“… infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo
essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili” (Romani 1:20).
Le varie teorie
Avvicinatevi a un gruppo di persone al quale sia stata posta la domanda: “Chi è Dio?”. Molto probabilmente sentirete tante risposte quanti sono i presenti. Quando si tratta di Dio, tutti hanno la propria opinione, ma la cosa peggiore è che tutti si sentono delle autorità in materia, non disponibili ad ammettere obiezioni al loro parere. Ciò è triste, perché molto spesso questo parere è sbagliato.
La tendenza a sostenere la propria concezione di Dio, rifiutando la verità, è antica quanto l’uomo. Si può vedere questa tendenza già nel comportamento di Eva, infatti, in contrasto con quanto affermato da Dio, accettò le insinuazioni di Satana: l’ordine era di non mangiare del frutto proibito e qualora l’avessero fatto, sarebbero morti. Eva, invece, ascoltò il serpente e le sue assicurazioni (cfr. Genesi 3:4-6).
La stessa tendenza la possiamo scoprire nell’agire di Caino, poiché, invero, non considerava importanti le norme di un’offerta a Dio (cfr. Genesi 4:3-7).
Si evidenzia questa propensione anche nel modo in cui gli uomini rigettarono la testimonianza resa dalla creazione al proprio Creatore. La Bibbia dice che costoro sono inescusabili, “… perché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno glorificato come Dio … ma si son dati a vani ragionamenti, e il loro cuore privo di intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, sono divenuti stolti” (Romani 1;21-22).
Perché tanti rigettano la testimonianza che Dio stesso rende di Sé? La Bibbia risponde per noi: “… soffocano la verità con l’ingiustizia” (Romani 1:18). In altre parole, non vogliono accettare l’autenticità della natura di Dio. E’ la loro malafede a spingerli a rigettare ciò che è evidente e a cercare altre teorie, più comode e seducenti. Avendo rigettato la verità, i loro cuori si sono ottenebrati e “… brancolando nelle tenebre, senza alcuna luce … (la malafede) li fa barcollare come ubriachi” (Giobbe 12:25).
Al tempo di Paolo erano in voga le teorie epicuree e stoiche (vedi Atti 17:18; I Corinzi 15:32); oggi si usano altri nomi per indicare quelle teorie, ma la loro sostanza non è mutata.
Agnosticismo
La teoria – Il termine “agnostico”, da cui si deriva “agnosticismo”, è stato usato per la prima volta nel 1869, dal famoso biologo inglese Thomas H. Huxley. Molti suoi amici evidenziavano le loro convinzioni o la loro ideologia portando dei distintivi che identificavano il club o la scuola di pensiero cui aderivano. Per non essere da meno, Huxley cercò qualcosa che esprimesse la sua posizione ideologica e, cosa davvero sorprendente, la trovò in Atti 17:23, ove si parla di un “DIO SCONOSCIUTO”.
Il vocabolo “sconosciuto” deriva dal verbo greco “agnosco”, da cui anche il termine “agnosticismo”; il verbo “agnosco” significa, “non conosco”. In tutte le parole greche il prefisso "a'" indica privazione, cioè il “non”, in altri termini, il prefisso "a" esprime la negazione del concetto enunciato dal resto della parola, il cosiddetto “tema”. Assodato che “gnosco” significa “conosco”, la parola “a-gnosco” indica l’esatto contrario, “agnostico”, perciò, è chi non conosce, letteralmente uno che non ha nozione.
Per gli agnostici, il Dio di Atti 17:23 rimarrà sempre sconosciuto, perché ritengono di non poterLo mai conoscere. Se chiedete a uno di loro “Com’è Dio?”, vi risponderà sicuramente: “Non ne ho idea, non so neppure se ci sia”. L’agnosticismo sostiene che è impossibile per l’uomo conoscere Dio, non disquisisce sulla Sua esistenza o meno, semplicemente si astiene dal pronunciarsi laddove non sia contemplata una comprovata risposta scientifica, in pratica di Lui non sa nulla.
