Oh gioventù! Meravigliosa e sfuggente effimera, intensamente corteggiata o nostalgicamente inseguita, quanto, nel tuo nome, si tollera, si perdona o si finge di non vedere!
È innegabile che essa sia esuberanza, brio, voglia di scoprire e provare, di esprimersi e dimostrare, fonte di freschi sentimenti, fucina di esuberanti passioni e fantasiosi progetti futuri. Anche il giovane cristiano, nella sua vitalità, è soggetto al fermento di questa verde stagione e non potrebbe sottrarsi al suo fascino se non fosse indirizzato nella distinzione del bene e del male, del decente e dell’esagerato, del peccaminoso e dell’edificante, in sostanza, da un’istruzione religiosa. Certamente non è sufficiente la mera conoscenza dei principi morali della Parola di Dio poiché ciò non garantisce l’integrità spirituale, infatti, è solo praticandola quotidianamente con sincerità e verità, in un fiducioso abbandono, che possiamo accedere alla sapienza mediata dalla presenza di Cristo e resa salda dallo Spirito Santo. Ecco, quindi, la necessità di plasmare, guidare e vegliare sulla formazione della gioventù. “Insegna loro i decreti e le leggi, mostra loro la via per la quale devono camminare e quello che devono fare” (Es 18:20); “Il precetto è infatti una lampada, l'insegnamento una luce, le correzioni e la disciplina sono la via della vita…” (Pr 6:23).
È questa una preoccupazione tipica dei responsabili di ogni comunità che intenda espandersi. Investire sui giovani è non solo doveroso ma indispensabile, anche se, alle volte, può non essere facile, per i fratelli anziani, comprendere e resistere all’irruenza giovanile, alla tecnologia e alla musica figlie del loro tempo. Rifiutando a priori i compromessi che l’astuzia del nemico tende, con ogni mezzo, a infiltrare in una materia così delicata, ringraziamo il Signore per la protezione accordataci dal sangue di Cristo che ci preserva, istruisce e guida con la necessaria cautela nelle interazioni con il mondo. “Infatti la grazia di Dio … ci insegna a rinunziare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo” (Tt 2:11-12).
Il gruppo giovanile, a causa della sua natura, è una realtà in continuo movimento proprio per l’apporto delle individualità personali che progressivamente s’innestano, rinvigorendo e trasformando il ceppo iniziale. “Io sono la vite, voi siete i tralci … senza di me non potete far nulla” dice Gesù. (Gv 15:5).
L’esuberanza del gruppo, per altro ben incanalata, trova ampio sfogo nelle iniziative scelte o proposte al suo interno da un’attenta regia dei responsabili. La crescita spirituale è una delle mete prioritarie perseguite alla luce della Parola. Non è sempre facile vivere la gioventù, insidiata com’è da mille pericoli rappresentati dalle soddisfazioni del piacere, dall’attrazione del divertimento, dal carisma di alcune espressioni musicali, dalla stessa virtualità del mondo d’internet, perciò la base è senz’altro l’invito di Paolo al giovane Timoteo: “Fuggi le passioni giovanili e ricerca la giustizia, la fede, l'amore, la pace con quelli che invocano il Signore con un cuore puro” (II Ti 2:22), o l’esortazione dello stesso alla comunità della Galazia “… camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne” (Ga 5:16).