Dizionario Biblico
La molestia è un atto che arreca fastidio, disturbo o danno. Molte sono le massime al suo riguardano (Gb 4:8: Pr 10:22; Ec 2:231). La Parola, chiaramente, condanna chi opera il male (Ap 14:9-112) ma rimprovera anche chi arreca molestia (Mt 26:10; Mc 5;35; Lc 11:5-73), specie se dietro a essa si nascondono inganni e secondi fini (Gc 14:17; 16:164). Chi ne è provato alza il suo lamento al cielo (Gb 3:26; Sl 73:14; Gr 20:185) ed espone la sua supplica (Lc 16:27:27-286); però solo chi vive nel timore di Dio può gustarne la liberazione (Sl 34:47). Il credente, se nel giusto, può, come Paolo, ergersi con autorità e ricusare le molestie proprio per la sua appartenenza a Cristo (Ga 6:178).
Giobbe 4:8 Io per me ho visto che coloro che arano iniquità e seminano tormenti, ne mietono i frutti. Proverbi 10:22 Quel che fa ricchi è la benedizione del SIGNORE e il tormento che uno si dà non le aggiunge nulla. Ecclesiaste 2:23 Tutti i suoi giorni non sono che dolore, la sua occupazione non è che fastidio; perfino la notte il suo cuore non ha posa. Anche questo è vanità.
Apocalisse 14:9 Seguì un terzo angelo, dicendo a gran voce: «Chiunque adora la bestia e la sua immagine, e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, 14:10 egli pure berrà il vino dell'ira di Dio versato puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all'Agnello». 14:11 Il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli. Chiunque adora la bestia e la sua immagine e prende il marchio del suo nome, non ha riposo né giorno né notte.
Matteo 26:10 Ma Gesù se ne accorse e disse loro: «Perché date noia a questa donna? Ha fatto una buona azione verso di me Marco 5:35Mentre egli parlava ancora, vennero dalla casa del capo della sinagoga, dicendo: «Tua figlia è morta; perché incomodare ancora il Maestro?» Luca 11:5 Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte e gli dice: "Amico, prestami tre pani, 11:6 perché un amico mi è arrivato in casa da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti"; 11:7 e se quello dal di dentro gli risponde: "Non darmi fastidio; la porta è già chiusa, e i miei bambini sono con me a letto, io non posso alzarmi per darteli",
Giudici 14:17 Lei pianse presso di lui, per i sette giorni che durava il convito; il settimo giorno Sansone glielo spiegò, perché lo tormentava; e lei spiegò l'enigma ai figli del suo popolo. Giudici 16:16La donna faceva ogni giorno pressione su di lui con le sue parole e lo tormentava. Egli ne fu rattristato a morte
Giobbe 3:26 Non trovo riposo, né tranquillità, né pace, il tormento è continuo!» Salmi 73:14 Poiché sono colpito ogni giorno e il mio tormento si rinnova ogni mattina. Geremia 20:18 Perché sono uscito dal grembo materno per vedere tormento e dolore, per finire i miei giorni nella vergogna?
Luca 16:27:27 Ed egli disse: "Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, 16:28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento".
Salmi 34:4 Ho cercato il SIGNORE, ed egli m'ha risposto; m'ha liberato da tutto ciò che m'incuteva terrore.
Galati 6:17 Da ora in poi nessuno mi dia molestia, perché io porto nel mio corpo il marchio di Gesù.
Il molinismo è una corrente teologica cattolica secondo la quale, esclusa la predeterminazione della salvezza individuale attraverso la grazia, si ritengono necessarie e cooperanti le opere determinate dal libero consenso umano, condizionato dalla previsione divina. In pratica, la conciliazione del libero arbitrio con la prescienza divina e la predestinazione. Il suo ideatore è il monaco spagnolo gesuita Luis de Molina (1535-1600) che la esprime nel suo libro “De Concordia graciae et liberi arbitrii”. Secondo quanto dice la Parola, però, tale conciliazione appare alquanto difficile (Ro 3:24; 11:6; Ga 2:16, 21; 3:10; Ef 2:5; 2:8-9; Ro 3:201)!
