4:78) affinché la lode sia solo per Dio (2 Co 10:17-189). Anziché rimuovere la difficoltà Dio lo benedice in essa.

2Corinzi 4:16 Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. 4:17 Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, 4:18 mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.

1Pietro 4:1 Poiché dunque Cristo ha sofferto nella carne, anche voi armatevi dello stesso pensiero, che, cioè, colui che ha sofferto nella carne rinuncia al peccato, 1Pietro 4:13-14 Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. 4:14 Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi! Perché lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su di voi. 2Corinzi 1:4 … il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione;

2Corinzi 6:8 … nella gloria e nell'umiliazione, nella buona e nella cattiva fama; considerati come impostori, eppure veritieri; 6:9 come sconosciuti, eppure ben conosciuti; come moribondi, eppure eccoci viventi; come puniti, eppure non messi a morte; 6:10 come afflitti, eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!

2Corinzi 4:7 La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione. 4:8 Fratelli, non vogliamo che ignoriate, riguardo all'afflizione che ci colse in Asia, che siamo stati molto provati, oltre le nostre forze, tanto da farci disperare perfino della vita. 4:9 Anzi, avevamo già noi stessi pronunciato la nostra sentenza di morte, affinché non mettessimo la nostra fiducia in noi stessi, ma in Dio che risuscita i morti

Efesini 3:8 A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo

2Corinzi 12:10 Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte.

2Corinzi 12:9 … ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me.

2Corinzi 4:7 Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi.

2 Corinzi 10:17-18 Ma chi si vanta, si vanti nel Signore. 10:18 Perché non colui che si raccomanda da sé è approvato, ma colui che il Signore raccomanda.

Paralipomeni (dal greco paraleipómena – letteralmente, cose ommesse – aggiungere)

I paralipomeni individuano qualcosa che è stata ommessa e che, pertanto, va integrata. I paralipomeni sono un’opera che è l’integrazione o la continuazione di una precedente. Per quanto concerne la Bibbia, i paralipomeni altri non sono che i libri delle Cronache suddivisi in due parti di cui la prima deputata alle genealogie da Adamo a Salomone; la seconda, invece, narra la storia del regno di Giuda da Davide fino alla fine della cattività. I libri delle Cronache sono il completamento dei libri dei Re.

Paralisi (dal greco parŕlysis - paralisi)

Con tale termine si identifica un disturbo della funzione motoria attiva, parziale o totale, di alcuni muscoli scheletrici a seguito di lesioni nervose di una catena di neuroni della corteccia cerebrale o del midollo spinale causati da traumi cerebrali o spinali di vario genere (con o senza fuoriuscita di materiale cerebrale), emorragie cerebrali (per versamenti negli spazi e nei tessuti più o meno profondi), paralisi cerebrale (per lesioni o anomalie nel nascituro fino all’età di due anni, infezioni), atrofia muscolare (per immobilità o presenza di lesioni), neurofibromatosi (ereditaria, caratterizzata dall’insorgenza di tumori a livello del sistema nervoso), sindrome post poliomielitica (debolezza muscolare progressiva). La loro gravità dipende dal tratto interessato, centrale o periferico e si differenziano in: monoplegia (un solo arto coinvolto); emiplegia (metà del corpo); tetraplegia (i 4 arti); paraplegia (arti inferiori); diplegia (due parti simmetriche del corpo) e altre parti minori coinvolte. Le speranze per una migliore qualità di vita sono, ora, basate su una terapia genica che ripari, almeno in parte, i danni al midollo spinale.

Paralitico di Capernaum, il

Soggetti: Gesù, ospite in una modesta casa di Capernaum, in Giudea; un uomo colpito da paralisi; quattro amici. Conosciamo il racconto descritto dai tre sinottici. Ci è detto che vista la calca e la conseguente impossibilità di raggiungere il Maestro, i quatto amici salirono sul tetto di paglia e fango, ne scoperchiarono una parte e vi calarono la lettiga. Probabilmente non sono stati solo l’amicizia e l’affetto a muovere quei cuori, bensì la certezza nel potere guaritore di Gesù, se il malato fosse giunto alla Sua presenza. Come possiamo chiamarla se non fede! Gesù vedutili, non poté non agire. Esordisce, però, in modo strano: “Coraggio! I tuoi peccati ti sono perdonati!”. Apriti cielo! I farisei presenti non aspettavano altro: “Ha bestemmiato!”. La loro incredulità li ha resi incapaci di comprendere che ciò che Gesù offriva era molto più grande e importante della guarigione fisica, infatti, non riconoscendo la Sua divinità, non potevano ammettere che facesse propria una qualità spettante unicamente a Dio. La guarigione del corpo era un problema secondario, ciò che a Gesù premeva era la guarigione del cuore!

