VOLTO DI GENNARO
L'EREDITA' D'ISRAELE
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Il ramo di olivo innestato nell'olivo naturale
è partecipe dela radice e della linfa.
(Romani 11:17)
Il ramo di olivo selvatico
innestato nell’olivo naturale
è partecipe della radice e della linfa
(Romani 11:17)
Correttore di bozze: Pastore Pasquale Pepe, Dottoressa Angelica Maggio Sabatino, Marco Occhipinti.
Per eventuali comunicazioni all’Autore
volto.email@tiscali.it
Copertina Roberto Giampietro
che illustra i due rami della fede nel Dio di Abramo: il ramo naturale (Israele) ed il ramo selvatico innestato i “Goym”(i “gentili” credenti in Cristo)
Illustrazioni: a cura dell’Autore.
Un vivissimo ringraziamento ai fratelli della Segreteria della Chiesa Evangelica ADI di Milano-Baggio per il loro sostanziale contributo.
Le citazioni bibliche sono state tratte dalla Sacra Bibbia Nuova Riveduta
in testo riveduto a cura della Società Biblica di Ginevra (Luzzi) con alcune eccezioni
Copyright 2011 (Tutti i diritti riservati)
Stampato in proprio da
Riprovelox - Milano
A cura della
Chiesa Cristiana Evangelica ADI
di Pioltello (MI), Via Bellini, 28
e con la collaborazione della Chiesa Cristiana Evangelica di Udine, via Chiavris 24, 33010 Tavagnacco (UD)
“Se alcuni rami sono stati troncati, mentre tu, che sei olivo selvatico,
…sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell’olivo, non insuperbirti contro i rami; ma,
se ti insuperbisci, sappi che non sei tu porti la radice,
ma è la radice che porta te”.
(Romani 11:17-18)
“Poiché non c’è distinzione tra Giudeo e Greco (pagano)
essendo egli stesso Signore di tutti quelli che lo invocano”
“...Dio ha la potenza di innestarli di nuovo”
(Romani 10:12; 11:23)
“Se siete di Cristo, siete dunque progenie d’Abramo”
(Galati 3:29)
“Dico dunque: Dio ha forse ripudiato il suo popolo?
No di certo! Perché anch’io sono Israelita...”
(Romani 11:1)
“Egli (Abrahamo) è il padre di noi tutti
(come sta scritto: “Io ti ho costituito padre di molte nazioni”)...
(Romani 4:16-17)
“Se Dio li ha messi da parte per riconciliare a sé il mondo
che cosa avverrà quando li accoglierà di nuovo?
Sarà veramente un ritorno da morte a vita”.
(Romani 11:15) Bibbia LDC ABU
“Cristo è il termine (fine, scopo) della Legge,
per la giustificazione di tutti coloro che credono”
(Romani 10:4)
“Attraverso Cristo e in Cristo, noi apparteniamo alla discendenza di Abramo...
noi siamo spiritualmente semiti”
(da The Second Jewish Book.of Why, pag. 82)
(Radio-messaggio lanciato il 6 settembre 1938 da Pio XI)
Dedica
A Rachele di Magonza
costretta a sacrificare i suoi quattro
figli per essere fedele al Dio di Israele,
vittima della barbarie antica.
Alla Principessa Mafalda di Savoia madre generosa,
sposa fedele, spirata nel Campo di Buchenwald,
vittima della barbarie recente
(“Italiani, ricordatevi di me come una vostra sorella”)
I |
n punta di piedi, dopo essermi tolto le scarpe, con riverenza e timore, varco la soglia della Casa di Israele per ammirarne i tesori morali e spirituali contenuti nella “Legge di Mosè”: i 613 precetti contenuti nel Pentateuco (la Torah) ed i Dieci Comandamenti (il Decalogo).
Precetto significa “norma, regola”, il Pentateuco è composto dai cinque libri attribuiti a Mosè: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio.
Mi rendo conto che non sarà un lavoro semplice, l’argomento è più grande delle mie capacità di studio, ma ho fiducia che altri (più attrezzati di me) in seguito riprenderanno il mio studio arricchendolo e rendendolo comprensibile anche ai “semplici”, a persone di poche lettere, evitando perciò il più possibile “paroloni”.
Lo scopo del presente lavoro è quello di conoscere più a fondo la ricchezza che il Cristianesimo ha ricevuto dall’Ebraismo, come un dono, poiché “...a loro furono affidati gli oracoli di Dio” (Romani. 3:2).
Desidero aprire il grande tesoro di fede, morale, spiritualità, etica contenuti nei 613 precetti. Invoco l’aiuto del Signore Dio su questo lavoro affinché mi guidi, mi aiuti e mi consigli.
I 613 precetti furono ordinati dal grande Rabbino Maimonide, detto anche Rambam, vissuto nel dodicesimo secolo (1135-1204). Fece un enorme lavoro al termine del quale i precetti furono divisi in due grandi categorie:
- Precetti positivi, 248, che corrisponde al numero delle membra del corpo umano,
- Precetti negativi, 365, secondo i giorni dell’anno solare.
Va da sé che quelli positivi sono quelli da osservare, “fare”, mentre quelli negativi sono azioni da NON fare.
Occorre dire che attualmente l’Ebreo osservante non è in grado di praticare tutti i precetti per almeno tre importanti motivi.
Primo motivo: il Secondo Tempio di Gerusalemme è stato distrutto dai Romani nell’anno 70 d.C. ed è tuttora da ricostruire. Quindi tutti i precetti che riguardano il sacerdozio ed il servizio al Santuario non sono praticabili.
Secondo motivo: il nuovo Stato di Israele ha una struttura democratica, non teocratica: di conseguenza molti precetti non possono essere praticati.
Terzo motivo: alcuni precetti sono specifici, riguardano la nomina di un re, oppure la distruzione della stirpe di Amalek, oppure il trattamento dello schiavo pagano, oppure lo schiavo o la schiava ebrei. Altri precetti riguardano doni agricoli per i poveri (spighe cadute, resti di uve).
Precetti che nella situazione attuale non sono praticabili.
Ed allora, dei 248 precetti Positivi quanti sono attualmente necessari, e quindi restano praticabili.
Secondo il Rabbino Moise Levy, sono attuabili soltanto 60 precetti positivi (sessanta), (dal libro “le 613 Mitzwot”-Ed. Lamed). In seguito, ne daremo l’elenco.
Dei 365 precetti negativi (cose da NON fare) sono praticabili quelli distinti nella lista col simbolo §.
Parleremo del Patto di Yaveh (Dio) con Noè, poi di quello con Mosè (il Patto di Sion), del “Nuovo Patto” di Gesù, stipulato “nell’ultima Pasqua” (Santa Cena) ovvero “la notte in cui Gesù fu tradito”. Parleremo della distruzione del Secondo Tempio e della formazione del Cristianesimo dei “gentili” e del Cristianesimo degli Ebrei messianici.
Chi scrive ritiene che questo volume possa essere utile per gli insegnanti biblici e per coloro che amano la Sacra Scrittura.
(Prima parte)
I |
l Patto di Alleanza con Noè, la Legge di Noè e la Legge di Mosè, Ur dei Caldei, la vocazione di Abramo, il Patto di Alleanza, il Nome Ineffabile, la formazione di Israele in Egitto, Abrahamo padre spirituale di tutti i credenti nel Dio Unico, nascita di Isacco, il patto rinnovato da Isacco e Giacobbe, Gli Ebrei saranno schiavi, Israele schiavo in Egitto, la schiavitù in Egitto, Mosè pastore di pecore.
*****
Il Patto di Alleanza di Dio con Noè
Da Adamo a Noè passarono dieci lunghe generazioni, visto che la vita in quel tempo era molto più lunga dei nostri tempi. Il racconto di Genesi capitolo 6 ci dice in breve che:
“Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo. Il Signore si addolorò profondamente (si pentì) di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. E il Signore disse: ‘Io sterminerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato: dall’uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli del cielo perché mi pento di averli fatti.’” (Genesi 6:5-7)
Venne il diluvio che sterminò l’umanità e tutti gli animali. Quelli che erano saliti sull’arca si salvarono: Noè, sua moglie, i suoi tre figli (Sem, Cam, Iafet) e le tre nuore, otto persone in tutto, oltre agli animali.
La Scrittura, in Genesi 8, ci mostra il cuore di Dio, paterno ed addolorato, che nella Sua grande Misericordia concede a Noè (il quale non Gli aveva chiesto niente) un Patto di Alleanza con Noè stesso, con la sua discendenza, con l’umanità intera, con la creazione, con ogni essere vivente.
Questo Patto di Alleanza è di importanza fondamentale, anche se non ha attirato molto l’attenzione da parte di teologi e studiosi. Comunque era la Sua Alleanza con la Sua creazione! Il Signore fece la promessa che mai più ci sarebbe stato un altro diluvio.
Simbolo stupendo e testimone di questa alleanza è l’Arcobaleno, il quale coi suoi meravigliosi colori, abbraccia la terra e parla della Sovranità di Dio su tutti e su tutto. Logicamente l’arcobaleno c’era anche prima, ma l’importanza sta nel fatto che il Signore lo prende come “testimone” del Suo Patto con Noè e la Sua creazione.
Noè e la sua discendenza dovranno collaborare col Signore, attenendosi alle disposizioni (precetti) che esigevano il rigetto di quei comportamenti malvagi che provocarono il diluvio. Base di questa Alleanza di collaborazione è l’Obbedienza.
Questi precetti sono vincolanti per tutti gli uomini, Ebrei e non-Ebrei (Gentili). Infatti faranno parte dei 613 che il Signore darà ad Israele.
Questi precetti detti noachici (o noachidi) sono stati tramandati dai rabbini (studiosi Ebrei) in versioni diverse, cambiando la forma ma non la sostanza.
Primo: Non uccidere ( perché l’uomo è ad immagine e somiglianza di Dio),
Secondo: Non rubare (sotto qualsiasi forma),
Terzo: Costituire i Tribunali, affinché non ci siano soprusi (per evitare la “giustizia fai-da-te”),
Quarto: Non avere rapporti sessuali illeciti (né nell’ambito della famiglia, né con la moglie di altri...),
Quinto: Non fare a pezzi un animale vivo, non mangiare parti di animale smembrato da vivo (rispetto per gli animali, perché appartengono al Signore).
Sesto: Il Signore è l’Unico Dio (credere in Dio vuol dire abbattere le divinità, non praticare l’idolatria),
Settimo: Non bestemmiare (non profanare il Nome di Dio).
Secondo la tradizione ebraica, da ognuno di questi sette precetti ne discendono tanti altri, in totale 66 (sessantasei), (da http://www.mamash.it ).
Per certo il grande legislatore babilonese Hammurabi (1800 a.C. circa) doveva conoscere le sette leggi (o precetti) di Noè.
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Bisogna ricordare che i Maestri di Israele non hanno mai ritenuto che al di fuori dell’Ebraismo non ci fosse salvezza, hanno però ritenuto che anche il non-ebreo, il pagano, possa ugualmente essere salvato praticando le sette leggi morali di Noè.
Ma non tutti i dottori sono dello stesso avviso perché considerano la Legge di Mosè più completa dei sette precetti di Noè che erano applicabili ad una primordiale società che doveva crescere e svilupparsi (Isidore Epstein, R. Aron, Michael L. Brown).
Quindi il Patto del Sinai (con Mosè) già comprende quello stretto con Noè.
I capitoli dieci ed undici della Genesi ci narrano come si susseguirono le generazioni che fanno capo a Sem, Cam e Iafet. I verbi che si notano sono: nacque… generò figli e figlie… visse… morì. Generazioni intere sembravano aver dimenticato il Dio Unico. Non vengono registrate invocazioni, preghiere, vocazioni, testimonianze di fede, ma soltanto “nacque, generò, visse, morì”.
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La città di Ur dei Caldei al suo tempo contava circa 250.000 abitanti ed era la capitale dell’Impero dei Sumèri. Correva l’anno 1900 a.C. Dopo circa quattromila anni la città di Abramo verrà alla luce: l’archeologia ancora una volta darà ragione alla Bibbia e coprirà di rossore il volto degli studiosi che avevano negato l’esistenza storica di quella città.
Ur si trovava nella vasta Mesopotamia (attuale Iraq), nei pressi del Golfo Persico, alla foce dell’Eufrate. Fiorente e “moderna” anche dal punto di vista tecnologico. La tecnica delle costruzioni dei Sumèri era molto avanzata, costruivano torri molto elevate (ziggurat), anche l’artigianato e l’agricoltura aveva raggiunto alti livelli; infatti i gioielli ritrovati in Ur presentano un elevato grado di lavorazione.
La divinità che proteggeva la città era il dio-luna Nannar, che si accompagnava con la dea Ningal. E già! Tutto il mondo abitato in quei tempi era pagano, la conoscenza del Dio Unico era andata persa, la capitale Ur era un importante centro religioso in cui venivano adorate le divinità.
Gli antichi abitanti della Mesopotamia pensavano che il cielo fosse alto uno-due chilometri, perciò, spinti dall’orgoglio e dalla ribellione, edificarono un’alta torre tale da raggiungere la dimora degli déi. Ma il giudizio divino li sparpagliò attraverso la confusione dei linguaggi.
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Lo storico Isidore Epstein ci racconta che intorno al 1960 a.C. orde di Elamiti lasciarono le loro montagne e si avventarono sull’Impero Sumèro distruggendo sia la capitale Ur che tutto l’Impero. Nella capitale Ur, forse attratti da migliori aspettative economiche, era emigrata la famiglia di un certo Tera proveniente da Charan (attuale Siria - Genesi 24:4-40).
Anni dopo, per sfuggire alle orde elamite, Tera, padre di Abramo, fuggì da Ur e se ne ritornò giusto in tempo nella sua città originaria di Charan.
Tera all’età di 205 anni morì. Abramo, suo figlio primogenito, prese sua moglie Sarai, suo nipote Lot, i suoi servi ed emigrarono verso Canaan (attuale Israele). Il Signore gli disse:
“Abramo, va via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va nel paese che io ti mostrerò, io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione… in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Genesi 12: 1-3).
Questa prima Rivelazione fece capire ad Abramo che non fosse un caso che era scampato alla distruzione di Ur (Epstein).
Abramo ubbidisce alla voce del Signore, ma noi siamo stupiti: senza battere ciglio, senza porre delle domande, senza fare alcuna rimostranza, ubbidisce e parte lasciando Charan, dove aveva le sue “sicurezze”, la sua famiglia, per dirigersi verso l’ignoto, verso Canaan.
Questo silenzio e questa pronta ubbidienza di Abramo suscita meraviglia: ci sembra un servo che conosceva il suo Signore già da lungo tempo.
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La tradizione ebraica ci dice che Abramo, anche se non conosceva ancora Dio, nel cuor suo Lo cercava. Ma non fu lui che “scoprì” Dio, ma fu Dio stesso che gli si rivelò. Dio si rivela a coloro che lo cercano. Era giunta la maturità dei tempi in cui il Signore Dio si rivelò ad Abramo dicendogli:
Il Signore disse ad Abramo, dopo che Lot si fu separato da lui:“Alza ora gli occhi e guarda... tutto il paese che vedi lo darò a te ed alla tua discendenza (Genesi 13:14,15)
Il secondo brano di Genesi 13: 13-14 contiene la promessa che legherà la discendenza di Abramo alla Terra Promessa (Canaan), stabilirà un vincolo tra la terra stessa e la sua discendenza. Al di là delle vicende storiche e politiche, il fondamento stesso delle rivendicazioni di Israele poggia anche su questo passo biblico.
Per gli antichi Ebrei, l’Alleanza era considerata come un Trattato col quale Dio, il Sovrano, prometteva ai Suoi sudditi protezione in cambio di culto e fedeltà.
Il patto possiamo vederlo in sette parti ben precise:
1°) Abramo sarebbe diventato una grande nazione;
2°) sarebbe stato benedetto materialmente e spiritualmente;
3°) il suo nome sarebbe stato grande;
4°) sarebbe divenuto egli stesso fonte di benedizione;
5°) Chi lo avrebbe benedetto sarebbe stato a sua volta benedetto;
6°) Chi avrebbe maledetto Abramo sarebbe stato a sua volta maledetto (quindi, la maledizione del Signore è sopra gli antisemiti);
7°) Tutte le famiglie della terra (popoli) sarebbero state benedette attraverso la sua discendenza (Israele, Gesù Cristo figlio di Israele).
È vero che le credenze in un solo dio della natura (monolatria) esistevano anche prima di Abramo, ma si trattava pur sempre di un solo idolo, senza etica, senza morale... senza voce.
Per sottolineare l’importanza della vocazione di Abramo, la Scrittura la cita sei volte:
a Ur (Atti 7:2-3),
Charan (Genesi 11:31),
Sichem (Genesi 12:7),
Bethel (Genesi 14:17),
Hebron due volte (Genesi 15:5-18; 17:1-8).
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Nella Sua sovranità, Dio il Signore stabiliva un reciproco vincolo: fedeltà ed obbedienza da parte di Abramo e la protezione e assistenza del Signore.
In virtù di questa promessa Abramo avrebbe fondato una nuova nazione, eletta da Dio non già per dominare i popoli ma per servirli.
IL Nome Ineffabile (Jhvh, o Yavh, o Yawh)
Il Talmud, una sorta di “mega enciclopedia” ebraica, comprende una serie di studi e di insegnamenti. A proposito del Nome Ineffabile dice:
“Per gli orientali, il nome non é una semplice designazione come presso di noi. Si riteneva che indicasse la natura della persona o cosa da cui derivava; perciò una venerazione speciale circondava il “Nome distintivo” della Divinità quale era stato rivelato al popolo d’Israele, cioè il tetragramma sacro Jhvh. Quattro consonanti senza vocali. Prima dell’esilio in Babilonia, sembra che il Nome venisse pronunciato opportunamente, perché il terzo Comandamento ne proibisce la pronuncia quando avviene “invano” (sembra, tra l’altro, nei tribunali).