Romani 3:20 … perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato. Romani 3:24 … ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Romani 11:6 Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia. Galati 2:16 … sappiamo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché dalle opere della legge nessuno sarà giustificato. Galati 2:21 Io non annullo la grazia di Dio; perché se la giustizia si ottenesse per mezzo della legge, Cristo sarebbe dunque morto inutilmente. Galati 3:10 Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica». Efesini 2:5 … anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), Efesini 2:8 Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 2:9 Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti;
Moloc era il nome di un dio sanguinario, in quanto richiedeva sacrifici di sangue, il cui culto era praticato nel Medio Oriente, in particolare tra i Cananei e i Fenici. Il tributo richiesto consisteva nell’uccidere e ardere il corpo di fanciulli in tenera età. Con il tempo l’atto stesso (passare per il fuoco) prese il nome dal dio cui era dedicato. La Bibbia ce ne parla vietandolo (Le 18:211), condannandone a morte i praticanti e distruggendone i luoghi di culto (2 Re 23:10; 20:1-52). Lo stesso Salomone, per amore delle mogli straniere, in vecchiaia, volse il suo cuore ad altri dei tra cui proprio Moloc (1 Re 11:4-73).
Levitico 18:21 Non darai i tuoi figli perché vengano offerti a Moloc; e non profanerai il nome del tuo Dio. Io sono il SIGNORE.
2Re 23:10 Profanò [Giosia] Tofet nella valle di Ben-Innom, affinché nessuno potesse più far passare per il fuoco suo figlio o sua figlia in onore di Moloc Levitico 20:1 Il SIGNORE disse ancora a Mosè: 20:2 «Dirai ai figli d'Israele: "Chiunque dei figli d'Israele o degli stranieri che abitano in Israele sacrificherà uno dei suoi figli a Moloc dovrà essere messo a morte; il popolo del paese lo lapiderà. 20:3 Anche io volgerò la mia faccia contro quell'uomo, e lo eliminerò dal mezzo del suo popolo, perché avrà sacrificato dei figli a Moloc per contaminare il mio santuario e profanare il mio santo nome. 20:4 Se il popolo del paese chiude gli occhi quando quell'uomo sacrifica i suoi figli a Moloc, e non lo mette a morte, 20:5 io volgerò la mia faccia contro quell'uomo e contro la sua famiglia e li eliminerò dal mezzo del loro popolo, lui con tutti quelli che come lui si prostituiscono a Moloc.
1Re 11:4 Al tempo della vecchiaia di Salomone, le sue mogli gli fecero volgere il cuore verso altri dèi; e il suo cuore non appartenne interamente al SIGNORE suo Dio, come il cuore di Davide suo padre. 4:5 Salomone seguì Astarte, divinità dei Sidoni, e Milcom, l'abominevole divinità degli Ammoniti. 4:6 Così Salomone fece ciò che è male agli occhi del SIGNORE e non seguì pienamente il SIGNORE, come aveva fatto Davide suo padre. 4:7 Fu allora che Salomone costruì, sul monte che sta di fronte a Gerusalemme, un alto luogo per Chemos, l'abominevole divinità di Moab, e per Moloc, l'abominevole divinità dei figli di Ammon.
Fin dai primordi questo era il piano di Dio. Creò la terra con tutti i suoi annessi e vide che la cosa era buona; infine, per completare il Suo disegno, creò l’uomo e la donna a Sua immagine e somiglianza affinché lavorassero e custodissero quant’Egli aveva creato per loro (Ge 1:26-291). “Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra» (Ge 1:282). Fatto questo, “Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono” (Ge 1:313). Tutto era perfetto, senonché … un frutto rovinò ogni cosa. Alla donna disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli dominerà su di te» (Ge 1:16-194).
Genesi 1:26 Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 1:27 Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 1:28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra». 1:29 Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento.
Genesi 1:28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra».
Genesi 1:31 Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno.
Genesi 3:16 Alla donna disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli dominerà su di te». 3:17 Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. 3:18 Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l'erba dei campi; 3:19 mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai».