Paralitico, guarigione di un (dal greco paralytikós da paralysis - paralisi)

Che si riferisce o che è colpito dalla paralisi. I sinottici ci riferiscono di questo primo miracolo avvenuto in Galilea nella cittadina di Capernaum sulla riva nord-occidentale del Mar di Galilea (Mt 9:1-8; Mc 2:1-12; Lc 5:17-261). Nella sinagoga dello stesso luogo avvenne la guarigione di un uomo dalla mano paralizzata (Mt 12:9-13; Mc 3:1-5; Lc 6:6-112). Durante un viaggio verso Gerusalemme (forse proveniente dalla Perea), Gesù, mentre, di sabato, insegnava in una sinagoga, vide una donna curva da 18 anni. Dopo averle imposto le mani la disse: “Donna sei libera dalla tua infermità!” (Lc 13:10:173). A Gerusalemme, invece, presso i cinque portici della piscina di Betesda (casa della misericordia), fu guarito un uomo infermo da 38 anni (Gv 5:1-154). Anche Pietro giunto in visita pastorale a Lidda (una ventina di chilometri da Ioppe) guarì un uomo di nome Enea, paralizzato da 8 anni (At 9:32-355).

Matteo 9:1 Gesù, entrato in una barca, passò all'altra riva e venne nella sua città. 9:2 Ed ecco gli portarono un paralitico disteso sopra un letto. Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, coraggio, i tuoi peccati ti sono perdonati». 9:3 Ed ecco alcuni scribi pensarono dentro di sé: «Costui bestemmia».9:4 Ma Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nei vostri cuori? 9:5 Infatti, che cos'è più facile, dire: "I tuoi peccati ti sono perdonati" o dire: "Àlzati e cammina"? 9:6 Ma, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra autorità di perdonare i peccati, àlzati», disse allora al paralitico, «prendi il tuo letto e va' a casa tua». 9:7 Ed egli si alzò e se ne andò a casa sua. 9:8 Visto ciò, la folla fu presa da timore e glorificò Dio, che aveva dato tale autorità agli uomini. Marco 2:1 Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo in Capernaum. Si seppe che era in casa, 2:2 e si radunò tanta gente che neppure lo spazio davanti alla porta la poteva contenere. Egli annunciava loro la parola. 2:3 E vennero a lui alcuni con un paralitico portato da quattro uomini. 2:4 Non potendo farlo giungere fino a lui a causa della folla, scoperchiarono il tetto dalla parte dov'era Gesù; e, fattavi un'apertura, calarono il lettuccio sul quale giaceva il paralitico. 2:5 Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati». 2:6 Erano seduti là alcuni scribi e ragionavano così in cuor loro: 2:7 «Perché costui parla in questa maniera? Egli bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non uno solo, cioè Dio?» 2:8 Ma Gesù capì subito, con il suo spirito, che essi ragionavano così dentro di loro, e disse: «Perché fate questi ragionamenti nei vostri cuori? 2:9 Che cosa è più facile, dire al paralitico: "I tuoi peccati ti sono perdonati", oppure dirgli: "Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina"? 2:10 Ma, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra autorità di perdonare i peccati, 2:11 io ti dico», disse al paralitico, «àlzati, prendi il tuo lettuccio, e vattene a casa tua». 2:12 Ed egli si alzò e, preso subito il lettuccio, se ne andò via in presenza di tutti; sicché tutti si stupivano e glorificavano Dio, dicendo: «Una cosa così non l'abbiamo mai vista». Luca 5:17 Un giorno Gesù stava insegnando; e c'erano, là seduti, dei farisei e dei dottori della legge, venuti da tutti i villaggi della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme; e la potenza del Signore era con lui per compiere guarigioni. 5:18 Ed ecco degli uomini che portavano sopra un letto un uomo che era paralizzato, e cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. 5:19 Non trovando modo d'introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e, fatta un'apertura fra le tegole, lo calarono giù con il suo lettuccio, in mezzo alla gente, davanti a Gesù. 5:20 Ed egli, veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono perdonati». 5:21 Allora gli scribi e i farisei cominciarono a ragionare, dicendo: «Chi è costui che bestemmia? Chi può perdonare i peccati se non Dio solo?» 5:22 Ma Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse loro: «Che cosa pensate nei vostri cuori? 5:23 Che cosa è più facile, dire: "I tuoi peccati ti sono perdonati", oppure dire: "Àlzati e cammina"? 5:24 Ora, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra il potere di perdonare i peccati, io ti dico», disse all'uomo paralizzato, «àlzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua». 5:25 E subito egli si alzò in loro presenza, prese il suo giaciglio e se ne andò a casa sua, glorificando Dio. 5:26 Tutti furono presi da stupore e glorificavano Dio; e, pieni di spavento, dicevano: «Oggi abbiamo visto cose straordinarie».