Il Nome veniva pronunciato dal Sommo Sacerdote nel Giorno dell’Espiazione (Yom Kippur) ed il popolo che ascoltava piegava le ginocchia e si prostrava esclamando: “Benedetto il Suo Nome glorioso e sovrano per sempre in eterno”. Con l’andare del tempo, a causa del basso livello morale dei sacerdoti, il numero elevato dei dissoluti, il Nome veniva pronunciato a bassa voce. Nelle sinagoghe si cominciò a pronunciare “Adonai” (mio Signore).
Più tardi anche questa pratica cessò, e la pronuncia del Nome Ineffabile è andata persa. (Le parole tra parentesi sono di chi scrive.)
Sempre a proposito del Nome Ineffabile, lo studioso ebreo Robert Aron nel suo libro “Gli anni oscuri di Gesù” scrive che fino all’anno 330 circa a.C. il Nome Ineffabile veniva ancora pronunciato. Ma nel periodo in cui Israele era sottomesso ai Greci di Antioco Epifane IV, mentre era Sommo sacerdote Simone il Giusto, accadde qualcosa di sconveniente.
I Greci occupanti facevano di tutto per sradicare la fede di Israele nel Dio Unico e, per scherno, pronunciavano il Nome in modo volutamente distorto e blasfemo. Leggiamo cosa scrive Robert Aron:
“Alcuni idolatri si sarebbero permessi di scherzare grossolanamente sul Suo Nome... questo mutamento intollerabile del Nome sacro in quello di un... (chi scrive omette la parola per decenza ) impuro... costrinse gli Ebrei a limitare l’uso del Nome divino alle sole funzioni del Tempio... Infine Simeone il Giusto, contemporaneo di Alessandro Magno, proibì completamente che il Nome fosse pronunciato; e si usarono soltanto degli equivalenti come “Il Verbo”, “Ha-schem”, Adonai (il Signore)”.
Il Sommo Sacerdote, Simeone il Giusto, dunque, decise che il Nome Ineffabile non venisse più pronunciato, nemmeno durante il servizio nel Tempio di Gerusalemme. Così, piano piano, la pronuncia del Nome andò perduta per sempre. Al tempo di Gesù, dicono gli studiosi, l’esatta pronuncia del Nome Ineffabile era andata persa. Le due pronunce del Nome “Javéh” o “Geova” sono solo semplificazioni.
Infine, nel Nuovo Testamento non è mai scritto il nome di Dio col tetragramma sacro Jhvh.
“Il giorno del Kippur era l’unico giorno dell’anno in cui, prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme, il Kohen gadol, il Sommo Sacerdote, entrava nel Kodsesh ha-kodashim, nel Santo dei Santi, che era la parte più interna dell’Arca Santa, e pronunciava il nome tetragrammato di Dio, proibito in qualsiasi altra occasione, per implorarlo di perdonare le colpe del popolo” (Clara ed Elia Kopciowsky - Le pietre del Tempio).
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Il Signore, si direbbe, che segue Abramo passo passo, gli parla dicendo:
“Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti questo paese perché tu lo possegga” (Genesi 15:7). Questa promessa fu in seguito confermata con la Circoncisione di Abramo e dei maschi che erano con lui (Genesi 17:26-27).
Con la circoncisione il Signore aggiunse una “h” al nome di Abramo, che divenne Abrahamo, che significa “Padre di una moltitudine (di nazioni)”.
Come un sigillo della confermata Alleanza col patriarca e con la sua discendenza, stabilì il segno perenne della circoncisione dei figli maschi, da farsi l’ottavo giorno. La circoncisione ricorderà ad Abrahamo ed alla sua discendenza che essi sono legati da un Patto col loro Dio. Ricorderà che i loro figli appartengono al Signore, che essi sono chiamati ad essere un popolo di sacerdoti e re.
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Abrahamo è il Padre naturale e spirituale dei suoi discendenti diretti, ma è anche Padre spirituale dei credenti non Ebrei nel Dio Unico di tutte le nazioni.
Le promesse di benedizione si estendevano a tutte le nazioni tramite Israele, popolo sacerdote.
Questa verità fu un punto di forza per Paolo da Tarso, l’Apostolo dei gentili, il quale scriverà che:
“Poiché non c’è distinzione tra Giudeo e Greco (pagano) essendo egli stesso Signore di tutti quelli che lo invocano” (Romani 10:12)
Il nostro apostolo aveva compreso a fondo la portata della Missione di Israele.
Questo tema verrà sviluppato in seguito.
Ma ciò non cancella, anzi rafforza, il ruolo, di Israele nel mondo, popolo chiamato ad essere sacerdote santo del Dio Vivente (Esodo 19:6), che doveva servire (non dominare) l’intera umanità.
Verso Israele, il Cristianesimo dovrebbe avere illimitata riconoscenza!
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Poi il Signore parlò con Sarai promettendole il sospirato figlio e come segno di questa promessa le cambiò il nome da Sarai in Sara (Principessa). In quel momento, Abrahamo aveva 99 anni, Sara ne aveva 90 (Genesi 17).
Ma questa anziana matriarca era stanca di attendere e rise dentro di sé, il riso di chi non si attende più niente dalla vita e non aspetta altro di concludere i suoi giorni.
Nonostante il rispetto, l’onore e la gloria che dobbiamo al nostro Signore e Dio, la franchezza e la sincerità del cuore spinge molte volte anche noi a gemere aspettando l’esaudimento di una Sua promessa e la nostra fede é messa a dura prova.
Sinceramente, non ci sappiamo spiegare certi “ritardi” del Signore!
Dopo un anno, come il Signore aveva promesso, Sara partorì Isacco (che vuol dire “sorriso”), un bambino figlio di un sorriso in un momento di umana debolezza.
Ma la volontà del Signore è più forte delle nostre debolezze, le Sue promesse sono “Sì e amen”.
Due eredi (Ismaele ed Isacco) in casa di Abramo erano troppi, prima o dopo Agar con suo figlio dovevano separarsi.
Quando il piccolo Isacco fu svezzato, Abramo fece una gran festa durante la quale Ismaele schernì Isacco (aveva preso lo stesso difetto della madre?) e Sara, che era una madre come tutte le altre, reagì con parole dure ed invitò Abrahamo ad allontanare madre e figlio.
Il patriarca con molta sofferenza dovette provvedere ad allontanare Agar ed Ismaele, consolato dalle parole incoraggianti del Signore sul futuro dei due bambini.
Il racconto biblico è denso di commoventi sentimenti: malinconia, poesia, amore, misericordia, Provvidenza. Invito il lettore a mettere da parte questo libro ed a leggere il brano di Genesi 21, versetti da 14 a 21.
Il Patto venne rinnovato da suo figlio Isacco ed in seguito il patto da Giacobbe, figlio di Isacco. Meraviglioso è il brano del “Sacrificio di Isacco” (o Legatura, come ci dicono i Rabbini) Genesi 22:1-19) brano che ha catturato l’attenzione di sommi artisti come Rembrandt, Ribera, Raffaello, Chagall.
Il Signore Dio non nasconde al Suo amico Abramo un evento lungo e doloroso che interesserà la sua progenie. Ma gli dice anche che dopo il periodo di schiavitù la sua stessa progenie sarebbe entrata in possesso della Terra promessa. Ascoltiamo il testo sacro:
“Il Signore disse ad Abramo: ‘Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in una terra che non sarà la loro; saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni, ma io giudicherò la nazione di cui saranno stati schiavi, e dopo questo, se ne partiranno con grandi ricchezze’” (Genesi 15:13-14).
Sapere che la propria progenie sarà resa schiava rattristerebbe profondamente qualsiasi genitore! Abramo ebbe la consolazione di sapere che dopo il periodo di schiavitù (400 anni) la sua progenie, alla quarta generazione, possederà la terra promessa.
All’inizio del libro dell’Esodo, troviamo un quadro completamente diverso da quello della Genesi. I discendenti di Giacobbe in terra d’Egitto, che erano inizialmente 70 persone, divennero numerosi, al punto da far preoccupare il Faraone. Esodo 1:3 ci racconta che in Egitto salì al trono un nuovo Faraone, che non aveva avuto conoscenza di Giuseppe. Chi era questo nuovo Faraone? Cosa era successo in Egitto?
La storia ci viene in aiuto e ci chiarisce che intorno al 1500 a.C. (al tempo di Giuseppe) gli Egiziani erano stati sottomessi dagli Hiksos (si legge: Icsos), una popolazione di ceppo semitico (discendente da Sem) proveniente da Canaan. Gli Hiksos in qualche modo erano affini, parenti alla lontana degli Israeliti. Questo spiega perché un figlio di Giacobbe potesse divenire Vice-re in Egitto.
Ma in seguito, gli Egiziani, con Tothmes III (1485-1450), si ribellarono e cacciarono gli Hiksos dalla loro terra; per evitare eventuali ribellioni ridussero gli Israeliti in schiavitù.
Dopo 400 anni gli Israeliti erano diventati un popolo di circa tre milioni, di cui 600.000 uomini oltre i venti anni, più donne e bambini, come era stato detto dal Signore ad Abramo (Genesi 15:13-14). In quel tempo donne e bambini non venivano censiti.
Questo immenso popolo era diviso in 12 tribù che si erano sviluppate con caratteristiche proprie durante la schiavitù, tutte insieme formavano il popolo di Israele. Israele nacque, dunque, in terra straniera, e ci sembra di capire che questo evento non è casuale perché in terra straniera questo popolo vivrà per la maggior parte della sua esistenza.
Durante la schiavitù gli Israeliti furono privati della libertà, assoggettati a duri lavori per costruire città, strade, ponti, lavorare i campi. Un popolo che fu libero si ritrovò schiavo, privato della dignità, delle possibilità culturali e spirituali.
Il Faraone, come anche i suoi successori, utilizzarono gli schiavi con intelligenza per le loro imprese edili, più o meno avevano tutti il “male della pietra”, cioè la smania di costruire città, piramidi, monumenti, palazzi. Il tutto per esaltare la gloria dei faraoni e dell’Egitto.
Pietro Zullino, nel suo libro “I sette Re di Roma” (Ed. Rizzoli), fa l’ipotesi allettante che il misterioso popolo etrusco discenda dagli Israeliti che, a seguito della cacciata degli Hyksos dall’Egitto, emigrarono in Italia, dopo essere stati per un certo tempo nella Lidia (attuale Turchia). Questo spiegherebbe i tanti punti in comune tra Etruschi, Romani ed Israeliti.
Durante questo lungo periodo di circa 400 anni, gli Israeliti acquisirono la mentalità degli schiavi: animo abbietto, spirito di ribellione, propensione alla violenza ed alla “carnalità”, alla indisciplina ed alla volgarità. Ma tutto ciò era il frutto di un sistema di vita che mortificava l’uomo, gli negava ogni diritto, che trattava lo schiavo esclusivamente quale “macchina” da lavoro. E quando la “macchina” si rompeva ce n’era un’altra già pronta.
La vita dello schiavo non ha senso: è senza una festa, senza una ricorrenza. Non c’è giorno di riposo, non c’è culto, non c’è studio, non c’è la gioia di veder spuntare un fiore, di costruire una vita. Tutto il giorno lo schiavo era ricurvo a cuocere mattoni per costruire città, a lavorare i campi sotto l’occhio vigile dei guardiani. Israele per quanto avesse perso, almeno in parte, il senso della dignità, dell’umanità, ha avuto la forza di rifiutare il paganesimo egiziano, del quale “non ne aveva accettato né la cultura e né la religione, rimanendo ben ancorato alle proprie credenze, alla propria fede. Altri popoli furono assoggettati dal potente impero egiziano: popoli che ben presto si assimilarono alla cultura dello Stato sovrano e scomparvero.” (Rabbino Elia Kopcioski).
Dopo oltre 400 anni, la sofferenza crebbe al punto tale che gli israeliti elevarono dal proprio petto un grido di aiuto al Signore, il loro Dio. Un grido che non si perse tra la paglia ed i mattoni, ma trovò le orecchie attente del Signore.
E’ nota la storia: dopo la rivolta degli Egiziani contro il Faraone straniero (Hiksos), gli Israeliti furono ridotti in schiavitù e per evitare che divenissero troppo numerosi, il nuovo Faraone (egiziano) fece una legge tesa alla eliminazione fisica dei maschi israeliti appena nati, tramite annegamento (venivano gettati nel Nilo, in bocca ai coccodrilli).
In questo quadro si innesta la storia di Mosè che scampò dalle onde del fiume in un cestino di giunchi, per poi finire provvidenzialmente tra le braccia amorevoli della figlia del Faraone, una principessa.
La principessa gli pose nome Mosè, che significa “salvato dalle acque” e lo affidò alla madre del bimbo per l’allattamento. Dopo lo svezzamento crebbe alla Corte egiziana e divenne uomo di grande sapere, istruito in tutta la cultura egiziana.
Ironia per la storia egiziana: l’Egitto allevò e istruì colui che un giorno avrebbe liberato gli schiavi dando inizio ad un nuovo corso della storia. Mosè, dunque, era un principe egiziano, ma nelle sue vene scorreva sangue ebraico. Ma poi dovette fuggire nel deserto perché aveva ucciso un Egiziano. In una tribù del deserto, trovò “l’anima gemella”: Sefora che gli diede due figli. Si guadagnava la vita pascolando il bestiame del suocero Ietro.
Un giorno, mentre conduceva il suo gregge verso il monte Horeb, il Signore gli apparse in una fiamma di fuoco, un pruno ardeva ma non si consumava. Il Signore gli disse:
“Io ho visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto ed ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori. Io conosco i suoi affanni. Sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso, in un paese nel quale scorre latte e miele...” (Esodo 3:7).
Il Signore Dio aveva scelto il Suo liberatore, discendente di Giacobbe della tribù di Levi.
Per quarant’anni aveva servito alla Corte del Faraone, altri quaranta anni li aveva trascorsi al servizio del suocero Ietro e della sua mandria, altri quaranta li trascorrerà al servizio del Signore Dio. Era pur sempre un Levita!
(Seconda parte)
Abrahamo è il Padre naturale e spirituale dei suoi discendenti diretti, ma è anche Padre spirituale dei credenti non Ebrei nel Dio Unico di tutte le nazioni.
Le promesse di benedizione si estendano a tutte le nazioni tramite Israele, popolo sacerdote.
Questa verità fu un punto di forza per Paolo da Tarso, l’Apostolo dei gentili, il quale scriverà che:
“Poiché non c’è distinzione tra Giudeo e Greco (pagano ossia non-ebreo, n.d.r.) essendo egli stesso Signore di tutti quelli che lo invocano” (Romani 10:12)
Il nostro apostolo aveva compreso a fondo la portata della Missione di Israele.
Questo tema verrà sviluppato in seguito.
Ma ciò non cancella, anzi rafforza, il ruolo, di Israele nel mondo, popolo chiamato ad essere sacerdote santo del Dio Vivente (Esodo 19:6), che doveva servire (non dominare) l’intera umanità.
Verso Israele, il Cristianesimo dovrebbe avere illimitata riconoscenza!
*****
Poi il Signore parlò con Sarai promettendole il sospirato figlio e come segno di questa promessa le cambiò il nome da Sarai in Sara (Principessa). In quel momento, Abrahamo aveva 99 anni, Sara ne aveva 90 (Genesi 17).
Ma questa anziana matriarca era stanca di attendere e rise dentro di sé, il riso di chi non si attende più niente dalla vita e non aspetta altro di concludere i suoi giorni.
Nonostante il rispetto, l’onore e la gloria che dobbiamo al nostro Signore e Dio, la franchezza e la sincerità del cuore spinge molte volte anche noi a gemere aspettando l’esaudimento di una Sua promessa e la nostra fede é messa a dura prova.
Sinceramente, non tutti capiscono subito certi “ritardi” del Signore!
Dopo un anno, come il Signore aveva promesso, Sara partorì Isacco (che vuol dire “sorriso”), un bambino figlio di un sorriso in un momento di umana debolezza.
Ma la volontà del Signore è più forte delle nostre debolezze, le Sue promesse sono “Sì e amen”.
Due eredi (Ismaele ed Isacco) in casa di Abramo erano troppi, prima o dopo Agar con suo figlio dovevano separarsi.
Quando il piccolo Isacco fu svezzato, Abramo fece una gran festa durante la quale Ismaele schernì Isacco (aveva preso lo stesso difetto della madre?) e Sara, che era una madre come tutte le altre, reagì con parole dure ed invitò Abrahamo ad allontanare madre e figlio.
Il patriarca con molta sofferenza dovette provvedere ad allontanare Agar ed Ismaele, consolato dalle parole incoraggianti del Signore sul futuro dei due bambini.
Il racconto biblico è denso di commoventi sentimenti: malinconia, poesia, amore, misericordia, Provvidenza. Invito il lettore a mettere da parte questo libro ed a leggere il brano di Genesi 21, versetti da 14 a 21.
Il Patto venne rinnovato da suo figlio Isacco ed in seguito il patto da Giacobbe, figlio di Isacco. Meraviglioso è il brano del “Sacrificio di Isacco” (o Legatura, come ci dicono i Rabbini) Genesi 22:1-19) brano che ha catturato l’attenzione di sommi artisti come Rembrandt, Caravaggio, Raffaello, Chagall.