Questa locuzione identifica due tra i più grandi miracoli di Gesù (Mt 14:13-21; Mc 6:32-44; Lc 9:12-17; Gv 6:1-141) da Lui stesso, avallati (Mc 8:19-202). Il primo, presente in tutti gli Evangeli, e si è svolto in un luogo deserto nei pressi di Betsaida ove Gesù, mosso a compassione* dal coinvolgimento della folla, sfamò la moltitudine moltiplicando 5 pani d’orzo e 2 pesci. Con gli avanzi si riempirono 12 ceste. Il secondo, invece, riportato solo da Matteo (Mt 15:32-393) e da Marco (Mc 8:1-10%4&), pare si sia svolto alle fonti di Et-Tabgha nei pressi di Cafarnao, traendo l’alimento da 7 pani e alcuni pesciolini forniti da un giovane presente. Alla fine si contarono 7 canestri di rimasugli.
Matteo 14:13 Udito ciò, Gesù si ritirò di là in barca verso un luogo deserto, in disparte; le folle, saputolo, lo seguirono a piedi dalle città. 14:14 Gesù, smontato dalla barca, vide una gran folla; ne ebbe compassione e ne guarì gli ammalati. 14:15 Facendosi sera, i suoi discepoli si avvicinarono a lui e gli dissero: «Il luogo è deserto e l'ora è già passata; lascia dunque andare la folla nei villaggi a comprarsi da mangiare». 14:16 Ma Gesù disse loro: «Non hanno bisogno di andarsene; date loro voi da mangiare!» 14:17 Essi gli risposero: «Non abbiamo qui altro che cinque pani e due pesci». 14:18 Egli disse: «Portatemeli qua». 14:19 Dopo aver ordinato alla folla di accomodarsi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi verso il cielo, rese grazie; poi, spezzati i pani, li diede ai discepoli e i discepoli alla folla. 14:20 Tutti mangiarono e furono sazi; e si portarono via, dei pezzi avanzati, dodici ceste piene. 14:21 E quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, oltre alle donne e ai bambini. Marco 6:32 Partirono dunque con la barca per andare in un luogo solitario in disparte. 6:33 Molti li videro partire e li riconobbero; e da tutte le città accorsero a piedi e giunsero là prima di loro. 6:34 Come Gesù fu sbarcato, vide una gran folla e ne ebbe compassione, perché erano come pecore che non hanno pastore; e si mise a insegnare loro molte cose. 6:35 Essendo già tardi, i discepoli gli si accostarono e gli dissero: «Questo luogo è deserto ed è già tardi; 6:36 lasciali andare, affinché vadano per le campagne e per i villaggi dei dintorni e si comprino qualcosa da mangiare». 6:37 Ma egli rispose: «Date loro voi da mangiare». Ed essi a lui: «Andremo noi a comprare del pane per duecento denari e daremo loro da mangiare?» 6:38 Egli domandò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Essi si accertarono e risposero: «Cinque, e due pesci». 6:39 Allora egli comandò loro di farli accomodare a gruppi sull'erba verde; 6:40 e si sedettero per gruppi di cento e di cinquanta. 6: 41 Poi Gesù prese i cinque pani e i due pesci, e, alzati gli occhi verso il cielo, benedisse e spezzò i pani, e li dava ai discepoli, affinché li distribuissero alla gente; e divise pure i due pesci fra tutti. 6:42 Tutti mangiarono e furono sazi, 6:43 e si portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane, ed anche i resti dei pesci. 6:44 Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. Luca 9:12 Or il giorno cominciava a declinare; e i dodici, avvicinatisi, gli dissero: «Lascia andare la folla, perché se ne vada per i villaggi e per le campagne vicine per trovarvi cena e alloggio, perché qui siamo in un luogo deserto». 9:13 Ma egli rispose: «Date loro voi da mangiare». Ed essi obiettarono: «Noi non abbiamo altro che cinque pani e due pesci; a meno che non andiamo noi a comprare dei viveri per tutta questa gente». 9:14 Perché c'erano cinquemila uomini. Ed egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di una cinquantina». 9:15 E così li fecero accomodare tutti. 