Matteo 12:9 Poi se ne andò, e giunse nella loro sinagoga 12:10 dove c'era un uomo che aveva una mano paralizzata. Allora essi, per poterlo accusare, fecero a Gesù questa domanda: «È lecito fare guarigioni in giorno di sabato?» 12:11 Ed egli disse loro: «Chi è colui tra di voi che, avendo una pecora, se questa cade in giorno di sabato in una fossa, non la prenda e la tiri fuori? 12:12 Certo un uomo vale molto più di una pecora! È dunque lecito far del bene in giorno di sabato». 12:13 Allora disse a quell'uomo: «Stendi la tua mano». Ed egli la stese, e la mano divenne sana come l'altra. Marco 3:1 Poi entrò di nuovo nella sinagoga; là stava un uomo che aveva la mano paralizzata. 3:2 E l'osservavano per vedere se lo avrebbe guarito in giorno di sabato, per poterlo accusare. 3:3 Egli disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati là nel mezzo!» 3:4 Poi domandò loro: «È permesso, in un giorno di sabato, fare del bene o fare del male? Salvare una persona o ucciderla?» Ma quelli tacevano. 3:5 Allora Gesù, guardatili tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza del loro cuore, disse all'uomo: «Stendi la mano!» Egli la stese, e la sua mano tornò sana. Luca 6:6 Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C'era lì un uomo che aveva la mano destra paralizzata. 6:7 Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se avrebbe fatto una guarigione di sabato, per trovare di che accusarlo. 6:8 Ma egli conosceva i loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, e mettiti in mezzo!» Ed egli, alzatosi, stette in piedi. 6:9 Poi Gesù disse loro: «Io domando a voi: è lecito, di sabato, far del bene o far del male? Salvare una persona o ucciderla?» 6:10 E, girato lo sguardo intorno su tutti loro, disse a quell'uomo: «Stendi la mano!» Egli lo fece, e la sua mano fu guarita. 6:11 Ed essi furono pieni di furore e discutevano tra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

Luca 13:10 Gesù stava insegnando di sabato in una sinagoga. 13:11 Ecco una donna, che da diciotto anni aveva uno spirito che la rendeva inferma, ed era tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi. 13:12 Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: «Donna, tu sei liberata dalla tua infermità». 13:13 Pose le mani su di lei, e nello stesso momento ella fu raddrizzata e glorificava Dio. 13:14 Or il capo della sinagoga, indignato che Gesù avesse fatto una guarigione di sabato, disse alla folla: «Ci sono sei giorni nei quali si deve lavorare; venite dunque in quelli a farvi guarire, e non in giorno di sabato». 13:15 Ma il Signore gli rispose: «Ipocriti, ciascuno di voi non scioglie, di sabato, il suo bue o il suo asino dalla mangiatoia per condurlo a bere? 13:16 E questa, che è figlia di Abraamo, e che Satana aveva tenuto legata per ben diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?» 13:17 Mentre diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, e la moltitudine si rallegrava di tutte le opere gloriose da lui compiute.