Il Signore Dio non nasconde al Suo amico Abramo un evento lungo e doloroso che interesserà la sua progenie. Ma gli dice anche che dopo il periodo di schiavitù la sua stessa progenie sarebbe entrata in possesso della Terra promessa. Ascoltiamo il testo sacro:
“Il Signore disse ad Abramo: ‘Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in una terra che non sarà la loro; saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni, ma io giudicherò la nazione di cui saranno stati schiavi, e dopo questo, se ne partiranno con grandi ricchezze’” (Genesi 15:13-14).
Sapere che la propria progenie sarà resa schiava rattristerebbe profondamente qualsiasi genitore! Abramo ebbe la consolazione di sapere che dopo il periodo di schiavitù (400 anni) la sua progenie, alla quarta generazione, possederà la terra promessa.
All’inizio del libro dell’Esodo, troviamo un quadro completamente diverso da quello della Genesi. I discendenti di Giacobbe in terra d’Egitto, che erano inizialmente 70 persone, divennero numerosi, al punto da far preoccupare il Faraone. Esodo 1:3 ci racconta che in Egitto salì al trono un nuovo Faraone, che non aveva avuto conoscenza di Giuseppe. Chi era questo nuovo Faraone? Cosa era successo in Egitto?
La storia ci viene in aiuto e ci chiarisce che intorno al 1500 a.C. (al tempo di Giuseppe) gli Egiziani erano stati sottomessi dagli Hiksos (si legge: Icsos), una popolazione di ceppo semitico (discendente da Sem) proveniente da Canaan. Gli Hiksos in qualche modo erano affini, parenti alla lontana degli Israeliti. Questo spiega perché un figlio di Giacobbe potesse divenire Vice-re in Egitto.
Ma in seguito, gli Egiziani, con Tothmes III (1485-1450), si ribellarono e cacciarono gli Hiksos dalla loro terra; per evitare eventuali ribellioni ridussero gli Israeliti in schiavitù.
Dopo 400 anni gli Israeliti erano diventati un popolo di circa tre milioni, di cui 600.000 uomini oltre i venti anni, più donne e bambini, come era stato detto dal Signore ad Abramo (Genesi 15:13-14). In quel tempo donne e bambini non venivano censiti.
Questo immenso popolo era diviso in 12 tribù che si erano sviluppate con caratteristiche proprie durante la schiavitù, tutte insieme formavano il popolo di Israele. Israele nacque, dunque, in terra straniera, e ci sembra di capire che questo evento non è casuale perché in terra straniera questo popolo vivrà per la maggior parte della sua esistenza.
Durante la schiavitù gli Israeliti furono privati della libertà, assoggettati a duri lavori per costruire città, strade, ponti, lavorare i campi. Un popolo che fu libero si ritrovò schiavo, privato della dignità, delle possibilità culturali e spirituali.
Il Faraone, come anche i suoi successori, utilizzarono gli schiavi con intelligenza per le loro imprese edili, più o meno avevano tutti il “male della pietra”, cioè la smania di costruire città, piramidi, monumenti, palazzi. Il tutto per esaltare la gloria dei faraoni e dell’Egitto.
Pietro Zullino, nel suo libro “I sette Re di Roma” (Ed. Rizzoli), fa l’ipotesi allettante che il misterioso popolo etrusco discenda dagli Israeliti che, a seguito della cacciata degli Hyksos dall’Egitto, emigrarono in Italia, dopo essere stati per un certo tempo nella Lidia (attuale Turchia). Questo spiegherebbe i tanti punti in comune tra Etruschi, Romani ed Israeliti.
Durante questo lungo periodo di circa 400 anni, gli Israeliti acquisirono la mentalità degli schiavi: animo abbietto, spirito di ribellione, propensione alla violenza ed alla “carnalità”, alla indisciplina ed alla volgarità. Ma tutto ciò era il frutto di un sistema di vita che mortificava l’uomo, gli negava ogni diritto, che trattava lo schiavo esclusivamente quale “macchina” da lavoro. E quando la “macchina” si rompeva ce n’era un’altra già pronta.
La vita dello schiavo non ha senso: è senza una festa, senza una ricorrenza. Non c’è giorno di riposo, non c’è culto, non c’è studio, non c’è la gioia di veder spuntare un fiore, di costruire una vita. Tutto il giorno lo schiavo era ricurvo a cuocere mattoni per costruire città, a lavorare i campi sotto l’occhio vigile dei guardiani. Israele per quanto avesse perso, almeno in parte, il senso della dignità, dell’umanità, ha avuto la forza di rifiutare il paganesimo egiziano, del quale “non ne aveva accettato né la cultura e né la religione, rimanendo ben ancorato alle proprie credenze, alla propria fede. Altri popoli furono assoggettati dal potente impero egiziano: popoli che ben presto si assimilarono alla cultura dello Stato sovrano e scomparvero.” (Rabbino Elia Kopcioski).
Dopo oltre 400 anni, la sofferenza crebbe al punto tale che gli israeliti elevarono dal proprio petto un grido di aiuto al Signore, il loro Dio. Un grido che non si perse tra la paglia ed i mattoni, ma trovò le orecchie attente del Signore.
E’ nota la storia: dopo la rivolta degli Egiziani contro il Faraone straniero (Hiksos), gli Israeliti furono ridotti in schiavitù e per evitare che divenissero troppo numerosi, il nuovo Faraone (egiziano) fece una legge tesa alla eliminazione fisica dei maschi israeliti appena nati, tramite annegamento (venivano gettati nel Nilo, in bocca ai coccodrilli).
In questo quadro si innesta la storia di Mosè che scampò dalle onde del fiume in un cestino di giunchi, per poi finire provvidenzialmente tra le braccia amorevoli della figlia del Faraone, una principessa.
La principessa gli pose nome Mosè, che significa “salvato dalle acque” e lo affidò alla madre del bimbo per l’allattamento. Dopo lo svezzamento crebbe alla Corte egiziana e divenne uomo di grande sapere, istruito in tutta la cultura egiziana.
Ironia per la storia egiziana: l’Egitto allevò e istruì colui che un giorno avrebbe liberato gli schiavi dando inizio ad un nuovo corso della storia. Mosè, dunque, era un principe egiziano, ma nelle sue vene scorreva sangue ebraico. Ma poi dovette fuggire nel deserto perché aveva ucciso un Egiziano. In una tribù del deserto, trovò “l’anima gemella”: Sefora che gli diede due figli. Si guadagnava la vita pascolando il bestiame del suocero Ietro.
Un giorno, mentre conduceva il suo gregge verso il monte Horeb, il Signore gli apparse in una fiamma di fuoco, un pruno ardeva ma non si consumava. Il Signore gli disse:
“Io ho visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto ed ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori. Io conosco i suoi affanni. Sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso, in un paese nel quale scorre latte e miele...” (Esodo 3:7).
Il Signore Dio aveva scelto il Suo liberatore, discendente di Giacobbe della tribù di Levi.
Per quarant’anni aveva servito alla Corte del Faraone, altri quaranta anni li aveva trascorsi al servizio del suocero Ietro e della sua mandria, altri quaranta li trascorrerà al servizio del Signore Dio. Era pur sempre un Levita!
CAPITOLO SECONDO
(Prima parte)
M |
osè liberatore degli Israeliti, celebrazione della Pasqua, il passaggio del Mar Rosso (Mare delle canne), l’Elezione di Israele, Il Patto del Sinai, il Decalogo, alcune frequenti domande.
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MOSÈ LIBERATORE DEGLI ISRAELITI
Inizialmente Mosè si mostra titubante e spaventato di quanto il Signore gli aveva prospettato. Muove delle obiezioni, mostra incredulità.
E’ un uomo che soffre di eccessiva timidezza che lo costringe ad esprimersi male, teme che gli Israeliti non gli crederanno, che il faraone non lascerà andare gli schiavi, che dovrà dire in Nome di quale Autorità si dovrà presentare agli Israeliti e soprattutto il Nome del Dio che lo manda.
Il Signore con segni evidenti lo convinse, dichiarando di essere il Dio dei suoi padri il cui Nome è “Yavéh” “Colui che vive sempre”, ovvero l’ “Eterno”. Il santo Nome comprende tre tempi: passato, presente e futuro, nella lingua italiana questa possibilità non esiste.
A dire il vero, Dio non può avere un nome come lo intendiamo noi, ad esempio: Giuseppe, Vincenzo, Amelia, eccetera. Perché un nome identifica una persona, la distingue, la limita. Mentre Il Signore Dio, come dice la Scrittura, riempie l’universo, anzi l’universo stesso non lo può contenere. Perciò il Suo Nome non è un nome, ma è la Sua Essenza, ovvero è Eterno. Non è un dio, come le divinità pagane, che muoiono in inverno o in autunno e si risvegliano o risuscitano in primavera, per poi morire ancora o andare in letargo. Il Dio d’Israele è Altro (Barth), Egli “non dorme e non sonnecchia”.
Ci vollero dieci dolorosissime piaghe per piegare l’ostinato Ramses II a rilasciare gli schiavi.
CELEBRAZIONE DELLA PASQUA (PASSAGGIO)
Esodo: l’ora della Redenzione.
Finalmente il faraone aveva ceduto: gli Ebrei ed altri popoli schiavi si accinsero a partire. In fretta si fecero i preparativi per la partenza che avvenne al segnale convenuto, dopo aver mangiato la cena pasquale. Tutto il cerimoniale della cena prevedeva di mangiare un agnello senza difetto, delle erbe amare, del pane azzimo (senza lievito). Senza lievito perché la partenza doveva avvenire senza perdere tempo. La pasqua ebraica è l’ombra di un evento molto lontano, nel cui sfondo l’ombra svanisce per rivelare la Persona che è al centro della salvezza: Gesù Cristo.
Era la notte del 14 del mese di Nisan del calendario ebraico, gli Shofar (ricavati da corni di ariete) suonarono a tutto fiato: era il segnale della partenza. Stupendo!
Per lo schiavo non c’era la cognizione del tempo, come per l’ergastolano, tutti i giorni erano uguali, “piatti”, ma ora finalmente l’orologio della storia di Israele si era messo in moto, dopo 400 anni di fermo forzato.
Gli Israeliti, nei secoli futuri, celebreranno la Pasqua pronti per partire (coi lombi cinti), mangiando pane azzimo (senza lievito), l’agnello (il sacrificio di un animale innocente ed indifeso, figura di Cristo per i cristiani), erbe amare (in ricordo dell’amarezza della schiavitù).
In seguito gli Ebrei aggiungeranno un uovo sodo per ricordare la vita spezzata dei primogeniti ebrei finiti nei fiumi egiziani ed anche dei primogeniti egiziani.
Una riflessione è doverosa, allo scopo di temere Dio e non buttarci dietro le spalle i Suoi Comandamenti: quando nacque Mosè c’era un decreto del Faraone di eliminare fisicamente tutti i figli maschi degli Ebrei, allo scopo di evitare che divenissero troppo numerosi e che potessero promuovere rivolte.
Molto semplicemente i bambini venivano gettati nei fiumi tra le fauci dei coccodrilli. Questo crimine successivamente ricadrà su di loro!
“Ma se non fate così, voi avrete peccato contro il Signore; e sappiate che il vostro peccato vi ritroverà”. (Numeri 32:23)
È la nemesi storica: il male che si compie prima o dopo ricadrà addosso a coloro che lo compiono.
Come una calamita attira il ferro, così il male attira chi lo compie. E’ possibile trovare scampo attraverso il pentimento e la richiesta di perdono.
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Israele si mette in marcia verso la terra che “stilla latte e miele”, partendo da Succot.
IL PASSAGGIO DEL MAR ROSSO (IL MARE DELLE CANNE)
Nei pressi del Mar Rosso (così chiamato nella traduzione della Bibbia “dei Settanta”) gli Israeliti si trovarono il cammino sbarrato dal Mar Rosso. Era il primo serio ostacolo. L’entusiasmo degli Israeliti passò “dalle stelle alle stalle”.
In quel mentre Mosè veniva a sapere che stava per sopraggiungere l’esercito del Faraone. Tutto sembrava svanire come un sogno all’alba.
Era il momento cruciale in cui il Dio di Abrahamo, Isacco e Giacobbe doveva intervenire per adempiere alla Sua promessa di portare i loro discendenti nella Terra di Canaan.
Ci sono momenti nella vita del popolo di Dio in cui soltanto l’intervento di Dio lo può liberare e mutare così, come dice il salmista, “il duolo in danza”.
Il Signore Dio che aveva mandato le dieci piaghe, mandò un vento impetuoso talmente forte che divise in due le acque del mare e permise al popolo il passaggio. L’esercito del Faraone cercò di inseguirli infilandosi tra le acque, ma fu sommerso dalla furia delle onde e non ebbe scampo.
Chi scrive crede con tutto il cuore che la storia sia andata così come è scritta, crede con tutto il cuore che il Dio d’Israele compie miracoli e prodigi, ieri, oggi e domani.
Tanti giovani egiziani persero la vita, tanti figli non tornarono a casa, tante mogli non rividero i loro mariti, tanti bambini non rividero i loro padri, tutto questo a causa della caparbietà di un dittatore!
Nella tradizione ebraica (Midrash) c’è un commovente pensiero per le vittime egiziane:
“Finalmente liberi i figli di Israele intonarono un inno di gioia e di ringraziamento. Gli angeli del cielo intonarono anch’essi, con lo loro voci gioiose e argentine, un inno di lode al Signore che ancora una volta aveva dimostrato la propria potenza.
Ma il Signore che dall’alto vedeva gli Egiziani annaspare e affondare nelle acque tumultuose del mare, levò alta la propria voce al di sopra dei canti di gioia, e gridò con voce potente:
“Nessuno canti e nessuno gioisca mentre i miei figli muoiono!”. (Kopciowski, “Le pietre del tempo”, Ancora).
Certamente, dopo le dieci piaghe di Egitto, il passaggio del Mar Rosso rafforzò negli Ebrei la convinzione che il Signore stesso camminava davanti a loro e dimostrarono a tutti i popoli che il Dio di Israele, Unico ed Invisibile, il Dio degli schiavi è più potente delle divinità d’Egitto!
Dunque, il Signore Dio attraverso Mosè aveva parlato a tutti i popoli dell’antichità e ne ebbero timore.
CAPITOLO SECONDO
(Seconda parte)
IL PATTO DEL SINAI - L’ELEZIONE DI ISRAELE - I DIECI COMANDAMENTI
Dopo due mesi di cammino, gli Ebrei giunsero ai piedi del monte Sinai, il Patto di Alleanza che il Signore fece con Abramo venne riproposto ben tre volte alla sua discendenza, gli Israeliti. Il Signore non impose la Sua Legge ed i suoi Precetti, una religione imposta non produce la fede vera, ma ipocrisia, falsità di cuore. Il Signore propose ad Israele di essere un popolo di Sacerdoti ed una nazione santa (separata). Ascoltiamo il testo biblico:
“Se ubbidite davvero alla mia voce ed osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia; e mi sarete un regno di sacerdoti, una nazione santa”. (Esodo 19:5-6)
Come in un crescendo, la vocazione di Israele raggiunge il punto culminante: dopo il Patto di Dio con Noè, seguito poi dal Patto con Abrahamo, seguito ancora dal Patto del Sinai, nel quadro della storia universale di Dio con l’uomo, che troverà il suo perfezionamento nel “Nuovo Patto” nell’ultima Pasqua (Santa Cena).
Il popolo per ben tre volte disse: “Noi faremo tutto quello che il Signore ha detto” (Esodo 19:8)
Le altre due volte sono scritte in Deuteronomio 5:27, Giosuè 24:24.
Il Patto del Sinai che il Signore stabilì con Mosè assorbiva quello stretto con Noè e con Abramo. Ne era il prolungamento.
In Sintesi: il Patto del Sinai è il completamento della Legge divina.
L’elezione, nella comprensione popolare, vuol dire “privilegio”, essere al di sopra degli altri. Godere di privilegi... a spese degli altri. Invece, nel senso biblico, l’eletto è colui che serve gli altri, l’eletto è un servo. Si può affermare che il Padre è un grande servo, che Gesù “il Servo Sofferente” di Nazareth è un grande servo. L’eletto è colui che serve (e paga la sua elezione con le umiliazioni!).
L’elezione di Israele implica che dovrà servire le nazioni, come i camerieri servono a tavola i clienti. Servire le nazioni implica il concetto che “Dio ama lo straniero, Dio ama i popoli”. (Deuteronomio10:19; 33:3).
Perché il Signore scelse proprio Israele che viveva in schiavitù? Ci sono molte risposte. Forse perché “Molti ultimi saranno primi” (Marco 10:31).
Israele assume una veste sacerdotale, deve servire le nazioni facendo conoscere il Messaggio di Dio, sintetizzato nei Dieci Comandamenti, dettagliato nei 613 precetti, di cui parleremo in seguito. Israele sarà un “Regno di sacerdoti”, una “Nazione santa”. Una nazione tra le nazioni, ma distinta, separata dalle altre. Dio è distinto da tutto e da tutti, è “Altro” (Barth), così anche è la vocazione di Israele, la nazione santa.
IL DECALOGO
Il Signore inizia il Decalogo dichiarando: “Io sono Yavèh, il Dio tuo che ti ho tratto dal paese d’Egitto...”; si presenta come il Dio “Tuo”, quello di Adamo, quello di Noè, quello di Abramo, quello dei Patti, quello che ti ha liberato dalla schiavitù (Esodo 20:2).
Ecco il Decalogo che ha una portata universale unica che indica l’essenza e la portata della “Missione sacerdotale” di Israele .
Per svolgere tale missione, Israele doveva divenire una nazione santa (Kadosh), che in pratica significa “separazione DA” per “consacrarsi A”, al Suo servizio.
Separarsi DA: Idolatria e dalle sue degradanti pratiche, magia, divinazione, culto dei morti. Ripudio del paganesimo degenerato con le sue pratiche dei sacrifici umani, della prostituzione sacra.