9:16 Poi Gesù prese i cinque pani e i due pesci, alzò lo sguardo al cielo e li benedisse, li spezzò e li diede ai suoi discepoli perché li distribuissero alla gente. 9:17 Tutti mangiarono a sazietà e dei pezzi avanzati si portarono via dodici ceste. Giovanni 6:1 Dopo queste cose Gesù se ne andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè il mare di Tiberiade. 6:2 Una gran folla lo seguiva, perché vedeva i segni miracolosi che egli faceva sugli infermi. 6:3 Ma Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 6:4 Or la Pasqua, la festa dei Giudei, era vicina. 6:5 Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: «Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?» 6:6 Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare. 6:7 Filippo gli rispose: «Duecento denari di pani non bastano perché ciascuno ne riceva un pezzetto». 6:8 Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, gli disse: 6:9 «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cosa sono per tanta gente?» 6:10 Gesù disse: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini. 6:11 Gesù, quindi, prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero. 6:12 Quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda». 6:13 Essi quindi li raccolsero e riempirono dodici ceste di pezzi che di quei cinque pani d'orzo erano avanzati a quelli che avevano mangiato. 6:14 La gente dunque, avendo visto il segno miracoloso che Gesù aveva fatto, disse: «Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo». 6:15 Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo.
Marco 8:19 Quando io spezzai i cinque pani per i cinquemila, quante ceste piene di pezzi raccoglieste?» Essi dissero: «Dodici». 8:20 «Quando spezzai i sette pani per i quattromila, quanti panieri pieni di pezzi raccoglieste?» Essi risposero: «Sette».
Matteo 15:32 Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse: «Io ho pietà di questa folla; perché già da tre giorni sta con me e non ha da mangiare; non voglio rimandarli digiuni, affinché non vengano meno per strada». 15:33 I discepoli gli dissero: «Dove potremmo trovare, in un luogo deserto, tanti pani da saziare una così gran folla?» 15:34 Gesù chiese loro: «Quanti pani avete?» Essi risposero: «Sette, e pochi pesciolini». 15:35 Allora egli ordinò alla folla di accomodarsi per terra. 15:36 Poi prese i sette pani e i pesci; e, dopo aver reso grazie, li spezzò e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 15:37 E tutti mangiarono e furono saziati; e, dei pezzi avanzati, si raccolsero sette panieri pieni. 15:38 Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. 15:39 E Gesù, dopo aver congedato la folla, salì nella barca e andò al paese di Magadan.
Marco 8:1 In quei giorni c'era di nuovo una folla grandissima, e poiché non avevano da mangiare, Gesù, chiamati a sé i discepoli, disse loro: 8:2 «Io ho pietà di questa gente; poiché da tre giorni sta con me e non ha da mangiare. 8:3 Se li rimando a casa digiuni, verranno meno per strada; perché alcuni di loro sono venuti da lontano». 8:4 I suoi discepoli gli risposero: «Come si potrebbe mai saziarli di pane qui, in un deserto?» 8:5 Egli domandò loro: «Quanti pani avete?» Essi dissero: «Sette». 8:6 Egli ordinò alla folla di accomodarsi per terra; e presi i sette pani, dopo aver reso grazie, li spezzò e diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla; ed essi li distribuirono. 8:7 Avevano anche pochi pesciolini; ed egli, dopo aver detto la benedizione, comandò di distribuire anche quelli. 8:8 Tutti mangiarono e furono saziati; e dei pezzi avanzati si raccolsero sette panieri. 8:9 Erano circa quattromila persone. Poi Gesù li congedò. 8:10 E, subito, salito sulla barca con i suoi discepoli, andò dalle parti di Dalmanuta.