Giovanni 5:1 Dopo queste cose ci fu una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 5:2 Or a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, c'è una vasca, chiamata in ebraico Betesda, che ha cinque portici. 5:3 Sotto questi portici giaceva un gran numero d'infermi, di ciechi, di zoppi, di paralitici[, i quali aspettavano l'agitarsi dell'acqua; 5:4 perché un angelo scendeva nella vasca e metteva l'acqua in movimento; e il primo che vi scendeva dopo che l'acqua era stata agitata era guarito di qualunque malattia fosse colpito]. 5:5 Là c'era un uomo che da trentotto anni era infermo. 5:6 Gesù, vedutolo che giaceva e sapendo che già da lungo tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?» 5:7 L'infermo gli rispose: «Signore, io non ho nessuno che, quando l'acqua è mossa, mi metta nella vasca, e mentre ci vengo io, un altro vi scende prima di me». 5:8 Gesù gli disse: «Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». 5:9 In quell'istante quell'uomo fu guarito; e, preso il suo lettuccio, si mise a camminare. 5:10 Quel giorno era un sabato; perciò i Giudei dissero all'uomo guarito: «È sabato, e non ti è permesso portare il tuo lettuccio». 5:11 Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina"». 5:12 Essi gli domandarono: «Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina?"» 5:13 Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, perché in quel luogo c'era molta gente. 5:14 Più tardi Gesù lo trovò nel tempio, e gli disse: «Ecco, tu sei guarito; non peccare più, ché non ti accada di peggio». 5:15 L'uomo se ne andò, e disse ai Giudei che colui che l'aveva guarito era Gesù.

Atti 9:32 Avvenne che mentre Pietro andava a far visita a tutti si recò anche dai santi residenti a Lidda. 9:33 Là trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva paralitico in un letto. 9:34 Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». Egli subito si alzò. 9:35 E tutti gli abitanti di Lidda e di Saron lo videro e si convertirono al Signore.

Parallelismo (dal greco parallelos – comp. da para – presso e allelos – l’un l’altro)

Il parallelismo è una figura retorica tipica della poesia ebraica che si articola in modo da disporre le parole di un secondo enunciato, nello stesso ordine, ma espresse con parole diverse al fine di formare una ripetizione di quanto già detto. Eccone un esempio tratto da Ge 4:231. Primo verso: “Ada e Zilla (1° emistichio = prima metà del verso), ascoltate la mia voce” seconda metà del verso; secondo verso “mogli di Lamec (riferito al 1° emistichio precedente) porgete orecchio alla mia voce (riferito al secondo emistichio precedente. Sì, io ho ucciso un uomo perché mi ha ferito) e un giovane perché mi ha contuso”. Eccone un altro bellissimo: “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani. Un giorno rivolge parole all’altro, una notte comunica conoscenza all’altra (Sl 19:1-22).

Genesi 4:23 Lamec disse alle sue mogli: «Ada e Zilla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamec, porgete orecchio al mio dire! Sì, io ho ucciso un uomo perché mi ha ferito, e un giovane perché mi ha contuso.

Salmi 19:1 I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l'opera delle sue mani. 19:2 Un giorno rivolge parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra.

Parasceve (dal greco paraskeve - preparazione)

Per gli Ebrei era il giorno che precedeva le festività (sabato o altre), dedicato alla preparazione degli alimenti necessari per quello successivo in cui era assolutamente vietata ogni attività (Le 23:31) compresa l’accensione del fuoco (Es 35:32). A partire dal N.T. (Mc 15:42; Gv19:313), con l’avvento del cristianesimo, questo termine si è andato, via via, identificandosi con il “venerdì santo”, giornata di passione e morte di Gesù, precedente la Pasqua (Gv 19:144).

Levitico 23:3 Per sei giorni si attenderà al lavoro; ma il settimo giorno è sabato, giorno di completo riposo e di santa convocazione. Non farete in esso nessun lavoro; è un riposo consacrato al SIGNORE in tutti i luoghi dove abiterete.

Esodo 35:3 Non accenderete il fuoco in nessuna delle vostre abitazioni il giorno del sabato».