Confutazione della teoria. Questa dottrina è rigettata dalla Bibbia. La Parola di Dio assicura che è possibile arrivare a conoscere l’esistenza di Dio. Romani 1:20 afferma che: “… le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo percepite per mezzo delle opere sue …”; Atti 14:15-17 asserisce che il creato è una chiara testimonianza di Dio; il Salmo 19:1 attesta che: “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue Mani”. Chi lo desidera veramente, può scoprire dalla natura stessa la prova della Sua esistenza. Non è solo il creato a parlarci di questo e a permetterci di conoscerLo, ma è, soprattutto, il contenuto della Bibbia a renderGli la dovuta testimonianza.
Confutazione della teoria.
In alcuni casi, pur senza rendersene conto, gli atei con le loro deduzioni, si sono contraddetti sfacciatamente; comunque, di là di ogni considerazione sulla loro posizione ideologica, c’è la descrizione che la Bibbia rende della persona atea: “Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c’è Dio» …” (Salmo 14:1). Normalmente, chi si ritiene ateo e rifiuta l’idea di Dio, afferma di basarsi sulla ragione e sulla saggezza, ma mentre si attribuisce queste qualità, in realtà, si rivela uno stolto, poiché il “… principio della sapienza è il timore del Signore, e conoscere il Santo è l’intelligenza” (Proverbi 9:10).
Deismo
La teoria - Circa due secoli fa il Deismo fu di moda tra gli intellettuali. Secondo questa concezione, Dio esiste ed è il creatore del mondo in cui viviamo, ma dopo il suo atto creativo, pur se benevolmente imparziale, si è completamente disinteressato dell’opera delle Sue mani. I sostenitori di questa ideologia, pur essendo interessati alla religione, ma in modo razionalista, hanno paragonato Dio a un ragazzo che si è cimentato nel montare un “bel meccano” ma, dopo averlo assemblato, lo abbandona senza più curarsene. Dio ha creato il Suo capolavoro: l’universo, l’ha messo in moto e, ritenendosi neutrale, ha cessato ogni rapporto con esso. Tipici sono il rifiuto del Dio dell'A.T., percepito come una deità arcaica e l'abrogazione di ogni verità indiscussa derivata da una ipotizzata rivelazione.
Confutazione della teoria.
Nel pensiero deista c’è qualcosa di vero, anche se si tratta di una verità che i suoi adepti non evidenziano. È cosa certa, infatti, che Dio è ben distinto dalla Sua creazione, ma se è effettiva questa superiorità, non è assolutamente attendibile il distacco dalla creazione, proprio perché ha cura dell’opera delle Sue mani. Il Salmo 139:7-10, si esprime così: “Dove potrei andarmene lontano dal tuo spirito, dove fuggirò dalla tua presenza? Se salgo in cielo tu vi sei; se scendo nel soggiorno dei morti, eccoti là. Se prendo le ali dell’alba e vado ad abitare all’estremità del mare, anche là mi condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra”. Quale prova dell’interessamento di Dio per ciò che ha creato potremmo avere, maggiore di questa? Non ha mandato il Suo stesso Figlio per redimerci dai nostri peccati?
Panteismo
La teoria – Professare il panteismo significa credere che tutta la realtà sia Dio; in altre parole, significa identificare Dio con la creazione. L’essere divino è l’universo e questi è la divinità. Questo è il ragionamento dei panteisti, alcuni dei quali affermano che: “Come persona, tu sei mente e corpo; mente internamente, corpo esternamente. Così è Dio: interiormente Egli è spirito, coscienza e anima di quest’universo; esteriormente è l’universo fisico che noi vediamo”.
Gli Spiritualisti sono dei panteisti perché credono che Dio sia un’intelligenza, una mente infinita che pervade l’universo intero e lo rende divino in ogni sua parte. Anche i Teosofi sono dei panteisti perché vedono Dio come un principio impersonale che permea l’universo e non ammettono alcuna distinzione fra Dio e le Sue creature.