Quali le implicanze? Possiamo scorgervi un aspetto messianico in cui la folla riconosce in Gesù il profeta che “deve venire”, tant’è che volevano farlo re (Gv 6:151). Vi si può individuare un aspetto ecclesiale nella collaborazione e servizio degli apostoli quali futuri ministri del cibo spirituale e, infine, un aspetto eucaristico implicando Gv 6:26-592. Questo è un segno in cui non bisogna soffermarsi a guardare il miracolo in sè stesso, bensì colui che il miracolo indica, infatti Gesù scavalca quelle che sono le leggi della natura e dimostra quello che è il lavoro della provvidenza*, infatti, la generosità si riproduce; la condivisione moltiplica il dono e l’amore si autoalimenta. D’altronde non è il solo caso di moltiplicazione e lo vediamo alle nozze di Cana di Galilea (Gv 2:1-11)3. Il numero 7, nella Bibbia, rappresenta il numero della pienezza e della spiritualità, mentre il numero 12, oltre alle lunazioni dell’anno, rappresenta l’elezione del popolo di Dio.
Giovanni 6:15 Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo.
-Giovanni 6:26 Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che voi mi cercate, non perché avete visto dei segni miracolosi, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati. 6:27 Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo». 6:28 Essi dunque gli dissero: «Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» 6:29 Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». 6:30 Allora essi gli dissero: «Quale segno miracoloso fai, dunque, perché lo vediamo e ti crediamo? Che operi? 6:31 I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto: "Egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo"». 6:32 Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che non Mosè vi ha dato il pane che viene dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo. 6:33 Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo». 6:34 Essi quindi gli dissero: «Signore, dacci sempre di questo pane». 6:35 Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete. 6:36 Ma io ve l'ho detto: "Voi mi avete visto, eppure non credete!" 6:37 Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori; 6:38 perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 6:39 Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno. 6:40 Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno». 6:41 Perciò i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane che è disceso dal cielo». 6:42 Dicevano: «Non è costui Gesù, il figlio di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? Come mai ora dice: "Io sono disceso dal cielo"?» 6:43 Gesù rispose loro: «Non mormorate tra di voi. 6:44 Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 6:45 È scritto nei profeti: "Saranno tutti istruiti da Dio". Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 6:46 Perché nessuno ha visto il Padre, se non colui che è da Dio; egli ha visto il Padre. 6:47 In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna. 6:48 Io sono il pane della vita. 6:49 I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. 6:50 Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. 6:51 Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne». 6:52 I Giudei dunque discutevano tra di loro, dicendo: «Come può costui darci da mangiare la sua carne?» 6:53 Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi. 6:54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 6:55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. 6:56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui. 6:57 Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre, così chi mi mangia vivrà anch'egli a motivo di me. 6:58 Questo è il pane che è disceso dal cielo; non come quello che i padri mangiarono e morirono; chi mangia di questo pane vivrà in eterno». 6:59 Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga di Capernaum.
Giovanni 2:1 Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c'era la madre di Gesù. 2:2 E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze. 2:3 Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». 2:4 Gesù le disse: «Che c'è fra me e te, o donna? L'ora mia non è ancora venuta». 2:5 Sua madre disse ai servitori: «Fate tutto quel che vi dirà». 2:6 C'erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure. 2:7 Gesù disse loro: «Riempite d'acqua i recipienti». Ed essi li riempirono fino all'orlo. 2:8 Poi disse loro: «Adesso attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. 2:9 Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l'acqua che era diventata vino (egli non ne conosceva la provenienza, ma la sapevano bene i servitori che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: 2:10 «Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora». 2:11 Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.
Il Monarchianismo (modalisti) era un movimento teologico cristiano sorto in Asia Minore tra il II e III secolo che riconosceva Dio come un’unica persona (in forma di Padre nella creazione, di Figlio in terra, nella redenzione e di Spirito Santo nella santificazione) rinnegando, quindi, il concetto di Trinità e la natura divina di Cristo. Furono contemporanei degli Alogi ed ebbero anch’essi come avversari il teologo cristiano Tertulliano (155 – 222 d.C.) il teologo Ippolito di Roma (170 – 235 d.C.); il padre della chiesa Dionisio di Alessandria (190 – 265 d.C.) e il teologo greco Origene (185 – 254 d.C.). Vedi Modalismo*
Il monergismo, fortemente sostenuto dal teologo e vescovo romano Agostino da Ippona (354 - 430) di origine berbera, nella sua lotta contro il sinergismo pelagiano, è una dottrina teologica che sostiene come sia lo Spirito Santo ad agire attraverso la predicazione della Parola, il solo agente della salvezza nella nuova nascita, poiché l’uomo è assolutamente incapace di tendere alla santità e quindi alla propria rigenerazione. (Ef 2:3:101). Tale concetto sarà la base dei riformatori del XVI secolo. Vedi Pelagianesimo*
Efesini 2:3 Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri. 2:4 Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, 2:5 anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), 2:6 e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, 2:7 per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù. 2:8 Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 2:9 Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; 2:10 infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.