Marco 15:42 Essendo già sera (poiché era la Preparazione, cioè la vigilia del sabato), Giovanni 19:31 Allora i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato (poiché era la Preparazione e quel sabato era un gran giorno), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe, e fossero portati via.

Giovanni 19:14 Era la preparazione della Pasqua, ed era l'ora sesta. Egli disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!»

Parenesi (dal greco paráinesis da parainęin – ammonire, esortare)

In sostanza è sinonimo di esortazione o ammonizione. La Bibbia, per antonomasia, è un libro parenetico in quanto è un continuo susseguirsi di ammonimenti, esortazioni, esempi per ogni argomento che essa affronti. Eccone alcuni esempi: Prudenza (Pr 11:12; 14:151). Saggezza (Gb 12:12-13; 28:282). Timore di Dio (Pr 2:1-53). Discernimento (Pr 3:5; 4:14). Potenza di Dio (Gb 12:13:255). Disciplina (Pr 6:23; Eb 12:5-66). Prudenza (Pr 18:2; 24:37). Giustizia (Es 23:2; Pr 11:4; Pr 13:68). Fortezza (Sl 18:2; 71:3; Pr 10:299). Speranza (Sl 71:5; 10:28; Ro 5:510). Costanza (Lc 21:19; 1 Ti 6:11; Gm 1:3-411). Fede (Mt 6:50; 15:28; 17:2012). Etc.

Proverbi 11:12 Chi disprezza il prossimo è privo di senno, ma l'uomo prudente tace. 14:15 L'ingenuo crede a tutto quel che si dice, ma l'uomo prudente fa attenzione ai suoi passi.

Giobbe 12:12 Nei vecchi si trova la saggezza, e lunghezza di giorni dà intelligenza. 12:13 «In Dio stanno la saggezza e la potenza, a lui appartengono il consiglio e l'intelligenza. Giobbe 28:28 E disse all'uomo: "Ecco, temere il Signore, questa è saggezza, fuggire il male è intelligenza"».

Proverbi 2:1 Figlio mio, se ricevi le mie parole e serbi con cura i miei comandamenti, 2:2 prestando orecchio alla saggezza e inclinando il cuore all'intelligenza; 2:3 sì, se chiami il discernimento e rivolgi la tua voce all'intelligenza, 2:4 se la cerchi come l'argento e ti dai a scavarla come un tesoro, 2:5 allora comprenderai il timore del SIGNORE e troverai la scienza di Dio.

Proverbi 3:5 Confida nel SIGNORE con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Proverbi 4:1 Figlioli, ascoltate l'istruzione di un padre, state attenti a imparare il discernimento;

Giobbe 12:13 «In Dio stanno la saggezza e la potenza, a lui appartengono il consiglio e l'intelligenza. 12:14 Egli abbatte, e nessuno può ricostruire. Chiude un uomo in prigione, e non c'è chi gli apra. 12:15 Egli trattiene le acque, e tutto inaridisce; mle lascia andare, ed esse sconvolgono la terra. 12:16 Egli possiede la forza e l'abilità; da lui dipendono chi erra e chi fa errare. 12:17 Egli manda scalzi i consiglieri,,colpisce di demenza i giudici. 12:18 Scioglie i legami dell'autorità dei re e cinge i loro fianchi di catene. 12:19 Manda scalzi i sacerdoti, e rovescia i potenti. 12:20 Priva della parola i più eloquenti, e toglie il discernimento ai vecchi. 12:21 Sparge il disprezzo sui nobili, e scioglie la cintura ai forti. 12:22 Rivela le cose recondite, facendole uscire dalle tenebre, e porta alla luce ciò che è avvolto in ombra di morte. 12:23 Accresce i popoli e li annienta, amplia le nazioni e le riconduce nei loro confini; 12:24 toglie il senno ai capi della terra, e li fa peregrinare in solitudini senza sentiero. 12:25 Brancolano nelle tenebre, senza alcuna luce, e li fa barcollare come ubriachi.