Santità è anche l’avere il dominio sugli impulsi naturali dell’uomo che contrastano la Torah.
Dedicarsi alla missione vestiti di santità, lontani da impurità e da tutto ciò che contrasta con il volere di Dio. La Missione di Israele richiede la santità e la moralità, dunque, contiene la necessità di comportamenti conformi alla moralità del Signore.
Nel mentre il paganesimo dei popoli non conosce obblighi morali. Non esiste il concetto di peccato. Le conseguenze sono note.
I precetti della Torah, positivi e negativi, come vedremo, hanno tutti lo stesso fine, conquistare la Santità offerta dal Signore. Mentre i precetti positivi hanno lo scopo di sviluppare le virtù, le buone qualità umane; quelli negativi tendono a combattere il vizio, le tendenze e gli istinti che vanno contro la santità.
La legge morale comprende i diritti fondamentali dell’uomo:
diritto di vivere, diritto di lavorare, diritto di vestirsi, diritto del riposo e libertà, diritto di possedere dei beni. Alla legge morale si affianca la Legge civile.
Legge morale comprende anche i doveri: verso il povero, il debole, sia amico o nemico. La purezza nella famiglia, estranea ad ogni rapporto impuro (incesto, sodomia, lussuria).
La missione affidata ad Israele era tutt’altro che facile: vivere tra le nazioni impure e conservarsi puri, allontanarsi dalla corruzione ma vivendoci vicino.
Questa era la collaborazione che Dio chiedeva ai discendenti di Abramo. Come una nazione di agnelli in una nazioni di depravati, iniziava il cammino di Israele, la Missione di Dio.
Torah significa “insegnamento”.
L’insieme dei 613 precetti (di cui 611 dati tramite Mosè e 2 dati direttamente dal Signore) sono scritti nel Pentateuco, i cinque libri attribuiti a Mosè, sono: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio. Il Pentateuco viene chiamato dai rabbini Torah.
Tutti gli altri Scrittori sacri (Profeti, Scribi) attingeranno alla Torah, sviluppandone i temi.
La Torah aveva lo scopo di preparare Israele alla Missione sacerdotale, rivestendo la santità di Dio, praticando ciò che è giusto, che produce virtù, ma anche proibisce ciò che produce veleno allo spirito.
Ogni atto di ubbidienza al Signore, ogni osservanza del precetto si ripercuote beneficamente su Israele, ma l’inosservanza in un certo senso si ripercuote sulla società.
L’osservanza o non-osservanza non sono soltanto atti personali, ma sono anche atti sociali.
Va anche detto che molti precetti hanno un aspetto educativo collegato alla santità della persona e quindi del popolo. Altri precetti hanno un aspetto di “segno, ricordo” come le nappe ornamentali (Numeri 15:40). Il non mangiare il nervo sciatico vuole ricordare la lotta di Giacobbe con l’Angelo, e quindi le origini della propria fede, i sacrifici per i diversi tipi di peccati vogliono insegnare al popolo la gravità del peccato e la necessità di ripararlo.
Ma tutti sappiamo che Dio il Padre non ha bisogno di sacrifici. Il non mangiare carne di quel certo animale vuole insegnare ad avere l’autocontrollo, il discernimento e stimolare l’obbedienza al Signore. Infine, il Signore Dio ricompensa chi Gli ubbidisce, castiga i ribelli.
Comanda di rispettare gli animali, di non nutrirsi del loro sangue, simbolo della loro vita. L’osservanza del Sabato è dato per la rigenerazione morale e spirituale del “popolo-sacerdote”, per questo “è benedetto”. Lo richiede la santità dell’uomo!
La santità è alle radici della collaborazione di Israele col Signore Dio.
Tramite Abrahamo, il Signore aveva formato il popolo di Israele , poi tramite Mosè lo scelse per recare la Missione (alta) di far conoscere alle nazioni la Sua Parola.
Come un “Regno di sacerdoti” (Esodo 19:6), una nazione santa”, Israele doveva vivere con uno stile di vita esemplare come testimone vivente del Dio vivente. Era la Missione universale e sacerdotale di Israele. A questo punto rivediamo la sinteticamente i Dieci Comandamenti (o meglio le Dieci Parole) che il Signore diede a Mosè (il testo completo si trova in Esodo 20:1-17 ed in Deuteronomio 5:1-21).
Prima tavola:
1°- Io sono il Signore il Dio tuo che ti trasse dal paese d’Egitto, dalla casa di Schiavitù;
2°- Non avrai altri dèi all’infuori di Me, non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché Io, il Signore, sono un Dio Geloso...;
3°- Non pronunciare il nome del Dio tuo invano;
4°- Ricordati del giorno del riposo (Sabato) per santificarlo;
5°- Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra;
Seconda Tavola:
6°- Non uccidere;
7°- Non commettere adulterio;
8°- Non rubare;
9°- Non testimoniare il falso contro al tuo prossimo;
10°-Non desiderare la donna del tuo prossimo; non desiderare tutto ciò che appartiene al tuo prossimo, (quest’ultimo Comandamento colpisce le azioni e gli abusi notoriamente ingiusti anche se permesse dalle tradizioni o dalle leggi stesse).
Nel Decalogo, il Signore Dio si fa conoscere come Dio Unico, Sovrano dei cieli e della terra “IO SONO” che esercita la Sua Sovranità sulle nazioni, che esprime la Sua volontà liberatrice (“Ti ho tratto dal paese d’Egitto”, Esodo 20:2), che proibisce la costruzione di idoli e di considerare sacri le cose naturali (la divinizzazione della natura), che ordina il rispetto della vita umana, di onorare altamente i genitori, rispettare la dignità e l’onore della donna, di rispettare la proprietà altrui, prescrive il giorno di riposo per Ebrei e non-Ebrei e perfino degli animali (il Sabato).
Ci sono molti buoni libri che sviluppano i significati dei Dieci Comandamenti.
La Legge per Israele vuol dire non dipendere più dall’arbitrio, dal capriccio di potenti re o di tiranni, la Legge è recepita come via verso la libertà, verso la Terra promessa, verso il Messia.
Alla Legge tutti devono essere sottomessi, dal sovrano all’ultimo cittadino. Nessun Ebreo potrà essere condannato senza regolare processo.
Nell’insieme, i Dieci Comandamenti sono l’essenza del messaggio missionario, della “Missione sacerdotale” di Israele, e sono alla base di ogni nazione civile.
LA SANTITÀ D’ISRAELE
Tutta la Legge di Mosè è formata da 613 precetti, di cui 248 (come le membra del corpo umano) sono in positivo (fare...) hanno come scopo primario la santità dell’Ebreo ed il coltivare la virtù.
I 365 precetti negativi (non fare...) hanno lo scopo di combattere il vizio, gli istinti malvagi della natura umana. Quelli praticabili ancora oggi recano il segno §.
L’essenza, lo spirito della Legge e dei profeti fu sintetizzato in un “Grande Comandamento” che comprende tutti gli altri: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente, ed il prossimo tuo come te stesso” (Matteo 22:36-38).
I Comandamenti sono grandi, ma gli uomini sono piccoli. Ma questo il Signore lo sa.
Una tradizione ebraica (Midrash) asserisce che il Signore Dio prima di offrire il Patto di Alleanza ad Israele l’abbia offerto ad altri popoli, ma essi lo rifiutarono;. di conseguenza l’offrì ad Israele che lo accettò. Questi comandamenti restano la base di ogni civiltà avanzata.
ALCUNE FREQUENTI DOMANDE
Prima domanda:
“L’Antico Testamento è superato?”
Gli Ebrei non lo chiamano Antico Testamento ma Scritture ebraiche, o Torah. Comunque lo si chiami, nessun precetto per definizione è “superato” o abrogato, semmai è “non praticabile”, o “adempiuto” (Matteo 5:17-18).
Il cuore della Legge è la figura centrale del Messia; la Legge, nonostante l’infedeltà di Israele, ha raggiunto il suo scopo: donare il Messia a Israele e a tutti i popoli della terra.
Riprenderemo più avanti dell’opera e della Parola del Messia, Gesù Cristo.
Seconda domanda:
“L’Ebreo devoto deve osservare tutti i 613 precetti?”
Ci sono precetti che sono stati definiti “necessari”. Alcuni riguardano la collettività di Israele, ma non il singolo.
Dei 248 precetti positivi (da fare, obblighi) diversi riguardano la collettività: ad esempio il precetto numero 20 (la costruzione del Santuario), il 173 (la nomina di un re), il 188 (combattere la stirpe di Amalek “di generazione in generazione”, tutti i precetti che riguardano il Santuario del Tempio di Gerusalemme, per il semplice fatto che il Tempio non è stato ancora riedificato. Non sono nemmeno praticabili i precetti che riguardano la schiavitù.
E allora dei 248 precetti positivi necessari, quanti ne restano praticabili? Soltanto sessanta! Questi 60 precetti sono obbligatori per gli uomini, mentre per le donne il numero scende a quarantasei.
Per quanto riguarda i trecentosessantacinque precetti negativi (da non fare, divieti) sono tutti riportati nell’elenco; quelli praticabili ancora oggi sono contrassegnati dal segno “§”. (“Le 613 mitzvòt – Ediz. .Lamed).
Terza domanda:
“Perché storicamente Ebrei e Cristiani sono stati quasi sempre in inimicizia?”
La risposta è lunga e dolorosa, è come una lite in famiglia. Ne parleremo in seguito, parlando della distruzione di Gerusalemme.
Ma, grazie a Dio, da diversi decenni si sono instaurati buoni rapporti. Molti cristiani studiano l’Ebraico antico ed il Greco (quello dello Scritture) e hanno cordiali rapporti coi rabbini. Dall’altro lato, molti Ebrei e rabbini leggono il Nuovo Testamento, e scoprono meravigliandosi che non è un libro riservato ai “pagani (Goym)”, ma è un “loro” Libro.
CAPITOLO TERZO
(Prima parte)
La Legge riporta molti comandamenti di Dio: eccone quelli positivi.
248 Precetti Positivi
Legenda: § Simbolo di Precetto da osservare ancora oggi
*****
Precetti Positivi (fare)
Preghiera e professione di fede
1 |
§ |
Credere nel Signore che ti ha liberato dalla schiavitù |
Io sono il Signore, il tuo Dio (Esodo 20, 2)
|
Commento: così inizia il Decalogo, il Signore ricorda a Israele l’origine della sua storia: la liberazione dalla schiavitù egiziana.
2 |
§ |
II Signore il nostro Dio è l’Unico Signore |
Ascolta, Israele: il Signore, il nostro Dio, è l’unico Signore (Deuteronomio 6, 4) |
Commento: il mondo egiziano era popolato da molte divinità, il Signore afferma che Egli è l’Unico Dio e l’Unico Signore. Questo è il fondamento della fede ebraica.
3 |
§ |
Amerai il Signore con tutto il cuore |
E amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore... (Deuteronomio 6, 5) |
4 |
§ |
Abbi timore filiale per il Signore |
Temi il Signore, il tuo Dio, (Deuteronomio 10, 20) |
(Deuteronomio 10, 20)
5 |
§ |
Servilo, vivendo vicino Lui |
...Lo servirai |
6
§
Resterete uniti al Signore: col cuore, cercando di assimilare la Torà
...e rimarrai unito a Lui (Deuteronomio 11, 20)
7 |
§ |
Se ti troverai nella necessità di giurare, giurerai ma nel nome del Signore |
E giurerai nel Suo Nome (Deuteronomio 10, 20) |
Commento: generalmente il giuramento era richiesto nei Tribunali.
8 |
§ |
Sarete un popolo santo se osserverete i Suoi comandamenti |
Se camminerai nelle Sue vie (Deuteronomio 28, 9)
|
9 |
§ |
Non profanerete ma Santificherete il santo nome dell’Onnipotente |
Affinché io sia santificato in mezzo ai figli d’Israele (Levitico 22, 32) |
10
|
§ |
Recitare le parole dello shemà (la fede nel Dio Unico, Deuteronomio 6,4) ogni mattina e ogni sera |
E parlerai delle le parole dello Shemà quando siedi in casa tua, quando viaggi per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai (Deuteronomio. 6, 7) |
11 |
§ |
Insegnare le parole della Torà (Legge) ai figli |
Le inculcherai ai tuoi figli... (Deuteronomio. 6, 7) |
12 |
§ |
(I miei comandamenti) li legherai sul braccio (tefillìn, filatterie) |
E li legherai (alla mano) come segno sul tuo braccio (Deuteronomio 6, 8) |
13 |
§ |
Indosserai i tefillìn sulla fronte in mezzo agli occhi |
...(sono) come un segno (tra i tuoi occhi) (Deuteronomio 6, 8) |
14 |
§ |
Applicare i fiocchi, o nappe (tzitzìt) sui vestiti che hanno quattro angoli |
Ed essi faranno per se stessi degli tzitzìt sugli angoli dei loro vestiti (Numeri 15, 38) |
15 |
§ |
Apporre i Comandamenti (la mezuzà) sugli stipiti delle porte... |
E (questi Comandamenti) li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città (Deuteronomio 6, 9) |
16 |
|
Indire un’Assemblea generale di tutto il popolo d’Israele per ascoltare la lettura della Torà al termine dell’anno sabatico (Hakèl) |
Radunerai il popolo, uomini, donne e bambini, lo straniero... (Deuteronomio 31, 12).
|
Nota: Nell’antico oriente i trattati di Alleanza prevedevano la lettura pubblica dei trattati. La Torah ne prevede la lettura pubblica ogni anno sabatico.(“Bibbia di Gerusalemme” pag. 382).
17 |
|
Il re avrà l’obbligo di scrivere un rotolo della Torah in più degli altri Ebrei |
E quando si insedierà sul trono reale, egli (il re) scriverà per suo uso una copia di questa Legge (Deuteronomio 17, 18) |
Commento: lo scopo era evidentemente quello di far assimilare al re i precetti della Legge del Signore affinché li mettesse in pratica.
18 |
§ |
Ogni ebreo dovrà scrivere il Canto di lode al Signore per se stesso |
E ora scrivete per voi stessi questo canto (Deuteronomio 31, 19) |
Commento: questo precetto dice che ogni Ebreo dovrà scrivere per suo uso sia una copia della Legge che una copia del Canto contenuto in Deuteronomio 32, 1-43; canto che è stato definito “Un brano di alta poesia che esalta la potenza del Dio di Israele, il solo vero Dio.” Dovrà essere insegnato ai figli di Israele. “Mettetelo loro in bocca, affinché questo cantico mi serva di testimonianza contro i figli di Israele”.