Prima dell’esilio babilonese il commercio aveva, come contropartita l’oro (Ge 24:22; 1 Re 10:14-17; 2 Re 5:1-7; 1 Cr 21:21-251) e l’argento (Ge 37:28; Gc 16:5; 2 Re 6:25; 2 R 6:25; Ca 8:112). Solo dopo il rientro si utilizzarono le prime monete, specie la dracma greca (Ne 7:70-72; Lc 15:8-93) e, di seguito, anche quelle romane (Lc 20:24-25; Mt 22:17-214) più valute potevano aver corso ma per ciò che coinvolgeva il Tempio, la sola valida era quella giudaica. Le pezzature da 1 e 2 lepton erano, praticamente, gli spiccioli; il siclo d’argento del Tempio, era l’unità monetaria (Mt 26:15; 27:3, 95).
Genesi 24:22 Quando i cammelli ebbero finito di bere, l'uomo prese un anello d'oro del peso di mezzo siclo, e due braccialetti del peso di dieci sicli d'oro, per i polsi di lei, e disse: 1Re 10:14 Il peso dell'oro che giungeva ogni anno a Salomone era di seicentosessantasei talenti, 10:15 oltre a quello che egli percepiva dai mercanti, dal traffico dei negozianti, da tutti i re d'Arabia e dai governatori del paese. 10:16 Il re Salomone fece fare duecento grandi scudi d'oro battuto, per ognuno dei quali impiegò seicento sicli d'oro, 10:17 e trecento scudi d'oro battuto più piccoli, per ognuno dei quali impiegò tre mine d'oro; e il re li mise nella casa detta «Foresta del Libano». Re 5:1 Naaman, capo dell'esercito del re di Siria, era un uomo tenuto in grande stima e onore presso il suo signore, perché per mezzo di lui il SIGNORE aveva reso vittoriosa la Siria; ma quest'uomo, forte e coraggioso, era lebbroso. 5:2 Alcune bande di Siri, in una delle loro incursioni, avevano portato prigioniera dal paese d'Israele una ragazza che era passata al servizio della moglie di Naaman. 5:3 La ragazza disse alla sua padrona: «Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che sta a Samaria! Egli lo libererebbe dalla sua lebbra!» 5:4 Naaman andò dal suo signore, e gli riferì la cosa, dicendo: «Quella ragazza del paese d'Israele ha detto così e così». 5:5 Il re di Siria gli disse: «Ebbene, va'; io manderò una lettera al re d'Israele». Egli dunque partì, prese con sé dieci talenti d'argento, seimila sicli d'oro, e dieci cambi di vestiario;5:6 e portò al re d'Israele la lettera, che diceva: «Quando questa lettera ti sarà giunta, saprai che ti mando Naaman, mio servitore, perché tu lo guarisca dalla sua lebbra». 5:7 Appena il re d'Israele lesse la lettera, si stracciò le vesti, e disse: «Io sono forse Dio, con il potere di far morire e vivere, ché costui mi chieda di guarire un uomo dalla lebbra? È cosa certa ed evidente che egli cerca pretesti contro di me». 1Cronache 21:21 Quando Davide giunse presso Ornan, Ornan guardò, e vide Davide; e, uscito dall'aia, si prostrò davanti a Davide con la faccia a terra. 21:22 Allora Davide disse a Ornan: «Dammi il terreno di quest'aia, perché io vi costruisca un altare al SIGNORE; dammelo per tutto il prezzo che vale, affinché il flagello cessi d'infierire sul popolo». 21:23 Ornan disse a Davide: «Prendilo, e il re, mio signore, faccia quello che pare bene ai suoi occhi; guarda, io ti do i buoi per gli olocausti, gli attrezzi per trebbiare come legna, e il grano per l'offerta; tutto ti do». 21:24 Ma il re Davide disse a Ornan: «No, io comprerò da te queste cose per il loro intero prezzo; poiché io non offrirò al SIGNORE ciò che è tuo, né offrirò un olocausto che non mi costi nulla». 21:25 E Davide diede a Ornan come prezzo del luogo il peso di seicento sicli d'oro;