Proverbi 6:23 Il precetto è infatti una lampada, l'insegnamento una luce, le correzioni e la disciplina sono la via della vita, Ebrei 12:5 e avete dimenticato l'esortazione rivolta a voi come a figli: «Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d'animo quando sei da lui ripreso; 12:6 perché il Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli». Proverbi 18:2 Lo stolto prende piacere, non nella prudenza, ma soltanto nel manifestare ciò che ha nel cuore. Proverbi 24:3 La casa si costruisce con la saggezza e si rende stabile con la prudenza;

Esodo 23:2 Non andare dietro alla folla per fare il male e non deporre in giudizio schierandoti dalla parte della maggioranza per pervertire la giustizia. Proverbi 11:4 Le ricchezze non servono a nulla nel giorno dell'ira, ma la giustizia salva dalla morte. Proverbi 13:6 La giustizia protegge chi cammina nell'integrità, ma l'empietà abbatte il peccatore.

Salmi 18:2 Il SIGNORE è la mia ròcca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio. Salmi 71:3 Sii per me una ròcca in cui trovo scampo, una fortezza dove io possa sempre rifugiarmi! Tu hai dato ordine di salvarmi, perché sei il mio baluardo e la mia fortezza. Proverbi 10:29 La via del SIGNORE è una fortezza per l'uomo integro, ma una rovina per i malfattori.

Salmi 71:5 Poiché tu sei la mia speranza, Signore, Dio; sei la mia fiducia sin dalla mia infanzia. Proverbi 10:28 L'attesa dei giusti è gioia, ma la speranza degli empi perirà. Romani 5:5 Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.

Luca 21:19 Con la vostra costanza salverete le vostre vite. 1Timoteo 6:11 Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l'amore, la costanza e la mansuetudine. Giacomo 1:3 sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. 1:4 E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti

Matteo 5:48 Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste. Matteo 15:28 Allora Gesù le disse: «Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi». E da quel momento sua figlia fu guarita. Matteo 17:20 Gesù rispose loro: «A causa della vostra poca fede; perché in verità io vi dico: se avete fede quanto un granello di senape, potrete dire a questo monte: "Passa da qui a là", e passerà; e niente vi sarà impossibile.

Particola (dal latino particula(m) particella )

La particola è l’ostia usata nella distribuzione ai partecipanti alla comunione. Nella teologia cattolica, le sostanze del pane e del vino si convertono in quelle del corpo e del sangue di Cristo (transustanziazione*) in virtù della consacrazione, pur restando immutate nella materia. Nella teologia luterana, invece, si verifica la consustanziazione*, ovvero, il pane e il vino non si trasformano in corpo e sangue ma coesistono senza mutare natura. Ecco come si esprime la Parola (1 Co 11:23-29; Mt 26:26-28; Lc 22:14-20; Mc 14:22-251). Fate questo in memoria di me! Gesù come agnello pasquale immolato per il peccato dell’uomo.

1Corinzi 11:23 Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, 11:24 e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 11:25 Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. 11:26 Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga». 11:27 Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. 11:28 Ora ciascuno esamini sé stesso, e così mangi del pane e beva dal calice; 11:29 poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro sé stesso, se non discerne il corpo del Signore. Matteo 26:26 Mentre mangiavano, Gesù prese del pane e, dopo aver detto la benedizione, lo ruppe e lo diede ai suoi discepoli dicendo: «Prendete, mangiate, questo è il mio corpo». 26:27 Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 26:28 perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati. Luca 22:14 Quando giunse l'ora, egli si mise a tavola, e gli apostoli con lui. 22:15 Egli disse loro: «Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire; 22:16 poiché io vi dico che non la mangerò più, finché sia compiuta nel regno di Dio». 22:17 E, preso un calice, rese grazie e disse: «Prendete questo e distribuitelo fra di voi; 22:18 perché io vi dico che ormai non berrò più del frutto della vigna, finché sia venuto il regno di Dio». 22:19 Poi prese del pane, rese grazie e lo ruppe, e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 22:20 Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi. Marco 14:22 Mentre mangiavano, Gesù prese del pane; detta la benedizione, lo spezzò, lo diede loro e disse: «Prendete, questo è il mio corpo». 14:23 Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, e tutti ne bevvero. 14:24 Poi Gesù disse: «Questo è il mio sangue, il sangue del patto, che è sparso per molti. 14:25 In verità vi dico che non berrò più del frutto della vigna fino al giorno che lo berrò nuovo nel regno di Dio».




 
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