19 |
§ |
Benedire e ringraziare il Signore per il cibo dopo aver mangiato |
Mangerai, dunque, e ti sazierai e benedirai il Signore, il tuo Dio (Deuteronomio 8, 10) |
Il Tempio e il sacerdozio
20 |
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Disposizione di ricostruire il Santuario
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...essi costruiranno per Me un Santuario ed Io abiterò in mezzo a loro (Esodo 25, 8) |
21 |
§ |
Portate rispetto al Santuario |
...portate rispetto al mio santuario. Io sono il Signore (Levitico 19, 30) |
22 |
|
Solo i Leviti sorveglieranno il Santuario
|
...i Leviti faranno il servizio della tenda (di convegno) in tutto quello che concerne i turni di custodia... (Numeri 18,4) |
23 |
|
Precetto che prescrive il servizio nel Santuario soltanto ai Leviti |
E solo i leviti eseguiranno il servizio della tenda del convegno (Numeri 18, 23) |
24 |
|
Il sacerdote deve lavare le mani e i piedi ogni volta che entra nel Santuario per compiere servizio divino |
Aronne e i suoi figli vi si laveranno (nel bacile) le mani e i piedi (Esodo 30, 19) |
25 |
|
I sacerdoti predisporranno le lampade per l’accensione delle luci del Candelabro (Menorà) nel Santuario |
Aronne ed i suoi figli lo predisporranno (l’olio per l’accensione) del Candelabro (Esodo 27, 21) |
26 |
§ |
I sacerdoti dovranno impartire la benedizione sacerdotale |
Così benedirete i figli di Israele (Numeri 6, 23) |
27 |
|
Disporre il pane di presentazione sulla tavola |
Metterai sulla tavola il pane di presentazione, che starà sempre davanti a Me (Esodo 25, 30) |
28 |
§ |
Aronne brucerà l’incenso
|
E Aronne vi brucerà sopra dell’incenso aromatico...ogni mattina (Esodo 30, 7) |
29 |
§ |
Mantenere sempre acceso il fuoco sull’altare (d’oro) |
Il fuoco dev’essere mantenuto sempre acceso sull’altare (Levitico 6, 6) |
30 |
|
Rimuovere la cenere dall’altare
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Il sacerdote... toglierà la cenere dell’olocausto... (Levitico 6, 3) |
31 |
§ |
Allontanare fuori dall’accampamento una persona lebbrosa |
I figli d’Israele allontaneranno dall’accampamento... ogni lebbroso (Numeri 5, 2) |
32 |
§ |
Considerare i discendenti di Aronne santi: onorarli sempre |
Tu considererai il sacerdote come santo... (Levitico 21,8) |
33 |
|
I sacerdoti devono indossare degli abiti sacerdotali in segno di gloria |
E farai degli indumenti (paramenti) sacri per tuo fratello Aronne, in segno di gloria... questi sono gli indumenti (i paramenti) che faranno (Esodo 28, 2-4) |
34 |
|
Solo i sacerdoti devono trasportare l’arca santa sulle spalle
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Perché avevano (i Leviti) l’incarico... di trasportare oggetti sacri sulle loro spalle (Numeri 7, 9) |
35 |
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Preparazione dell’olio speciale per l’unzione dei sacerdoti e dei re
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(Mosè) farai un olio per l’unzione sacra composto secondo l’arte di profumiere... (Esodo 30, 25) |
36 |
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I Sacerdoti, fuori sede, devono prestare servizio come gli altri sacerdoti con gli stessi diritti e doveri |
Quindi, egli (il sacerdote) servirà in nome del Signore, il suo Dio come tutti i suoi fratelli... (Deuteronomio 18, 7) |
37 |
§ |
Un sacerdote può rendersi impuro per la morte di un familiare parente stretto |
Per essa (una sorella nubile che è deceduta) il sacerdote potrà diventare impuro (nel senso che potrà avere contatto col corpo morto) (Levitico 21,3) |
38 |
|
Il Sommo sacerdote sposerà una vergine del suo popolo |
Ed egli (il sommo sacerdote) sposerà soltanto una donna vergine del suo popolo (Levitico 21, 13) |
Sacrifici pubblici
39 |
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Presentare ogni giorno, mattina e sera, per sempre, un’offerta di due agnelli, (olà tamia) |
... sacrificherete al Signore... due (agnelli) ogni giorno, a mattina e sera. (Numeri 28, 3) |
40 |
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I sacerdoti faranno l’offerta farinacea quotidiana mattina e sera
|
Questa è l’offerta che Aronne e i suoi figli faranno al Signore il giorno che riceveranno l’unzione: un decimo d’efa di fior di farina... metà la mattina, metà la sera... (Levitico 6, 13) |
41 |
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Offerta aggiuntiva da fare di Sabato
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Nel giorno di Sabato (Shabbàt) offrirete due agnelli dell’anno senza difetti (Numeri 28, 9) |
42 |
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Offerta aggiuntiva da fare ogni primo giorno del mese (ròsh chòdesh)
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Il primo giorno di ogni mese offrirete al Signore come olocausto due tori... (Numeri 28,11) |
43 |
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Presentare delle offerte per tutti i sette giorni di Pésach (Pasqua), oltre quelle previste |
Per sette giorni offrirete al Signore sacrifici consumati dal fuoco (Levitico 23, 8) |
44 |
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Festa delle primizie: offerta del fascio di spighe al sacerdote come primizia
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E porterete un fascio di spighe (un òmer) del primo prodotto della vostra mietitura (Levitico 23, 10) |
45 |
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Presentare un’offerta specifica durante la festa delle sette Settimane (Sha-vuòt) |
E il giorno delle primizie... offrirete come un profumo al Signore... un’offerta... (Numeri 28, 26-27) |
46 |
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Presenterete nel primo giorno di Shavuòt delle offerte di fior di farina del nuovo raccolto |
Porterete dalle vostre abitazioni due pani per un’offerta che dovrà essere agitata (davanti all’altare)... (Levitico 23, 17) |
47 |
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Presenterete delle offerte specifiche durante la festa di Ròsh HaShanà (Capo d’anno) |
Nel primo giorno del mese del settimo mese... presenterete un’offerta da ardere al Signore (Levitico 23, 24-25) |
48 |
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Nel giorno delle espiazioni (Kippùr, espiazione con digiuno)... vi umilierete o offrirete al Signore dei sacrifici consumati col fuoco |
E nel dieci di questo settimo mese... presenterete un ‘offerta da ardere al Signore (Levitico 23, 27) |
Commento: il Signore é Signore di tutto e di tutti. Non ha bisogno di sacrifici, il precetto serve ad educare il popolo all’umiltà ed a renderlo cosciente che il peccato è cosa grave davanti a Dio. “Il precetto mira alla santità dell’uomo” (Epstein).
49 |
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Aronne eseguirà nel Santuario un servizio specifico nel giorno di Kippùr (Espiazione) |
Aronne verrà con questo nel Santuario... (Levitico 16, 3) |
50 |
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Presentare per i sette giorni di Sukkòt (festa delle Capanne) offerte consumate dal fuoco |
Per i sette giorni del “Sukkot” presenterete al Signore un’ offerta consumata dal fuoco (Levitico 23, 36) |
51 |
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L’ottavo giorno di Sukkòt presenterete delle offerte al Signore offerte consumate col fuoco |
L’ottavo giorno avrete una santa convocazione e presenterete al Signore... (Levitico 23, 36) |
52 |
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Istituzione delle tre Feste nazionali di pellegrinaggio (Pasqua, Pentecoste, Tabernacoli) |
Tre volte all’anno tu farai festa in mio onore (Esodo 23, 14) |
Commento: le tre feste nazionali sono: in primavera, la festa del pane Azzimo, Pasqua (raccolta dell’orzo); in estate-autunno: la Pentecoste (raccolto del grano); dei Tabernacoli (la vendemmia) in autunno.
Queste feste sono definite “Sante adunanze” per distinguerle dalle feste del raccolto dei Cananei caratterizzate da riti osceni della fecondità.
La santità del popolo è alla radice della “Grande Missione” di Israele.
53 |
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Ogni maschio si presenterà al Santuario durante le tre feste di pellegrinaggio |
Tre volte all’anno ogni tuo maschio si presenterà davanti al Signore… nella Festa dei pani Azzim (Pasqua), delle Settimane (Pentecoste) e delle Capanne (Deuteronomio 16:16) |
54 |
§ |
Rallegrarsi durante le feste di pellegrinaggio |
E tu ti rallegrerai durante questa tua festa (Deuteronomio 16, 14) |
55 |
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Istituzione della Pasqua
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(l’agnello)... tutta la comunità d’Israele convenuta lo macelleranno, verso sera (Esodo 12, 6) |
56 |
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L’agnello pasquale deve essere mangiata nella notte di Pésach (Pasqua) |
Ed essi ne mangeranno la carne in quella notte (Esodo 12, 8) |
57 |
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L’impuro (per contatto con un morto) celebrerà la Pasqua (Pesach-shenì) il 14 giorno del secondo mese (Yiàr) |
L’impuro celebrerà la Pasqua giorno quattordici del secondo mese (di Yiàr), verso sera, mangeranno l’agnello... (Numeri 9, 11)
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Commento: questo precetto dovrebbe far riflettere i cristiani sulla partecipazione responsabile alla “Santa Cena”).
58 |
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L’offerta di Pésach (Pasqua) deve essere mangiata con pane azzimo ed erbe amare |
...mangeranno (l’agnello) con pane azzimo e con erbe amare (Numeri 9, 11) |
59 |
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In caso di attacco di guerra, suonerete le trombe dentro il Santuario e sarete liberati dai vostri nemici
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Quando nel vostro paese andrete alla guerra... suonerete a strepito le vostre trombe... (v. 10) così pure nel giorno della vostra gioia e nelle vostre ricorrenze e nei capi mese suonerete le trombe. Io sono il Signore (Numeri 10, 9-10) |
Offerte dei singoli
60 |
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L’animale che offrirete come sacrificio starà sette giorni con la madre
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Quando sarà nato un vitello, un agnello, un capretto...rimarrà sette giorni con sua madre; dall’ottavo giorno in poi sarà gradito come offerta (Levitico 22, 27) |
Commento: come non si toglie ad una pecora il proprio agnellino appena nato, così non si toglie ad una madre il proprio piccolo che vuole stringere in seno...
61 |
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Un animale difettoso non deve essere offerto al Signore
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...la vittima per essere gradita dovrà essere perfetta (Levitico 22, 21) |
62 |
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Ogni offerta al Signore sarà condita con sale |
Condirai con sale ogni oblazione... segno del Patto col tuo Dio (Levitico 2, 13) |
63 |
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Se l’offerta è di bestiame grosso, sacrificare all’ingresso della Tenda di convegno |
Se la tua offerta è un olocausto di bestiame grosso... l’offrirai all’ingresso della Tenda di convegno (Levitico 1, 3) |
64 |
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Precetto del sacrificio espiatorio (chattàt)
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Nel luogo dove si immola l’olocausto sarà immolata davanti al Signore la vittima per il peccato (Levitico 6, 18) (Bibbia di Gerusalemme) |
65 |
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Precetto del sacrificio per la colpa (ashàm) |
Questa è la legge del sacrificio per colpa (ashàm) (Levitico 7, 1-8) |
66 |
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Precetto del sacrificio di riconoscenza (shelamìm)
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Questa è la legge del sacrificio di riconoscenza (shelamìm) che si presenta al Signore (Levitico 7, 11-21) |
67 |
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Compiere l’offerta farinacea secondo le indicazioni la Legge
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Quando qualcuno presenterà al Signore un’ offerta sarà di fior di farina... (Levitico 2, 1-10) |
68 |
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In caso di una sentenza riconosciuta errata ma involontariamente, il Sinedrio presenterà un’offerta (espiatoria)
|
Se tutta la Comunità di Israele (il Sinedrio) ha peccato per un errore involontario e la verità rimane celata agli occhi di tutta l’assemblea... offrirà un sacrificio espiatorio (Levitico 4, 13-21) |
Commento: sia benedetto il Signore che ammette che le Autorità Supreme possano anch’esse sbagliare e che debbano fare atto di riparazione.
69 |
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Una persona che abbia sbagliato senza volerlo dovrà presentare un’offerta espiatoria per i peccati passibili della pena del karèt (esclusione dal Mondo futuro) |
Se qualcuno del popolo pecca per errore e fa qualcosa che il Signore ha vietato di fare condurrà come offerta una capra... (Levitico 4, 27-35) |
70 |
|
l’Ebreo presenterà il sacrificio (ashàm talùi) nel dubbio di aver commesso un peccato passibile della pena di karèt (esclusione dal mondo futuro), per errore o per ignoranza |
Ed egli non sappia (con sicurezza se ha peccato) e quindi è colpevole, si prenderà carico della propria colpa (Levitico 5, 17) (traduzione di Moise Levy)
|
71 |
|
L’Ebreo che commetterà un peccato (come negare un deposito ricevuto, o un pegno ricevuto, o una cosa estorta... ed avrà mentito e giurato il falso) dovrà presenterà il sacrificio per colpa certa (ashàm) |
Quando avrà così peccato... restituirà la cosa rubata... vi aggiungerà un quinto in più consegnando ciò al proprietario (legittimo) e porterà al Sacerdote il suo sacrificio per colpa (ashàm) offerto al Signore (Levitico 5, 21-25) |
72 |
|
Chi si rifiuta di testimoniare, o si rende impuro, oppure... presenterà un’offerta secondo le sue disponibilità economiche
|
Se una persona commette una colpa... porterà la propria offerta... in base alle sue possibilità economiche (Levitico 5, 1-11) |
73 |
§ |
Se un uomo (o una donna) reca danno a qualcuno commette una colpa grave verso il Signore, dovrà confessare l’errore, restituire l’oggetto al proprietario aggiungendo un quinto del valore... e consegnerà al sacerdote un capro da offrire al Signore per espiazione del peccato. |
Riconosceranno i peccati che hanno compiuto... (Numeri 5, 7) |
74 |
|
Quando un uomo sarà colpito da malattia venerea e poi ne sia guarito... offrirà un sacrificio
|
Quando colui che ha la gonorrea... ritornerà puro... nell’ottavo giorno egli dovrà prendere due tortore... li offrirà davanti al Signore (Levitico 15, 13-14) |
75 |
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Se una donna ha delle perdite irregolari, quando sia guarita offrirà un sacrificio
|
Quando ella sarà purificata dal suo flusso, conterà sette giorni e poi diventerà pura... l’ottavo giorno, prenderà per sé due tortore... (Levitico 15, 28) |
76 |
|
Quando una donna ha partorito
|
Quando saranno terminati i giorni della sua purificazione (per aver generato) un figlio o una figlia, ella presenterà al sacerdote un agnello di un anno... (Levitico 12, 6) |
77 |
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Offerta di una persona che è stata guarita dalla lebbra
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L’ottavo giorno prenderà due agnelli senza difetto... (Levitico 14, 10) |
78 |
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La “decima” degli animali (armento o gregge) sarà consacrata al Signore (ogni anno) |
Per quanto riguarda ogni decima dell’ armento o del gregge... la decima sarà consacrata al Signore (Levitico 27, 32) |
79 |
§ |
Consacrazione al Signore di ogni primogenito (dell’uomo o di un animale) |
Consacrami ogni primogenito tra i figli di Israele... e tra gli animali (Esodo 13, 2) |
80 |
|
Riscattare il figlio primogenito dell’uomo |
...farai riscattare il primogenito dell’uomo... dall’età di un mese... (Numeri 18, 15-16) |
Riflessione: il riscatto dei primogeniti è strettamente legato alla morte dei primogeniti egiziani (la decima piaga). C’è un linguaggio sottinteso: come dire “Ricordati Israele che per liberarti dalla schiavitù d’Egitto, Io sono stato costretto dalla durezza di cuore del Faraone a far perire i primogeniti egiziani. Anch’essi erano Miei!”.
Il riscatto dei primogeniti rimanda alla storia di Israele e quindi all’azione di Dio.
81 |
§ |
Riscatterai anche il primogenito dell’asino |
Riscatterai ogni primogenito dell’asino con un agnello (Esodo 13, 13). |
82 |
§ |
Spezzerai il collo del primogenito dell’asino se non riscattato |
Se non lo vorrai riscattare, gli spezzerai il collo (Esodo 13, 13) |
83 |
|
Presenterete tutte le offerte (obbligatorie o volontarie) alla prossima ricorrenza di pellegrinaggio |
E voi cercherete il Signore...nel luogo che il Vostro Dio vi darà e porterete là la vostra offerta da ardere (Deuteronomio12, 5-6) |
84 |
|
Presenterete tutte le sacre offerte esclusivamente nel Santuario
|
Presenterete i vostri olocausti nel luogo che il Signore avrà scelto (il Santuario)... là farai tutto quello che ti comando (Deuteronomio 12, 14) |
85 |
|
Per le cose consacrate (o promesse con voto) presenterai un’offerta nel Santuario, anche se ti troverai fuori da Israele |
Però, le cose consacrate o promesse in voto, tu le prenderai e andrai nel luogo che il Signore sceglierà (ovvero nel Santuario) (Deuteronomio 12, 26) |
Prescrizioni concernenti i sacrifici ed i voti
86 |
|
Riscatto di animali consacrati divenuti in seguito difettosi. Potrai anche uccidere animali e mangiarne come se fosse cacciagione, a tuo piacimento, ma senza mangiarne il sangue |
Però, potrai a tuo piacimento scannare animali e mangiarne la carne in tutte le città, come si fa con la carne di gazzella e di cervo (Deuteronomio 12, 15)
|
87 |
§ |
Un animale che ne sostituisca un altro per un’offerta diventa a sua volta consacrato |
E se uno (animale) sostituisce un altro animale tutti e due saranno cosa sacra (Levitico 27, 10) |
88 |
|
I sacerdoti devono consumare quello che rimarrà di un’offerta farinacea
|
Quanto avanzerà dall’oblazione lo mangeranno Aronne ed i suoi figli, con pane azzimo (Levitico 6, 9) |
89 |
|
Soltanto Aronne ed i suoi figli (i sacerdoti) mangeranno alcune parti di un’offerta
|
Essi mangeranno queste cose con cui è stata fatta l’espiazione per consacrarli e santificarli (Esodo 29, 33) |
90 |
|
Se la carne consacrata sarà contaminata, non dovrà essere consumata ma occorrerà bruciarla
|
E la carne che sia entrata in contatto con una cosa impura non dovrà essere mangiata; sarà bruciata con il fuoco (Levitico 7, 19) (traduzione di Moise Levy) |
91 |
|
La carne avanzata di un’offerta consacrata dovrà essere bruciata
|
Quello che sarà rimasto della carne del sacrificio fino al terzo giorno sarà bruciato con il fuoco (Levitico 7, 17) |
92 |
§ |
II nazireo non deve tagliarsi i capelli
|
Per tutto il tempo del suo voto di nazireato il rasoio non passerà sul suo capo...(lascerà crescere sul suo capo i riccioli dei capelli… (Numeri 6, 5) |
93 |
|
Al termine del nazireato il nazireo deve radere i capelli e presentare le offerte prescritte |
Quando i giorni del suo nazireato saranno compiuti... e presenterà la sua offerta... e il nazireo raderà... (Numeri 6, 13.14.18) |
94 |
§ |
Tenere fede a qualunque voto che sia uscito dalle proprie labbra
|
Mantieni e metti in pratica la parola uscita dalle tue labbra: opera secondo il voto che avrai fatto (Deuteronomio 23, 23) |
95 |
§ |
Precetto che regola il modo di annullare i voti dei figli |
Quando un uomo assume l’impegno di un voto... (Numeri 30, 3-16) |
Impurità e Purificazione
96 |
|
Impurità rituale per chi tocca la carcassa di animali |
Se muore un animale... chi toccherà il suo corpo sarà impuro fino a sera (Levitico 11, 39) |
97 |
|
Impurità di piccoli animali che strisciano sulla terra (striscianti, brulicanti)
|
...considererete impuri questi: la talpa, il topo, lucertola... creature che brulicano sulla terra (Levitico 11, 29-31) |
98 |
|
Impurità riguardante il cibo e le bevande su cui è caduta acqua impura
|
Di ogni cibo... sul quale giunga dell’acqua impura... e ogni bevanda... sarà impura (Levitico 11, 34) |
99 |
§ |
Precetto sulla impurità della donna... in certi periodi
|
E quando una donna avrà perdite di sangue per le mestruazioni la sua impurità durerà sette giorni... (Levitico 15,19) |
100 |
§ |
Impurità rituale della donna dopo aver partorito
|
Quando una donna sarà rimasta incinta e partorirà un maschio... sarà impura per sette giorni (Levitico 12, 2) |
101 |
§ |
Impurità rituale di una persona colpita da sintomi di lebbra
|
Quando un uomo presenti sulla pelle del suo corpo... sintomi della lebbra, il sacerdote... (Levitico 13, 2) |
102 |
§ |
Impurità della macchia di muffa per quanto attiene agli abiti |
Quando apparirà una macchia di muffa sopra una veste di lane o di lino... (Levitico 13, 47) |
103 |
|
Purificazione delle case infettate dalla tigna
|
Il padrone della casa dirà al sacerdote”Mi pare che la mia casa ci sia la tigna” (Levitico 14, 35) |
104 |
|
Purificazione dell’uomo affetto da gonorrea (perdita di liquido) |
Chiunque ha la gonorrea è impuro... andrà dal sacerdote (Levitico 15, 2) |
CAPITOLO QUARTO (Prima parte)
Nella Legge che Mosè ricevette da Dio ci furono pure dei comandamenti che vietavano certi comportamenti.