Genesi 37:28 Come quei mercanti madianiti passavano, essi tirarono su Giuseppe, lo fecero salire dalla cisterna, e lo vendettero per venti sicli d'argento a quegl'Ismaeliti. Questi condussero Giuseppe in Egitto. Giudici 16:5 I prìncipi dei Filistei salirono da lei e le dissero: «Tentalo, e vedi da dove viene quella sua gran forza, e come potremmo prevalere contro di lui per giungere a legarlo e a domarlo; e ti daremo ciascuno millecento sicli d'argento». 2Re 6:25 Ci fu una grande carestia in Samaria, e i Siri l'assediarono in modo tale che una testa d'asino la si vendeva a ottanta sicli d'argento, e il quarto d'un cab di sterco di colombi, a cinque sicli d'argento. Cantico 8:11 Salomone aveva una vigna a Baal-Amon; egli affidò la vigna a dei guardiani, ognuno dei quali portava, come frutto, mille sicli d'argento.
Neemia 7:70 Alcuni dei capi famiglia offrirono dei doni per l'opera. Il governatore diede al tesoro mille dracme d'oro, cinquanta coppe, cinquecentotrenta vesti sacerdotali. 7:71 Tra i capi famiglia ce ne furono che diedero al tesoro dell'opera ventimila dracme d'oro e duemiladuecento mine d'argento. 7:72 Il resto del popolo diede ventimila dracme d'oro, duemila mine d'argento e sessantasette vesti sacerdotali. Luca 16:8 E il padrone lodò il fattore disonesto perché aveva agito con avvedutezza; poiché i figli di questo mondo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce. 16:9 E io vi dico: fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; perché quando esse verranno a mancare, quelli vi ricevano nelle dimore eterne.
Luca 20:24 «Mostratemi un denaro; di chi porta l'effigie e l'iscrizione?» Ed essi dissero: «Di Cesare». 20:25 Ed egli a loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio». Matteo 22:17 Dicci dunque: Che te ne pare? È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» 22:18 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, disse: «Perché mi tentate, ipocriti? 22:19 Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli porsero un denaro. 22:20 Ed egli domandò loro: «Di chi è questa effigie e questa iscrizione?» 22:21 Gli risposero: «Di Cesare». E Gesù disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio».
Matteo 26:15 e disse loro: «Che cosa siete disposti a darmi, se io ve lo consegno?» Ed essi gli fissarono trenta sicli d'argento. Matteo 27:3 Allora Giuda, che l'aveva tradito, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì, e riportò i trenta sicli d'argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, Matteo 27:9 Allora si adempì quello che era stato detto dal profeta Geremia: «E presero i trenta sicli d'argento, il prezzo di colui che era stato venduto, come era stato valutato dai figli d'Israele,
Gli imperi tolemaico e seleucida (III e II secolo a.C.) diffusero l’ellenizzazione della Giudea e della Palestina favorendo il circolo della moneta greca. L’unità monetaria era la dracma (At 19:13-191) dal peso e valore variabili secondo i luoghi; didramma = 2 dracme (Mt 17:24-272); statere = 4 dracme; 25 dracme; mina = 100 dracme (Lc 19:12-263); talento = 60 mine (Mt 25:14-28; Mc 12:154).