La dottrina Unitariana negando il postulato della Trinità, dell’incarnazione e, quindi, la divinità di Cristo, tende ugualmente al panteismo, perché non ammette una sufficiente distinzione tra l’uomo e Dio che l’ha creato. Anche gli Stoici di cui parla Atti 17:18 erano panteisti.
Commentiamo la teoria del panteismo. Il panteismo è diametralmente opposto al deismo: questo, infatti, considera Dio completamente distaccato e dimentico delle Sue creature; il panteismo, invece, identifica addirittura Dio con il creato. Nel panteismo possiamo scorgere un fondo di verità nel fatto che Dio è in ogni cosa (vedi Salmo 139:7-10, già citato); l’errore dei panteisti consiste nel negare che Dio sia diverso e superiore alla sua opera. “… in Lui viviamo, ci muoviamo, e siamo …” (Atti 17:28), in un certo senso Dio abbraccia tutta la creazione, ma non è il creato.
Il “politeismo” è il carattere delle religioni fondate sulla credenza in più divinità, l’esatto opposto del monoteismo. Diversi sono i modi in cui il politeismo si manifesta, uno di questi è l’animismo. Esso sostiene che il mondo è pieno di principi vitali e che questi animano le cose nelle quali dimorano: siano pietre, alberi, monti, fiumi e in ogni altra cosa. L’idolatria è una forma di politeismo, infatti, significa adorazione di cose o immagini che rappresentano la divinità.
La Bibbia si oppone fermamente alla pluralità delle deità e da ogni suo versetto traspare l’esistenza di un solo Dio, tanto da portare Paolo ad affermare in 1°Corinzi 8:4 “… sappiamo che l’idolo non è nulla nel mondo, e che non c’è che un Dio solo”. Nel mondo vi è una molteplicità di spiriti, ma uno solo è Dio.
L’antitrinitarismo
Alcuni hanno tanto orrore del politeismo, da spingersi all’eccesso opposto, insistendo a tal punto sull’unità di Dio, da finire col negare il dogma trinitario esplicato nel credo niceno. Due sono le principali forme di questa eresia: la prima è quella degli Unitaristi, l’altra quella dei Testimoni di Geova. Questi due gruppi religiosi sostengono che in Dio vi sia una sola Persona, il Padre, e non considerano Gesù una Persona divina: per loro Gesù non è Dio.
Una variante di questo errore afflisse anche il movimento pentecostale ai suoi inizi. Noto con i nomi di “Unità”; Gesù solo”; “Idea nuova”, sosteneva che in Dio vi era una sola Persona: Gesù. Il Padre e lo Spirito Santo erano solo la manifestazione dello stesso Gesù.
La Bibbia, però, rivela e afferma chiaramente che in Dio vi sono tre distinte Persone. La persona del Padre è rivelata nel Figlio (Gesù), mediante lo Spirito Santo. In effetti, non sono molti i versetti che riportano apertamente la formula trinitaria, mentre moltissimi esprimono, a vario titolo, il coinvolgimento della potenza di Dio. Il primo riferimento diretto possiamo trovarlo in:
Matteo 28:19 “… battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Il secondo ci proviene da
II Corinzi 13:13: “La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi”. Il terzo lo fornisce l’apostolo Luca in occasione del battesimo di Gesù:
Luca 3:21-22 “… anche Gesù fu battezzato; e, mentre pregava, si aprì il cielo, e lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una colomba; e venne una voce dal cielo: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto»”.
Le affermazioni della bibbia
Abbiamo già visto che la natura rivela l’esistenza di Dio, la Sua potenza e divinità. Per conoscerlo in modo migliore,
però, dobbiamo rivolgerci alla Sua Parola, la Bibbia: in essa leggiamo ciò che Dio stesso dice di Sé.
Dio è uno ed è una Persona. Dio è uno. Questa verità è ripetuta e messa bene in risalto in tutto l’Antico Testamento: “Ascolta, Israele: il Signore, il nostro Dio, è l’unico Signore” (Deuteronomio 6:4). Il Nuovo Testamento insiste sulla stessa verità: basta leggere Marco 12:29 e I Corinzi 8:4.