365 Precetti Negativi
Legenda: § Precetto da osservare ancora oggi
*****
Precetti Negativi (non fare)
Idolatria e culti pagani
1 |
§ |
Non credere che esista altro Dio oltre l’Eterno Signore |
Non avrai altro Dio all’infuori di Me (Esodo 20, 3) |
2 |
§ |
§ Non farti né sculture, né immagini scolpite (di divinità) |
...delle cose che sono nel cielo... in terra... o nelle acque (Esodo 20, 4) |
3 |
§ |
Non creare immagini neppure per altre persone |
E non farete per loro idoli di metallo (Levitico 19, 4) (traduzione di Moise Levy) |
4 |
§ |
Non realizzare nessuna divinità umana o di animali, neppure per un utilizzo non religioso |
E non farete presso di Me divinità d’argento né farete per voi divinità d’oro (Esodo 20, 20) |
5 |
§ |
Non ti prostrare davanti agli idoli |
...e non li servite, perché sono un Dio geloso... (Esodo 20, 5) |
6 |
§ |
Non avrai nessun culto per un idolo |
E non li servire... (Esodo 20, 5) |
7 |
§ |
Non darai i tuoi figli (ad essere sacrificati) per l’idolo Mòloch |
Non darai nessuno dei tuoi figli... all’idolo Mòloch (Levitico 18, 21) |
8 |
§ |
Non rivolgetevi agli spiriti (dei morti), né agli indovini (per comunicare con i defunti) |
Non vi rivolgerete agli indovini... (Levitico 19, 31) |
9 |
§ |
Non agire come gli ideonìm, specie di oracoli |
E (non vi rivolgerete) agli indovini (Levitico 19,31) |
10 |
§ |
Non interessarti assolutamente a culti idolatri |
Non rivolgetevi alle altre divinità (Levitico 19, 4) |
11 |
§ |
Non erigere delle stele sacre per idolatria |
Non erigerti una stele sacra... (Deuteronomio 16, 22) |
12 |
§ |
Non preparare delle pietre per inchinarsi su di esse (anche se si prega il Signore) |
Non predisporrete nel vostro territorio una pietra da pavimento per prostrarvi su di essa (Levitico 26, 1) (traduzione di Moise Levy) |
13 |
§ |
Non metterai l’idolo di Astarte accanto all’altare dedicato al Signore tuo Dio |
Non metterai nessun idolo di Astarte... accanto all’altare che costruirai al Signore tuo Dio (Deuteronomio 16, 21) |
14 |
§ |
Non giurerai nel nome di divinità straniere |
...e non pronunzierete il nome degli dèi stranieri (Esodo 23, 13) |
15 |
§ |
Non indurrai altre persone all’idolatria (le divinità straniere) |
...non lo si oda uscire dalla vostra bocca (Esodo 23, 13)
|
16 |
§ |
Non istigare un fratello ebreo a compiere atti di idolatria (chi si comporta in questo modo è meritevole della lapidazione) |
E tutta Israele lo udrà e temerà, e non commetterà più una tale opera malvagia (Deuteronomio 13, 11) |
17 |
§ |
Non ascoltare un istigatore (masit) all’idolatria e non mostrare debolezza per lui |
...perché ha cercato di spingerti lontano dal Signore tuo Dio che vi ha fatti uscire dalla schiavitù di Egitto (Deuteronomio 13,10) |
18 |
§ |
Non darai retta all’istigatore (masit) e non lo risparmiare |
Tu non acconsentirai e non gli darai ascolto (Deuteronomio 13, 8-9) |
19 |
§ |
Non aver compassione per chi abbia tentato di indurre all’idolatria |
E il tuo occhio non abbia compassione nei suoi confronti (Deuteronomio 13, 9-10) |
20 |
§ |
Colui che è stato convinto all’idolatria non deve parlare a favore di chi l’ha convinto |
Tu non avrai riguardo (di lui) (Deuteronomio 13, 9)
|
21 |
§ |
Non celare prove a carico della colpevolezza dell’istigatore all’idolatria (masìt) |
...e non occulterai a suo favore (Deuteronomio 13, 9-14)
|
22 |
§ |
Non trarre beneficio da qualunque oggetto appartenente a un idolo |
Non desidererai argento e oro che si trova su di essi prendendolo per te (Deuteronomio 7, 25) |
23 |
|
Proibizione di ricostruirei una città dedita all’idolatria (e che per questo sia stata distrutta) |
...e rimarrà per sempre un mucchio di rovine, non sarà più ricostruita (Deuteronomio 13, 17) |
24 |
|
Non trarre alcun beneficio dai beni di una città che si sia dedicata all’idolatria |
...Nulla di ciò che resterà dallo sterminio si attaccherà alle tue mani... (Deuteronomio 13, 18) |
25 |
§ |
Non porterai a casa tua alcun oggetto che sia stato usato per idolatria |
...Non introdurrai in casa tua una cosa abominevole (Deuteronomio 7, 26) |
26 |
§ |
Non profetizzerai a nome di altre divinità |
E (il profeta) che parlerà a nome di altre divinità... sarà messo a morte (Deuteronomio 18:20) |
27 |
§ |
Il profeta non deve annunciare false profezie |
Ma il profeta che avrà la presunzione di dichiarare a Mio nome ciò che Io non gli ho ordinato di dire... (Deuteronomio 18, 20) |
28 |
§ |
Non prestare orecchio al sognatore o (falso) profeta che parla in nome di un idolo o dell’idolatria |
...non darai ascolto alle parole di quel profeta o di quel sognatore (Deuteronomio 13:3-4) |
29 |
|
Non mostrare pietà per un falso profeta o di aver paura di lui (quando il profeta parla per sua presunzione) |
Tu non lo temere (Deuteronomio 18, 22)
|
30 |
§ |
Non adottare i costumi e le usanze delle altre nazioni |
Non adotterete i costumi delle nazioni... quelle cose le ho in abominio (Levitico 20, 23) |
Divinazione e Magia, Astrologia
31 |
§ |
Non si trovi nel vostro mezzo chi pratica divinazione o magia... |
Non si trovi in mezzo a te... né che esercita la divinazione, né astrologo, né che predice il futuro, né mago... (Deuteronomio 18, 10) |
32 |
§ |
Divieto di mangiare carne col sangue e di praticare la magia e la divinazione |
Non mangerete nulla che contenga sangue... e non praticherete la magia (Levitico 19, 26) |
33 |
§ |
Non usare l’astrologia e non osservare le stelle per predire il futuro |
Non cercate di indovinare il futuro (Levitico 19, 26) (Dal libro: “le 613 Mitzvòt”) |
34 |
§ |
Non praticare la stregoneria |
Non si trovi in mezzo a te... uno stregone (Deuteronomio 18, 10) |
35 |
§ |
Non fare sortilegi |
Non si trovi presso di voi... né negromante né chi pratica sortilegi (Deuteronomio 18, 10-11) |
36 |
§ |
Non consultare un medium |
Non si trovi presso di voi... chi consulta un medium (Deuteronomio 18, 10-11) |
37 |
§ |
Non andare da chi consulta gli spiriti |
Non si trovi presso di voi... chi consulta gli spiriti (Deuteronomio 18, 11) |
38 |
§ |
Non cercare di metterti in contatto con i defunti (negromanzia) |
Non si trovi presso di voi... un negromante (Deuteronomio 18, 11) |
39 |
§ |
Una donna non si vestirà con abiti da uomo |
Una donna non vestirà con indumenti maschili (Deuteronomio 22, 5) |
40 |
§ |
L’uomo non si vestirà con abiti femminili |
L’uomo non si vestirà con abiti da donna (Deuteronomio 22, 5) |
41 |
§ |
Non tatuare la propria pelle |
Non vi farete tatuaggi addosso (Levitico 19, 28) |
42 |
§ |
Non indossare abiti di tessuto misto |
Non indosserai abiti di tessuto misto di lana e lino (Deuteronomio 22, 11) |
43 |
§ |
Non vi raderete i capelli del capo tutto attorno |
Non renderete tondi gli angoli della vostra testa (Levitico 19, 27) (da “Le 613 mitzvòt”) |
44 |
§ |
Non radere con una lama gli angoli della barba |
Non distruggere gli “angoli” della tua barba (Levitico 19, 27) (da “Le 613 mitzvòt”) |
45 |
§ |
Non vi farete incisioni in segno di lutto, come fanno gli idolatri |
Non vi farete incisioni addosso e non vi raderete tra gli occhi (Deuteronomio 14, 1) |
46 |
§ |
(Il re) non farà tornare Israele stabilmente in Egitto (per evitare che assimili le usanze di quel paese) |
Non tornerete più indietro per quella via (in direzione dell’Egitto) (Deuteronomio 17: 16) |
47 |
§ |
Non abbracciare ideologie contrarie alla Legge (Torah) |
E non andrete vagando dietro i desideri del vostro cuore e dei vostri occhi (Numeri 15, 39) |
48 |
§ |
Non stipulare nessun patto con le sette nazioni che devono essere conquistate |
Non farai nessun patto con loro, né con le loro divinità (né con persone divinizzate) (Esodo 23, 32) |
49 |
|
Non risparmierai la vita agli appartenenti alle sette nazioni di Canaan |
Non lascerai in vita nessuno (Deuteronomio 20, 16)
|
50 |
§ |
Non farai grazia e non avrai comprensione nei confronti di chi adora gli idoli |
E non farai loro grazia... (Deuteronomio 7, 2)
|
51 |
|
Non permettere che degli idolatri cananei si possano insediare in Israele |
Essi non dovranno abitare perché non ti inducano a peccare contro di me... (Esodo 23, 33) |
52 |
§ |
Proibizione dei matrimoni misti |
...non darai (ai pagani) le tue figlie... e i tuoi figli (in matrimonio) (Deuteronomio 7, 3) |
53 |
|
Non sposerete né un Ammonita e né un Moabita... perchè non vi diedero pane e acqua |
Né l’Ammonita né il Moabita entreranno a far parte dell’Assemblea del Signore (Deuteronomio 23, 4) |
54 |
§ |
Non escludere la discendenza di Esaù (Edom) dal matrimonio con Ebrei oltre la seconda generazione, (purché convertiti al Dio unico) |
Non detesterai l’Idumeo perché egli è tuo fratello (Deuteronomio 23, 8)
|
55 |
§ |
Non escludere gli Egiziani dal matrimonio con Ebrei oltre la seconda generazione, purché convertiti. |
Non detesterai l’Egiziano perché fosti straniero nel suo paese (Deuteronomio 23, 8)
|
56 |
|
Non offrire la pace ad Ammòn ed a Moàb (perchè pagarono Balaam per maledirti) |
Non ricercare la loro pace, né la loro prosperità, finché tu vivrai (Deuteronomio 23,6) |
57 |
§ |
Non danneggiare e non distruggere (durante l’assedio a una città) alberi da frutto inutilmente per atto vandalico, ma potrai abbattere alberi non da frutto |
...non distruggerai gli alberi (da frutto) (Deuteronomio 20,19)
|
58 |
|
Non temere i tuoi nemici quando vai in guerra |
Quando andrai in guerra contro i tuoi nemici vedrai cavalli, carri e gente più numerosa di te... non dovrai temerli (Deuteronomio 20, 1) |
59 |
|
Non dimenticare il male che ha fatto Amalek che ti ha aggredì mentre stavate uscendo dall’Egitto |
Non dimenticare quel che ti ha fatto Amalek... cancellerai la memoria di Amalek sotto il cielo... (Deuteronomio 25, 19) |
60 |
§ |
Non insultare (pronunciare in modo blasfemo) il nome di Dio |
Non bestemmiare contro il Signore, non maledirai il Principe del tuo popolo (Esodo 22, 28) |
61 |
§ |
Non considerare con leggerezza il valore di un giuramento |
Non giurerete il falso, e non userete inganno... profanereste il Mio nome...(Levitico 19, 12) |
62 |
§ |
Non giurare invano nel nome del Signore tuo Dio |
Non giurerai nel nome del Signore tuo Dio invano (Esodo 20, 7) |
63 |
§ |
Non fare nulla che profani o sconsacri il Mio Nome |
E non profanerete il Mio santo Nome (Levitico 22, 32) |
64 |
|
Non provocare il Signore tuo Dio (con la tua incredulità) |
Non provocare il Signore, tuo Dio, come lo hai provocato nell’oasi di Massa (Deuteronomio 6, 16) |
65 |
§ |
Non distruggere o danneggiare scritti sacri nei luoghi dedicati al culto ebraico o altrove |
(...nei luoghi di culto ebraico) non farete come fareste a luoghi dedicati a divinità pagane (Deuteronomio 12, 4) |
66 |
§ |
Non lasciare una persona morta senza sepoltura durante la notte |
... lo seppellirai senza indugio lo stesso giorno (Deuteronomio 21, 23) |
Rispetto del Santuario
67 |
|
Non interrompere la custodia del Santuario |
Voi farete il servizio del santuario e dell’altare... (Numeri 18, 5) |
68 |
|
I sacerdoti non possono entrare nella parte interna del Santuario se non per il servizio sacro |
Aronne... (il sacerdote) non entrerà nel santuario in ogni tempo (ma solo per il servizio santo) (Levitico 16, 2) |
69 |
|
Un sacerdote che abbia una deformità non potrà avvicinarsi all’altare |
...ha un difetto: non si avvicini quindi per offrire il pane del suo Dio (Levitico 21, 23) |
70 |
|
Un sacerdote che abbia un deformità non potrà avvicinarsi ad alcuna aerea del Santuario |
(Chiunque della discendenza di Aronne)... che abbia un qualsiasi difetto grave non può entrare in nessuna area del Santuario (Levitico 21, 17) |
71 |
|
Un uomo della stirpe di Aronne che ha un difetto non può servire nel Santuario (finché perdura il difetto, evidentemente si tratta di un impedimento guaribile) |
Ogni uomo della stirpe di Aronne che abbia un difetto (infermità) non offrirà sacrifìci al Signore (Levitico 21,21)
|
72 |
|
I Sacerdoti (figli di Aronne) non devono compiere i lavori pertinenti ai leviti “aiutanti” agli ordini dei sacerdoti (figli di Levi) e viceversa |
I Leviti non si avvicineranno agli oggetti sacri e all’altare e non moriranno, sia essi (i leviti) che voi (i sacerdoti)... (Numeri 18, 3-7) |
Il versetto Numeri 18,3 associa i Leviti (discendenti di Levi) in qualità di “aiutanti”e agli ordini dei Sacerdoti (discendenti di Aronne) al servizio del Santuario. Ma ognuno nel suo ruolo.
E’ consigliabile leggere tutto il brano per una migliore comprensione.