Atti 19:13 Or alcuni esorcisti itineranti giudei tentarono anch'essi d'invocare il nome del Signore Gesù su quelli che avevano degli spiriti maligni, dicendo: «Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo annunzia». 19:14 Quelli che facevano questo erano sette figli di un certo Sceva, ebreo, capo sacerdote. 19:15 Ma lo spirito maligno rispose loro: «Conosco Gesù, e so chi è Paolo; ma voi chi siete?» 19:16 E l'uomo che aveva lo spirito maligno si scagliò su due di loro; e li trattò in modo tale che fuggirono da quella casa, nudi e feriti. 19:17 Questo fatto fu risaputo da tutti, Giudei e Greci, che abitavano a Efeso; e tutti furono presi da timore, e il nome del Signore Gesù era esaltato. 19:18 Molti di quelli che avevano creduto venivano a confessare e a dichiarare le cose che avevano fatte. 19:19 Fra quanti avevano esercitato le arti magiche molti portarono i loro libri, e li bruciarono in presenza di tutti; e, calcolatone il prezzo, trovarono che era di cinquantamila dramme d'argento.
Matteo 17:24 Quando furono giunti a Capernaum, quelli che riscotevano le didramme si avvicinarono a Pietro e dissero: «Il vostro maestro non paga le didramme?» 17:25 Egli rispose: «Sì». Quando fu entrato in casa, Gesù lo prevenne e gli disse: «Che te ne pare, Simone? I re della terra da chi prendono i tributi o l'imposta? Dai loro figli o dagli stranieri?» 17:26«Dagli stranieri», rispose Pietro. Gesù gli disse: «I figli, dunque, ne sono esenti. 17:27 Ma, per non scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che verrà su. Aprigli la bocca: troverai uno statère. Prendilo, e dàllo loro per me e per te».
Luca 19:12 Disse dunque: «Un uomo nobile se ne andò in un paese lontano per ricevere l'investitura di un regno e poi tornare. 19:13 Chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci mine e disse loro: "Fatele fruttare fino al mio ritorno". 19:14Or i suoi concittadini l'odiavano e gli mandarono dietro degli ambasciatori per dire: "Non vogliamo che costui regni su di noi".19:15 Quando egli fu tornato, dopo aver ricevuto l'investitura del regno, fece venire quei servi ai quali aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ognuno avesse guadagnato mettendolo a frutto. 19:16 Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua mina ne ha fruttate altre dieci". 19:17 Il re gli disse: "Va bene, servo buono; poiché sei stato fedele nelle minime cose, abbi potere su dieci città". 19:18 Poi venne il secondo, dicendo: "La tua mina, Signore, ha fruttato cinque mine". 19:19 Egli disse anche a questo: "E tu sii a capo di cinque città". 19:20 Poi ne venne un altro che disse: "Signore, ecco la tua mina che ho tenuta nascosta in un fazzoletto, 19:21 perché ho avuto paura di te che sei uomo duro; tu prendi quello che non hai depositato, e mieti quello che non hai seminato". 19:22 Il re gli disse: "Dalle tue parole ti giudicherò, servo malvagio! Tu sapevi che io sono un uomo duro, che prendo quello che non ho depositato e mieto quello che non ho seminato; 19:23perché non hai messo il mio denaro in banca, e io, al mio ritorno, lo avrei riscosso con l'interesse?" 19:24 Poi disse a coloro che erano presenti: "Toglietegli la mina e datela a colui che ha dieci mine". 19:25 Essi gli dissero: "Signore, egli ha dieci mine!" 19:26 "Io vi dico che a chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
Matteo 25:14 «Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. 25:15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì. 25:16Subito, colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque. 25:17 Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due. 25:18 Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone. 25:19 Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro. 25:20Colui che aveva ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: "Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ne ho guadagnati altri cinque". 25:21 Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". 25:22 Poi, si presentò anche quello dei due talenti e disse: "Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due". 25:23 Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". 25:24 Poi si avvicinò anche quello che aveva ricevuto un talento solo, e disse: "Signore, io sapevo che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25:25 ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il tuo". 25:26 Il suo padrone gli rispose: "Servo malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 25:27 dovevi dunque portare il mio denaro dai banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l'interesse. 25:28 Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. Marco 12:15 Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché mi tentate? Portatemi un denaro, ché io lo veda».