Dio è una Persona. Questo fatto è dimostrato da tante affermazioni e da tante narrazioni bibliche. Qui ricordiamo soltanto quanto Paolo disse, in sostanza, agli Ateniesi: “Se Lo cercate, potete trovarLo sicuramente” (cfr. Atti 17:27).
Dio è Trino. Nella fondamentale unità di Dio vi sono Tre Persone, uguali e distinte. Nella versione ebraica dell’Antico Testamento, sin dal primo versetto, troviamo chiaramente accennate l’unità e la trinità di Dio: il verbo “creò” è al singolare e suggerisce l’unità di Dio. Nello stesso capitolo, troviamo un altro punto, dove si accenna alla pluralità esistente nell’unico Dio.
In Genesi 1:26, Dio stesso disse: “… «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia …»” Questo concetto è confermato, infine, dalla triplice affermazione che troviamo nella benedizione di Numeri 6:24-26 e dalla triplice testimonianza sulla santità di Dio in Isaia 6:3.
Nel Nuovo Testamento l’idea della Trinità è anche più evidente. Tale concezione è espressa nella fisicità dell’evento. Tre sono le Persone divine coinvolte nel battesimo di Gesù, esplicitamente ricordate nella formula stessa (Matteo 28:19) e, come abbiamo già visto, indicate nelle parole di benedizione che Paolo pronuncia in II Corinzi 13:13.
Dio è trascendente. Dio trascende la creazione; in parole più semplici, è distinto dalle cose che Egli ha creato e ne è al di sopra. Salomone descrisse questo carattere di Dio quando, alla consacrazione del Tempio, pregò con queste parole: “… Ecco, i cieli, e i cieli dei cieli non possono contenerti …” (II Cronache 6:18). Per quanto grande il creato possa essere, non è in grado di contenere Dio, né tantomeno può essere soggetto ad alcuna fisicità di misura: Egli è troppo grande, esisteva già prima della creazione quando ancora nulla aveva forma o essenza. Egli era, è e sarà, il creato deve a Lui la propria esistenza. Possiamo così riassumere con: Colossesi 1:17 “Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui”.
Dio è onnipresente. Dio è immanente alla Sua creazione per quel che riguarda la Sua presenza e attività, è trascendente per quel che riguarda il Suo essere. Quando diciamo che Dio è in tutte le cose, ci riferiamo alla Sua onnipresenza. Dio, infatti, si rivela nella creazione affinché l’uomo lo cerchi e Paolo intendeva parlare proprio della Sua onnipresenza, quando disse agli Ateniesi: “… in Lui viviamo, ci muoviamo, e siamo …” (Atti 17:28). Geremia conosceva l’onnipresenza di Dio quando diceva: “… «Io non riempio forse il cielo e la terra? Dice il Signore?»” (Geremia 23:24). Essendo sempre e dovunque presente, Dio unisce e sostiene tutte le cose dell’universo (cfr. Ebrei 1:3).
Dio è eterno. Dio è eterno perché senza principio e senza fine. Non c’è stato, né mai ci sarà, un tempo in cui Dio non “SIA”. Egli può dire di Sé: “… IO SONO COLUI CHE SONO …” (Esodo 3:14).
“… il SIGNORE è il vero Dio, egli è il Dio vivente, e il re eterno …” (Geremia 10:10).
“Prima che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e l'universo, anzi, da eternità in eternità, tu sei Dio” (Salmo 90:2).
“Infatti così parla Colui che è l'Alto, l'eccelso, che abita l'eternità …” (Isaia 57:15).
Ecco la vera sostanza: “Non è Dio che vive nel tempo, ma è il tempo che esiste in Dio; Dio non è legato al tempo, ma è il tempo a essere determinato da Lui” (cfr. Atti 17:26).
Noi adoriamo un Dio che esiste in tre Persone, trascende il creato ma è immanente a esso ed è eterno.
Tratto da “Manuale della scuola domenicale” A.D.I.