73 |
|
Un sacerdote dopo aver bevuto del vino non dovrà entrare nel Santuario per il Servizio |
Non berrete né vino, né bevande alcoliche... quando entrerete nella Tenda del convegno... e né quando insegnerete ai figli di Israele (Levitico 10, 9-11) |
74 |
|
Chi non è sacerdote non può prestare servizio nel Santuario |
Nessuna persona estranea si avvicinerà a voi per prestare servizio (Numeri 18, 4) |
75 |
|
Un sacerdote ritualmente impuro non potrà prestare servizio nel Santuario |
Parla ad Aronne e ai suoi figli, che si tengano separati dalle cose che i figli di Israele consacrano a Me e che non profanino il Mio santo nome (Levitico 22, 2-3) |
76 |
|
Un sacerdote ritualmente impuro non può servire nel Santuario nel giorno in cui esegue l’immersione rituale prima del tramonto |
Ed essi (i sacerdoti) non profaneranno il nome del loro Signore (Levitico 21,6) (da “Le 613 mitzvòt”)
|
77 |
§ |
Una persona lebbrosa (ritualmente contaminata) non può entrare nel Santuario |
E non renderanno impuri i loro accampamenti ... (Numeri 5, 3)
|
78 |
§ |
In un accampamento militare, una persona impura dovrà uscire e potrà rientrare solo dopo la sua purificazione |
...verso sera si laverà con acqua e dopo il tramonto del sole potrà rientrare... (Deuteronomio 23, 11) |
79 |
|
Proibizione di costruire altari di pietre che siano state scolpite con strumenti di metallo |
… non lo costruirai (il mio altare) con pietre scolpite con lo scalpello... perché lo renderesti profano (Esodo 20, 22-26) |
80 |
|
Non si deve salire su un altare per dei gradini |
E non salirai sul mio altare per dei gradini (Esodo 20, 23-24) |
81 |
|
Non si lascerà spegnere il fuoco sull’altare |
Il fuoco dovrà essere mantenuto sempre acceso sull’altare, non lo si lascerà spegnere (Levitico 6, 6) |
82 |
|
Non si deve offrire sull’altare d’oro alcuna offerta diversa da quanto prescritto |
Non offrirete su di esso (altare) incenso profano (non prescritto) né olocausto, né offerte da bruciare... (Esodo 30, 9) |
83 |
§ |
Divieto di produrre dell’olio come quello dell’unzione usato per la consacrazione dei sacerdoti e dei re |
Nessuno dovrà farne uno uguale (Esodo 30, 32)
|
84 |
§ |
Divieto di ungere un uomo comune con l’olio riservato alla unzione dei sacerdoti e dei re |
Non sarà versato sul corpo di un uomo (comune) (Esodo 30, 32) |
85 |
§ |
Proibizione di riprodurre la formula dell’incenso per uso personale |
...farai un profumo secondo l’arte del profumiere... non ne farai altro della stessa produzione per uso personale (Esodo 30,35- 37) |
86 |
|
Proibizione di rimuovere dall’arca le stanghe che servono al suo trasporto |
Le stanghe rimarranno negli anelli dell’arca; non dovranno essere sfilate (Esodo 25, 15) |
87 |
|
Proibizione di separare il pettorale dall’efòd |
Il pettorale non si possa staccare dall’efòd (Esodo 28, 28) |
88 |
|
Non lacerare il margine del vestito dei sacerdoti (il manto dell’efod) |
...(il manto dell’efod) avrà un orlo alla sua imboccatura, ricamato, come se fosse l’apertura di un’armatura. Non dovrà strapparsi (Esodo 28, 32) |
89 |
§ |
Non presentare i tuoi olocausti in posti qualsiasi (ma solo nel luogo che Dio ha stabilito) |
Ti guarderai bene dall’offrire i tuoi olocausti in qualsiasi posto (Deuteronomio 12, 13-14) |
90 |
|
Non macellare in modo rituale le offerte (un bue, un agnello) al di fuori del cortile del Santuario (ma solo davanti al Santuario) |
Se un uomo del popolo qualsiasi di Israele scanna un bue... e non lo conduce alla porta della tenda del convegno... è responsabile... (Levitico 17, 3-4) |
91 |
§ |
Non offrirete al Signore degli animali con dei difetti |
Non offrirete al Signore nulla (di animale) che abbia qualche difetto... non sarebbe gradito (Levitico 22, 20) |
92 |
|
Non offrirete animali che presentino dei difetti o malattie |
...non sacrificherete al Signore una vittima cieca, o storpia... o malata (Levitico 22, 22) |
93 |
|
Non aspergere sull’altare sangue di animali che abbiano menomazioni fisiche |
Un animale cieco o con membra rotte... non sacrificherete al Signore... (Levitico 22, 24) |
94 |
|
Non bruciare sull’altare delle parti provenienti da animali difettosi |
E di essi (animali difettosi) non presenterete delle offerte da bruciare col fuoco sull’altare del Signore (Levitico 22, 22) |
95 |
|
Non presentare come offerta sacrificale un bue o una pecora che abbia un difetto temporaneo |
Non sacrificherete al Signore un bue o una pecora che presenti un difetto... sarebbe una cosa abominevole (Deuteronomio 17, 1) |
96 |
|
Non presentare un animale difettoso ricevuto da un pagano |
E da parte di un pagano non accetterete vittime quale cibo per il vostro Signore, tratto da alcuno di questi (animali difettosi) (Levitico 22, 25) |
97 |
§ |
Non offrirete animali difettosi ma senza difetto |
In esso non vi deve essere nessun difetto (Levitico 22, 21) |
98 |
|
Non offrirete al Signore del miele o del cibo lievitato |
... non dovrete offrire nessun (tipo di) lievito né del miele (Levitico 2, 11) (da “Le 613 mitzvòt”) |
99 |
|
Non offrire un sacrificio senza sale |
Condirai con sale ogni oblazione, segno del patto del tuo Dio (Levitico 2, 13) |
100 |
|
Non offrire in sacrificio un animale comprato con compenso illecito |
Non presenterai nella casa del Signore tuo Dio il compenso di una meretrice, né il ricavato della vendita di un cane, per sciogliere un voto (Deuteronomio 23, 18-19) |
Riflessione: questo precetto condanna le argomentazioni di questo tenore: “Rubo per fare le offerte ai poveri... o alla chiesa... o... o...”. Il denaro sporco resta pur sempre sporco.
101 |
§ |
Non macellare (per offerta al Signore) nello stesso giorno un animale e il suo piccolo |
Non macellerai nello stesso giorno una vacca o una pecora insieme a suo figlio (Levitico 22, 28) |
102 |
|
Non mettere dell’olio di oliva sopra l’offerta farinacea per una trasgressione involontaria (se non ha mezzi per procurarsi...) |
...se non ha mezzi per procurarsi due tortore... porterà come sua offerta... della farina ed egli non vi metterà sopra dell’olio (Levitico 5, 11) |
103 |
|
Non mettere dell’incenso sull’offerta farinacea per una trasgressione involontaria |
...e non vi metterà sopra dell’incenso (Levitico 5, 11)
|
104 |
|
Non mettere dell’olio nell’offerta farinacea per un sospetto (in caso di infedeltà vera o presunta della moglie) |
Non vi verserà sopra dell’olio ... perché è un’offerta per gelosia (Numeri 5, 15)
|
105 |
|
Non mettere dell’incenso nell’offerta farinacea per la “gelosia” |
Non vi metterà sopra dell’incenso... perché ricorderà un’iniquità (Numeri 5, 15) |
106 |
§ |
Non fare delle sostituzioni con degli animali che siano già stati consacrati per offerte sacre |
...non lo sostituirai e non lo cambierai (Levitico 27, 10)
|
107 |
§ |
Non sostituire degli animali consacrati per un tipo di offerta con altri destinati a offerte differenti |
...i primogeniti del bestiame sono già del Signore... nessuno li potrà consacrare (Levitico 27, 26) |
108 |
§ |
Non riscattare il primogenito di un animale domestico puro |
Ma il primogenito di una vacca o il primogenito di una pecora e quello di una capra non li potrai riscattare; essi sono sacri (Numeri 18, 17) |
109 |
§ |
Non vendere l’animale che costituisce la decima |
Ogni decima... appartiene al Signore... Non potrà essere liberato (dal vincolo) (Levitico 27, 33) |
110 |
§ |
Non vendere alcun oggetto o bene che sia stato dichiarato interdetto |
Ma riguardo a ogni (cosa dichiarata chèrem., cioè interdetta) non potrà essere venduta (Levitico 27, 28) |
111 |
§ |
Non riscattare oggetti o beni che siano stati dichiarati interdetti |
Ma riguardo a ogni chèrem... non potrà essere affrancato (Levitico 27, 28) |
112 |
|
Non separare la testa di un uccello dal resto del corpo quando lo si prepara per un’offerta |
...il sacerdote comprimerà la sua testa vicino alla sua nuca, ma non la staccherà (Levitico 5, 8) |
113 |
§ |
Non mettere al lavoro gli animali primogeniti |
Non eseguirai dei lavori con il primogenito della tua vacca (Deuteronomio 15, 19) |
114 |
§ |
Non toserai il primogenito della tua pecora |
Non toserai il primogenito del tuo gregge (Deuteronomio 15, 19) |
115 |
|
Non offrire in sacrificio l’agnello pasquale mentre si è in possesso di pane lievitato |
Tu non mi offrirai il sangue della vittima (mentre sei ancora in possesso) del pane lievitato (Esodo 23, 18) |
116 |
|
Non far trascorrere la notte ad alcune parti del sacrificio pasquale |
...e il grasso dei sacrifici della mia festa non dovrà rimanere fino al mattino (seguente) (Esodo 23, 18) |
117 |
|
Non lascerete avanzi dell’agnello pasquale fino al giorno seguente |
Non ne farete avanzare fino al mattino (seguente) (Esodo 12, 10) |
118 |
|
Non dovrà avanzare carne delle offerte per Pasqua oltre il terzo giorno |
...e la carne che avrai sacrificato all’imbrunire del primo giorno non dovrà essere conservata fino al mattino (Deuteronomio 16, 4) |
119 |
|
Non lasciare che parte dell’offerta di Pasqua avanzi fino al giorno successivo |
Non ne farete avanzare nulla fino al mattino (Numeri 9, 12)
|
120 |
|
Non lasciare fino al mattino della carne del sacrificio di ringraziamento al Signore |
Non ne rimarrà nulla fino al mattino (Levitico 7, 16)
|
121 |
|
Non rompere neppure un osso dell’animale dell’offerta di Pasqua |
E non romperete di esso nessun osso (Esodo 12, 46) |
122 |
|
Non rompere neppure un osso dell’animale dell’offerta di Pésach shenì |
E non spezzerete di esso nessun osso (Numeri 9, 12)
|
123 |
|
Non portare carne del sacrificio pasquale in una casa diversa rispetto a dove viene mangiata |
Non farai uscire nulla della carne dalla casa (Esodo 12, 46)
|
124 |
|
Non cucinare l’offerta farinacea insieme a lievito |
Non dovrà essere cotta con lievito. Io ho dato a loro (Aronne ed i suoi figli) la parte che spetta loro dalla mia offerta fatta sul fuoco (Levitico 6, 10) |
125 |
|
Non mangiare l’agnello pasquale crudo, arrostito solo parzialmente o bollito |
Non mangerete di esso quando è crudo, né se è stato lessato dentro l’acqua (Esodo 12, 9) |
126 |
|
Un pagano o un mercenario non deve mangiare del sacrificio pasquale |
Uno straniero residente o un mercenario non ne mangerà (Esodo 12, 45) |
127 |
|
Un maschio non circonciso non dovrà mangiare del sacrificio pasquale (ma potrà mangiarla se vorrà essere circonciso, quindi inserito nel popolo) |
E nessuna persona non circoncisa potrà mangiarne (Esodo 12, 48)
|
128 |
|
Un Ebreo che abbia rinnegato la fede non può mangiare del sacrificio pasquale(l’Ebreo apostata è ritenuto come un pagano) |
Nessuno straniero ne potrà mangiare (Esodo 12, 43)
|
129 |
|
Una persona ritualmente impura non può mangiare la carne dei sacrifici |
...ella (la donna che ha partorito) non toccherà nessuna cosa consacrata fino al compimento dei giorni della sua purificazione (Levitico 12, 4) |
130 |
|
Non mangiare la carne contaminata di un’offerta sacra |
E la carne che sia entrata in contatto con qualcosa di impuro non potrà essere mangiata (Levitico 7, 19) |
131 |
§ |
Non mangiare la carne avanzata dai sacrifici di Riconoscenza oltre il termine stabilito |
E quanto ne rimane, al terzo giorno dovrà essere bruciato sul fuoco; chi ne mangerà il terzo giorno... sarà escluso dal suo popolo (Levitico 19, 6-8) |
CAPITOLO QUARTO (seconda parte)
Gli alimenti sacri
132 |
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Non mangiare carne di sacrificio di riconoscenza che sia dichiarata immonda |
E se la carne del sacrificio della sua offerta di riconoscenza sarà consumata al terzo giorno, sarà considerata immonda... (Levitico 7,18) |
133 |
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Divieto allo straniero ed al mercenario di mangiare alimenti consacrati |
Nessuno straniero mangerà (alimenti) consacrati, ovvero la terumà) (Levitico 22, 10) |
134 |
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Un Ebreo, inquilino o schiavo salariato di un sacerdote, non può mangiare della terumà |
Un affittuario di un sacerdote, una persona salariata non potranno mangiare alimenti consacrati (terumà) (Levitico 22, 10) |
135 |
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Un sacerdote non circonciso non deve mangiare della terumà |
(il precetto si deduce per un ragionamento chiamato ghezerà shavà - analogia di normativa) |
136 |
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Nessun sacerdote che sia impuro (provvisoriamente) potrà mangiare della terumà |
Ogni uomo della stirpe di Aronne... che sia impuro (lebbroso) mangerà (alimenti) consacrati, finché non torni (nuovamente) puro (Levitico 22, 4) |
137 |
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Una figlia di sacerdote resasi profana (a seguito di matrimonio con un uomo estraneo alla stirpe sacerdotale) non dovrà mangiare cibo consacrato |
La figlia di un sacerdote sposata fuori dall’ambiente sacerdotale non potrà mangiare cibo consacrato (Levitico 22, 12) |
138 |
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È vietato mangiare l’offerta farinacea di un sacerdote |
Ogni offerta farinacea di un sacerdote deve essere completamente bruciata e non potrà essere mangiata (Levitico 6, 16) |
139 |
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Un sacerdote non può mangiare quei sacrifici il cui sangue è stato spruzzato verso l’interno della Tenda di convegno |
E il chattàt (offerta in espiazione per un peccato) il cui sangue sia stato portato nella tenda del convegno per essere spruzzato in un luogo sacro, non potrà essere mangiato; dovrà essere bruciato con il fuoco (Levitico 6, 23) (da “Le 613 mitzvòt”) |
140 |
§ |
Non mangiare nulla di abominevole |
Non mangerai nulla di abominevole (Deuteronomio 14, 3) |
141 |
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Non mangiare la seconda decima di grano al di fuori di Gerusalemme |
Non potrai mangiare entro le porte della tua città la decima del tuo grano (Deuteronomio 12, 17) |
142 |
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Non bere al di fuori di Gerusalemme il vino destinato alla seconda decima |
Non potrai consumare entro le porte della tua città... e il tuo vino (destinato alla seconda decima) (Deuteronomio 12, 17) |
143 |
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Non usare la seconda decima di olio al di fuori di Gerusalemme |
Non potrai mangiare entro le porte della tua città... e il tuo olio (destinato alla seconda decima) (Deuteronomio 12, 17) |
144 |
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Un sacerdote non può mangiare al di fuori di Gerusalemme, il primogenito di un animale che non abbia difetti |
Non potrai mangiare entro le porte della tua città... i primogeniti dei tuoi armenti e delle tue greggi (Deuteronomio 12, 17) |
145 |
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Non mangiare fuori dal Santuario la carne di un’offerta in espiazione per un peccato o di un’offerta per una colpa |
Non potrai mangiare entro le porte della tua città... (i primogeniti del) tuo armento e del tuo gregge (Deuteronomio 12, 17) |
146 |
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Non mangiare la carne di una olà, (un’offerta da bruciare) |
Non potrai mangiare entro le porte della tua città... e tutti i voti che avrai fatto (Deuteronomio 12, 17) |
147 |
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Non mangiare le offerte che hanno un grado minore di sacralità prima che il loro sangue sia stato spruzzato sull’altare |
Non potrai mangiare entro le porte della tua città... le tue offerte volontarie (Deuteronomio 12, 17)
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148 |
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I sacerdoti non possono mangiare primizie prima che siano state deposte nella spianata del Santuario |
Non potrai mangiare entro le porte della tua città... i tuoi contributi (Deuteronomio 12, 17) |
149 |
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L’estraneo (chi non è sacerdote) non può mangiare alcuni sacrifici (di espiazione, di colpa e altri) |
Lo straniero non ne mangerà perché sono sacri (Esodo 29, 33)
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150 |
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Non mangiare la seconda decima quando si è ritualmente impuri |
...dirai al Signore tuo Dio: “ Io ho tolto dalla mia casa ciò che era consacrato... non ne ho trasgredito nessuno dei tuoi comandamenti” (Deuteronomio 26,14) |
151 |
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Chi è in lutto non può mangiare della seconda decima |
Non ne ho mangiato durante la mia condizione di lutto (Deuteronomio 26, 14) |
152 |
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Non spendere il ricavato dalla vendita della seconda decima in altro che non sia cibo o bevande |
...dirai: “E non ne ho dato per un morto; ho dato ascolto a ciò che ha detto il Signore”. (Deuteronomio 26, 14) |
153 |
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Non mangiare prodotti dai quali non siano state prelevate le decime |
Ed essi non profaneranno le cose consacrate dai figli di Israele, che essi abbiano offerto al Signore (Levitico 22, 15) |
154 |
§ |
Non indugerai nel prelevare le parti dei prodotti della terra che spettano ai sacerdoti ed ai leviti |
Non indugerai ad offrirmi il tributo dell’abbondanza delle tue raccolte e del tuo torchio (di vino, di olio) (Esodo 22, 29) |
Voti
155 |
§ |
Non tardare ad adempiere ai voti delle offerte volontarie |
Quando avrai fatto un voto al Signore, tuo Dio, non tarderai ad adempierlo (Deuteronomio 23, 22) |
156 |
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Non recarsi a Gerusalemme a mani vuote in occasione delle feste di pellegrinaggio (Pani azzimi, festa delle Settimane, festa delle Capanne) |
...e nessuno si presenterà davanti al Signore (in Gerusalemme, nelle tre feste di pellegrinaggi) a mani vuote (Deuteronomio 16, 16) |
Leggi matrimoniali per i Sacerdoti
157 |
§ |
Non ritrattare la parola data per un voto o sotto giuramento |
Egli non profanerà la sua parola venendo meno al solenne impegno assunto... (Numeri 30, 2- 3) |
158 |
§ |
I sacerdoti non possono sposare una donna senza moralità |
Non sposeranno una prostituta... perché (i sacerdoti) sono santi (Levitico 21, 7) |
159 |
§ |
I sacerdoti non possono sposare una donna disonorata |
essi (i sacerdoti) non prenderanno una donna che è stata disonorata... (Levitico 21, 7) |
160 |
§ |
I sacerdoti non possono sposare una divorziata |
...i sacerdoti non prenderanno (in moglie) una donna divorziata (Levitico 21,7) |
161 |
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Un kohèn gadòl (Sommo sacerdote) non può sposare una vedova |
(sposerà una vergine, non sposerà una divorziata, né una disonorata, né una prostituta) Una vedova... non la sposerà (Levitico 21, 14) |
162 |
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Un Sommo sacerdote non può vivere con una vedova, anche se non la sposa con la cerimonia richiesta |
Ed egli non disonorerà la sua discendenza in mezzo al suo popolo (Levitico 21, 15)
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Leggi riguardanti i Sacerdoti
163 |
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I sacerdoti non possono entrare nel Santuario con capelli incolti e disordinati (a capo scoperto) |
Non lascerete crescere troppo i capelli delle vostre teste (Levitico 10, 6) |
164 |
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I sacerdoti non devono entrare nel Santuario con vestiti stracciati |
E non stracciate le vostre vesti... affinché non moriate (Levitico 10, 6) |
165 |
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I sacerdoti non devono lasciare il Santuario durante il loro servizio sacro |
Non vi allontanate dall’ingresso della tenda di convegno... (Levitico 10, 7) |
166 |
§ |
Un sacerdote non può contaminarsi venendo a contatto con un defunto a meno che non si tratti di un parente stretto |
Un sacerdote non si esporrà a diventare impuro per il contatto con un morto, a meno che si tratti di uno dei suoi parenti stretti (Levitico 21, 1-2) |
167 |
|
Un kohèn gadòl (Sommo sacerdote) non può entrare dove c’è un morto… (neppure per suo padre o sua madre) |
Ed egli (il Sommo sacerdote) non si avvicinerà a nessuna persona deceduta (Levitico 21,11) |
168 |
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Un Sommo sacerdote non può avvicinarsi ad un morto (e rendersi ritualmente impuro) |
E non si renderà impuro nemmeno per suo padre e per sua madre (Levitico 21, 11) |
169 |
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I sacerdoti ed i leviti non possono ricevere una parte di territorio nella terra di Israele |
I sacerdoti ed i Leviti e tutta quanta la tribù di Levi, non avranno parte né eredità (del territorio di Israele) (Deuteronomio 18, 1) |
170 |
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La tribù di Levi non dovrà beneficiare del bottino di guerra durante la conquista della terra di Israele |
I sacerdoti e i leviti, tutta la tribù di Levi, non riceveranno parte (del bottino di guerra) (Deuteronomio 18, 1) |
171 |
§ |
Non vi fate incisioni addosso e non strappatevi i capelli in segno di lutto per un morto (Voi siete figli del vostro Dio...). |
E non provocherete calvizie tra i vostri occhi, per un morto (Deuteronomio 14, 1)
|
172 |
§ |
Non mangiare animali non kashèr (proibiti) |
...questi non mangerete, tra quelli che sono (soltanto) ruminanti e tra quelli che hanno (solo) l’unghia divisa... (Levitico 11,4) (da “Le 613 mitzvòt”) |
Proibizioni alimentari (cibi non Kosher)
173 |
§ |
Non mangiare pesce che sia del tipo impuro |
...li considererete abominevoli, non mangerete la loro carne (Levitico 11, 11) |
174 |
§ |
Non mangiare le specie di uccelli del tipo impuro (non kashèr) |
...avrete in abominio l’aquila, l’ossifraga, l’aquila di mare, il nibbio, il falco, il corvo... (Levitico 11, 13) |
175 |
§ |
Non mangiare locuste impure, né altro insetto che vola (potrete mangiare ogni volatile puro) |
Considererete impuro ogni insetto alato e tutto ciò che brulica in grado di volare (Deuteronomio 14, 19) |
176 |
§ |
Non mangiare qualsiasi insetto sulla terra |
E ogni creatura che striscia sulla terra è detestabile; non se ne mangerà (Levitico 11, 41) |
177 |
§ |
Non mangiare gli insetti che si formano nelle sostanze deperibili o in decomposizione |
E non vi renderete impuri (mangiando) ogni tipo di creature che strisciano sulla terra (Levitico 11, 44) (da “Le 613 mitzvòt”) |
178 |
§ |
Non mangiare insetti che si generano all’interno dei frutti o dei semi |
Di tutti gli animali che brulicano... nessuno di quelli che strisciano sul ventre… perchè sono abominevoli... voi non li mangerete (Levitico 11, 42) |
179 |
§ |
Non mangiare le piccole creature o insetti che brulicano nelle acque |
Non rendetevi abominevoli a causa di questi animali impuri (Levitico 11, 43) |
180 |
§ |
Non mangiare la carne di qualsiasi volatile o animale terrestre (kashèr) morto da solo o che sia stato ucciso senza macellazione rituale |
Non mangerete nessun cadavere di animale (Deuteronomio 14, 21) |
181 |
§ |
Non mangiare la carne di un animale trovata sbranata da altri animali (perché non macellato secondo le prescrizioni rituali) |
E non mangerete la carne che è stata sbranata nei campi (Esodo 22, 30-31)
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182 |
§ |
Non mangiare carne prelevata da un animale vivo (perché c’è il sangue) |
Tu non mangerai la vita (il sangue) insieme con la carne (Deuteronomio 12, 23) |
183 |
§ |
Non mangiare il nervo sciatico |
...fino al giorno d’oggi, i figli di Israele non mangiano il nervo sciatico che passa per la giuntura dell’anca (Genesi 32, 32) |
184 |
§ |
Non mangiare il sangue di alcun animale o volatile |
E non mangerete nessun tipo di sangue, né di uccelli, né di quadrupedi... (Levitico 7, 26) |
185 |
§ |
Non mangiare nessun tipo di chèlev, grasso proibito di un animale (era parte di alcuni sacrifici che si offrivano nel Santuario) |
Non mangerete alcun chèlev di toro, di pecora o di capra (Levitico 7, 23)
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186 |
§ |
Non cuocere carne di capretto nel latte materno |
Non cuocerai il capretto nel latte di sua madre (per qualsiasi motivo) (Esodo 23, 19) |
187 |
§ |
Non cucinerai carne di vitello nel latte assieme |
Non cucinerai (per cibartene) un vitello nel latte di sua madre (Esodo 34, 26) |
188 |
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Non mangiare la carne di un animale che abbia ucciso una persona (e poi sia stato abbattuto) |
...non se ne mangerà la carne (Esodo 21, 28)
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189 |
§ |
Non mangiare pane preparato con grano del nuovo raccolto prima della Festa delle Primizie (16 di Nissan) |
... non mangerete pane (fatta con la farina del nuovo raccolto)... fino a che non sia venuto proprio questo giorno (l’aver portato l’offerta al vostro Dio) (Levitico 23, 14) |
190 |
§ |
Non mangiare grano arrostito che appartenga al nuovo raccolto prima del 16 di Nissan |
E grano arrostito... non ne mangerete fino a che non sia venuto proprio questo giorno (Levitico 23, 14) |
191 |
§ |
Non mangiare spighe fresche del nuovo raccolto prima del termine del 16 di Nissan |
E grano fresco... non ne mangerete fino a che non sia venuto proprio questo giorno (Levitico 23, 14) |
192 |
§ |
Non mangiare la orlà, ( il prodotto di alberi piantati) per i suoi primi tre anni |
Per tre anni saranno per voi come impuri, vi sarà precluso, non potrà essere mangiato (Levitico 19, 23) |
193 |
§ |
Non seminate nella vostra vigna semenze di tipo differente (in Israele) |
Non seminerai la tua vigna con tipi differenti di semenze, se ciò avvenisse il prodotto generato dalle semenze e quello della vigna apparterranno al Signore (e ti saranno proibiti) (Deuteronomio 22, 9) |
194 |
§ |
Non mangiare o bere alcuna cosa che sia stata offerta ad un idolo |
Guardati dal fare alleanza (coi pagani)... perché t’inviterebbero ai loro banchetti e tu ne mangeresti dei loro sacrifici... (Esodo 34, 12-15) |
195 |
§ |
Non mangiare o bere più di quanto è necessario |
(la norma si deduce dal versetto citato perché chi lo fa potrebbe facilmente commettere colpe con spargimento di sangue, vedi l’esempio del “figlio testardo e ribelle” in Deuteronomio 21, 18) Non mangerete sul sangue (Levitico 19, 26) (da “Le 316 mitzvòt”) |
196 |
§ |
Divieto di mangiare o di bere nel giorno di Kìppùr (espiazione con digiuno) |
Perché ogni persona che non si umilierà in quel giorno sarà recisa dal suo popolo (Levitico 23, 29) |
Chamètez – cibo lievitato
197 |
§ |
Non mangiare pane con lievito (chamètz) durante Pésach (Pasqua) |
Non sarà mangiato pane chamèz (Esodo 13, 3)
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198 |
§ |
Non mangiare durante Pésach alimenti che contengano lievito |
Non mangerete nessun tipo di alimento che contenga sostanze lievitate (Esodo 12, 20) |
199 |
§ |
Non mangiare cibo lievitato alla vigilia di Pésach, dopo mezzogiorno |
... non mangerai nulla di lievitato (nessun cibo contenente lievito) (Deuteronomio 16, 3) |
200 |
§ |
Non consentire che rimanga in casa tua del pane lievitato o del lievito durante Pésach la (Pasqua) |
E in tutto il tuo possedimento non dovrà essere visibile sostanza lievitata né dovrà essere visibile del lievito (Esodo 13, 7) |
201 |
§ |
Non possedere pane lievitato durante Pésach |
Per sette giorni il lievito non dovrà trovarsi nelle vostre case (Esodo 12, 19) |
Il voto di Nazireato
202 |
§ |
II nazireo non dovrà bere vino o altre bevande alcoliche (per la durata del voto) |
Quando un uomo o una donna... avrà fatto un voto di nazireato, per consacrarsi al Signore, si asterrà dal vino e da ogni bevanda alcolica (Numeri 6, 3) |
203 |
§ |
II nazireo non dovrà mangiare uva fresca |
...non mangerà uva fresca... (Numeri 6, 3) |
204 |
§ |
II nazireo non dovrà mangiare uva passa (secca) |
...uva secca non mangerà (Numeri 6, 3) |
205 |
§ |
II nazireo non deve mangiare i semi (acini) dell’uva |
Egli non potrà mangiare nulla che sia un prodotto dalla vite, dai semi... (Numeri 6, 4) |
206 |
§ |
II nazireo non dovrà mangiare nemmeno le bucce dell’uva |
...non mangerà alcun prodotto della vigna nemmeno le bucce... (Numeri 6, 4) |
207 |
§ |
II nazireo non dovrà avvicinarsi ad una persona deceduta o altra cosa impura |
Egli non si potrà rendere impuro per suo padre, per sua madre, per suo fratello o per sua sorella, quando siano morti (Numeri 6, 7) |
208 |
§ |
II nazireo non dovrà entrare sotto lo stesso tetto dove si trova un morto |
Egli non dovrà avvicinarsi al corpo di un morto (Numeri 6, 6) |
209 |
§ |
II nazireo non dovrà tagliarsi i capelli o radersi per tutto il tempo del suo nazireato |
...il rasoio non dovrà passare sulla sua testa (Numeri 6, 5)
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Leggi riguardanti i prodotti della terra
210 |
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Non bisogna mietere il proprio campo fino al suo limite, ma va lasciato un angolo |
(Nel tempo della mietitura) non mieterai (le spighe che si trovano) nell’angolo del tuo campo (Levitico 23, 22) |
211 |
|
Non raccoglierai le spighe cadute durante la mietitura |
E non raccoglierai qua e là le spighe nel corso della tua mietitura (Levitico 19, 9) |
212 |
|
Non raccoglierai i grappoli rimasti (non perfettamente maturi o dimenticati) della vigna |
... non andrai raccogliendo i (residui) nella tua vigna; li lascerai per il povero e per lo straniero. (Levitico 19, 10) |
213 |
|
Non raccogliere gli acini caduti dai grappoli durante la vendemmia |
E non raccoglierai gli acini caduti dai grappoli della tua vigna; li lascerai per il povero e per lo straniero (Levitico 19, 10) |
214 |
§ |
Non tornare indietro a raccogliere un covone di grano che sia stato dimenticato |
Se mietendo il tuo campo vi avrai dimenticato un covone nel campo, non dovrai tornare a prenderlo, sarà per lo straniero, per l’orfano e la vedova (Deuteronomio 24, 19) |
215 |
§ |
Non seminare nello stesso terreno due specie differenti di semi |
Non seminerai nel tuo campo con due specie di semi (Levitico 19, 19) |
216 |
§ |
In Israele, non seminare mescolanza di semi in una vigna |
Non pianterai la tua vigna con mescolanza di semi (Deuteronomio 22, 9) |
217 |
§ |
Non fare accoppiare animali di specie diverse |
Non farai accoppiare bestie di specie differenti (Levitico 19, 19) |
218 |
§ |
Non lavorare con due specie differenti di animali aggiogati insieme |
Non utilizzerai assieme un bue e un asino (Deuteronomio 22, 10) |
219 |
§ |
Non impedire ad un animale domestico di mangiare del prodotto che sta lavorando |
Non metterai la museruola al bue che trebbia il grano (Deuteronomio 25, 4) |
Anno Sabatico e Giubileo
220 |
§ |
Non compiere lavori agricoli durante l’anno sabatico |
Ma il settimo anno sarà sabatico sarà consacrato a me, un riposo completo per la terra... non seminerai il tuo campo (Levitico 25, 4) |
221 |
§ |
Non potare le piante durante l’anno sabatico |
...ma il settimo anno non poterai la tua vigna (Levitico 25,3- 4) |
222 |
§ |
Non mietere nell’anno sabatico nemmeno quello che crescerà spontaneamente dai semi della raccolta precedente |
Non mieterai ciò che nascerà spontaneamente dai semi del tuo raccolto precedente (Levitico 25, 5) |
223 |
|
Non vendemmierai l’uva (non ancora matura) della vite che non avrai potato |
E non raccoglierai i grappoli della vigna che hai riservato a te (Levitico 25, 5) |
224 |
|
Non coltivare la terra durante l’anno del giubileo |
Nell’anno sabatico non seminerete (Levitico 25, 11) |
225 |
|
Non mietere quanto cresce spontaneamente nell’anno del giubileo |
E non mieterete ciò che cresce spontaneamente (Levitico 25, 11) |
226 |
|
Non raccogliere i frutti dell’albero durante l’anno del giubileo |
E non vendemmierete le vigne incolte (Levitico 25, 11) |
227 |
|
Non vendere per sempre la terra |
E la terra non sarà venduta per sempre; perché la terra è Mia, e voi state come ospiti (Levitico 25, 23) |
228 |
|
Non vendere la terra confinante con città dei Leviti, o i loro campi |
Ma i campi per il pascolo delle città (dei Leviti) non possono essere venduti, perché sono di loro proprietà (Levitico 25, 34) |
229 |
|
Non trascurare i Leviti per quanto riguarda le loro necessità |
Guàrdati bene, tutto il tempo che vivrai nel tuo paese, dal trascurare il Levita (nei suoi diritti e nelle sue necessità) (Deuteronomio 12, 19) |
230 |
§ |
Non richiedere ad un Ebreo la restituzione di un debito durante o successivamente al settimo anno, perché condonato (potrai richiedere il pagamento allo straniero) |
Egli non costringerà (al pagamento) il suo prossimo ebreo (Deuteronomio15, 2)
|
231 |
§ |
Non pensare di rifiutare un prestito di denaro al povero nell’anno della remissione |
Fai molta attenzione... a non dire: «E ormai prossimo l’anno della remissione» ...e non gli darai nulla (al povero che ti chiede un prestito) (Deuteronomio 15, 9) |
232 |
§ |
Non ignorare le necessità di un povero israelita |
Non indurire il tuo cuore e non serrare la tua mano nei confronti di un tuo fratello povero (Deuteronomio 15, 7) |
233 |
|
Non congedare un servo Ebreo a mani vuote quando riacquista la libertà (dopo che ti ha servito per sei anni) |
Quando lo manderai via libero da te, non lo dovrai congedare a mani vuote (Deuteronomio 15, 13)
|
234 |
§ |
Non richiedere la restituzione di un prestito a chi non è in grado di rimborsarlo |
Se presti del denaro a qualcuno del mio popolo... non gli imporrai l’interesse (Esodo 22, 25) |
Prestiti senza interessi
235 |
§ |
Non richiedere interessi per un prestito |
Tu non gli darai il tuo denaro a interesse e non gli fornirai il tuo cibo con un sovrapprezzo (Levitico 25, 37) |
236 |
§ |
Non prestare del denaro a un Ebreo chiedendo interessi |
...al tuo prossimo non potrai richiedere interesse per del denaro prestato (Deuteronomio 23, 20) |
237 |
§ |
Non contribuire a fornire un prestito nel quale è previsto un interesse |
E non gli imporrete un interesse... non ti comporterai da usuraio (Esodo 22, 25) |
238 |
§ |
Non ritardare il pagamento di un lavoratore salariato (non gli rapirai ciò che è suo) |
La retribuzione di un lavoratore salariato non dovrà rimanere presso di te per la notte, fino al mattino (il lavoratore a giornata deve essere pagato a fine giornata) (Levitico 19, 13) |
239 |
§ |
Non entrerai in casa del tuo prossimo (facendo forza) prendendo un oggetto in pegno del tuo prestito |
Non ti recherai presso la sua abitazione per prendere il suo pegno (Deuteronomio 24, 10) |
240 |
§ |
Non impedire ad una persona di usare un oggetto che aveva consegnato come pegno per un prestito, quando ne abbia bisogno |
...se quell’uomo è povero... non dovrai dormire (trattenere presso di te per la notte) con il suo pegno (Deuteronomio 24, 12) |
241 |
§ |
Non prendere da una vedova alcun oggetto in pegno |
Non prenderai in pegno l’abito di una vedova, ma ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto... (Deuteronomio 24, 17) |
242 |
§ |
Non prendere in pegno le macine che si usano per la preparazione del cibo |
Nessuno prenderà in pegno la pietra inferiore o quella superiore di una macina, perché in questo modo sarebbe come prendere in pegno la vita (Deuteronomio 24, 6) |
Riflessione: questo precetto, come tanti altri, è commovente!